Riccardo Reim, La Parigi di Zola, p. 290, Editori Riuniti, Collana Capitali della cultura, 2001, ISBN: 8835951224
Rituffatami in questi giorni nel mondo dei Rougon-Macquart ho tirato giù dagli scaffali il tomone Carnets d’Enquêtes, che raccoglie tutti i taccuini (pubblicati anche in italiano da Bollati Boringhieri) degli appunti preparatori di Zola per ciascuno dei romanzi del ciclo e ho tirato fuori dalla pila dei libri sfogliati ma non ancora letti questo La Parigi di Zola di Riccardo Reim.
Henri Mitterand, curatore e forse il massimo esperto dell’opera di Émile Zola, presentando a suo tempo i Carnets aveva definito lo scrittore “etnografo contemporaneo”. Zola infatti, per preparare i suoi romanzi, si documentava minuziosamente e, armato di macchina fotografica, perlustrava, raccoglieva immagini ed informazioni di ogni genere sui luoghi che avrebbero costituito lo scenario delle sue storie: dalle Halles a Passy, dai grandi magazzini alla stazione di Havre, al campo di battaglia di Sedan e così via. Il risultato sono moltissime fotografie della Parigi dell’Ottocento e circa seicento fittissime pagine nelle quali troviamo, divisi in dodici capitoli, dodici società differenti, complementari e spesso antagoniste. I quartieri residenziali, la Borsa, i grandi magazzini, i luoghi frequentati dalle cocottes, le miniere, la Parigi dei quartieri popolari… Quello che ne viene fuori è un potente affresco (interessante quanto e a volte più dell’opera narrativa vera e propria) della società francese della fine del XIX secolo.
Sempre con la sua macchina fotografica, Zola è instancabile, il suo è un vero e proprio “lavoro sul campo”: intervista i banchieri, i commessi dei grandi magazzini, i ferrovieri, interroga i clienti delle grandi mantenute (non a caso è stato definito anche un “sociologo delle professioni”), si documenta, fa schizzi e fotografie di palazzi dell’alta borghesia in cui ambienterà Pot- Bouille e La Curée, studia nei minimi dettagli il funzionamento delle Halles, l’enorme mercato che sarà Il Ventre di Parigi, studia il comportamento degli alcolizzati mescolandosi ad essi nelle bettole più sordide (gli “assommoirs”, “ammazzatoi”), luoghi di miseria e abbrutimento.
Nel bel libro di Riccardo Reim troviamo tutto questo e di più, perchè l’autore mette a confronto, per i romanzi più importanti del ciclo, gli appunti preparatori e le pagine dell’opera narrativa corredando il tutto di acute osservazioni e citazioni bibliografiche (non tante però da appesantire la lettura) e soprattutto con una ricchissima iconografia costituita in gran parte dalle fotografie dello stesso Zola e da cartoline, manifesti pubblicitari, incisioni d’epoca. Chiude il volume un bel capitolo, anch’esso ricco di illustrazioni, intitolato Zola e i pittori. I pittori e Zola. E’ noto infatti che molti erano i pittori impressionisti suoi amici personali e che spesso per alcune pagine dei suoi romanzi Zola si ispirò ad alcuni loro dipinti.
Chi non avesse il tempo, la voglia o abbastanza interesse dunque per affrontare la lettura delle seicento pagine di appunti di Zola così “nudi e crudi” troverà certamente, in questo libro di piacevolissima lettura (che è un godimento anche per gli occhi) una guida decisamente preziosa per avventurarsi nell’esplorazione dell’universo di Zola.
Gabrilù, questo libro deve essere interessantissimo, anche per l’ apparato iconografico che presenta: tanto più che in questi giorni sto leggendo un ottimo libro intitolato “Arte e pubblicità” (scritto da Elio Grazioli e pubblicato da Bruno Mondadori) dove la parte dedicata alle origini del rapporto fra arte, manifesti pubblicitari e società tira in ballo proprio (e non poteva essere altrimenti…) la Parigi di fine Ottocento.
gabrilu, scusa il commento del tutto inadatto ( ah ah ah) ma nei prossimi giorni avrò pochissimo tempo; un milione di auguri di buone feste.
Ciao 🙂
Post interessantissimo, il libro che consigli sarà l’ottimo viatico per il viaggio dentro il ponderoso ciclo di Zola. Cordialissimi auguri di buone feste. Annarita.
Oyrad
Effettivamente è un libro ben fatto perchè riesce ad essere semplice, riassuntivo e sintetico ma non banale e, come ho già scritto, piacevolissimo da scorrere.
La mia copia, comprata tempo fa su una bancarella a tre Euro, ho scoperto adesso che ha alcuni spettacolari errori di impaginazione, di quelli che se capitassero a te ti farebbero venire le convulsioni ^__*
A me non fa granchè impressione (visto soprattutto il modestissimo prezzo pagato, considerando, cosa che non ho ancora detto, che è tutto in carta patinata e con molte riproduzioni a colori) ma consiglio, eventualmente, di controllare bene la copia se si acquista il libro a prezzo pieno in una libreria.
Questo Arte e pubblicità di cui parli è molto invitante, credo di averlo visto da qualche parte, e se mi capita a tiro ti assicuro che me lo compro ^__^
Amfortas
Grazie ed auguri anche a te. Ma… ci abbandoni per tutto il periodo delle cosiddette Feste? Se si, spero tu lo faccia per far cose divertenti 🙂
Annarita
Secondo me è un libro utile (oltre che piacevole) sia per chi non ha ancora letto nulla di Zola, sia per chi Zola lo conosce già abbastanza bene.
Mi fa piacere che tu abbia trovato il post interessante.
Gabrilu, approfitto per augurarti un felice Natale, un Natale pieno di salute, gioia, serenità, un Natale da ricordare con immenso piacere.
Rino, sinceramente.
Presenti libri sempre di grande interesse… Intanto ti auguro tantissimi auguri e a presto, Giulia
Ok ho capito, non ce la farò mai a starti dietro, Gabrilu, ieri ho comprato Suite Francese, che occhieggiava dallo scaffale sussurrando “prendimi prendimi”, naturalmente avevo letto del libro qui da te, e ora questo, deve essere gustoso… va bene prendo nota, la lista è chilometrica… Augurissimi di Buone Feste! 🙂
ops scusa mi è partito il commento senza la firma
sono io Elena :))
Rino, Giulia, Elena
Grazie, ed augurissimi anche a voi 🙂
Salve! Da quale iniziare per chi è a digiuno di Zola?
Un saluto e buon anno.
Mi piace, qui.
MondNacht
Da dove cominciare con Zola? Uhmmm….. vediamo.
Io consiglierei una terapia d’urto e cioè cominciare con Teresa Raquin per i seguenti motivi:
* non è un romanzo fiume, perciò lo puoi terminare anche se non ti piace
* è uno dei migliori romanzi di Zola
* ti fa entrare immediatamente nel suo mondo, nel suo stile di scrittura. Ti consente di decidere subito se è un habitat che ti piace oppure no.
Poi decidi se continuare oppure no. Se si decide di continuare, non c’è che da tuffarsi nel ciclo dei Rougon Macquart.
Ma a mio modesto parere non c’è affatto bisogno di leggere per forza tutti e venti i volumi, così come non c’è bisogno di leggerli nell’ordine cronologico in cui sono stati scritti. Però questo non dirlo a Zola, si arrabbierebbe moltissimo 😉
Si può anche leggerli saltellando (ohi ohi, sento che Zola si sta rivoltando nella tomba).
Quali? Mah… posso dirti i miei preferiti, che sono Il ventre di Parigi, Il paradiso delle signore, Nana, Pot bouille (uno dei meno conosciuti in Italia — non mi ricordo il titolo italiano — ma che invece merita eccome), idem per La Curée (tradotto in italiano come La cuccagna, credo.
E poi ci sono, ovviamente, i più famosi: Germinale, L’assommoir, La bestia umana
Zola è uno scrittore dalla personalità molto, molto spiccata. O piace molto o non piace affatto. Prendere o lasciare.
Credo si sia capito che a me piace ^__^
Ciao, grazie e buon anno anche a te 🙂
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