
Lo screenshot dei titoli di testa
Il Guerra e pace (Voyna i Mir) russo diretto da Serghei Bondarchuk, vincitore dell’ Oscar 1968 e del Golden Globe 1969 come miglior film straniero è non solo un film epico e gigantesco. Un “monstrum”, nel suo genere. E’ anche lirico e commovente. Molto bello. Ecco, ho voluto dire subito e senza mezzi termini come la penso.
E’ un film lunghissimo: la versione russa originale dura ben 478 minuti (sette ore circa).
Venne progettato per celebrare il centenario della pubblicazione del romanzo di Tolstoj e pare rimanga a tutt’oggi il film più dispendioso mai realizzato. La lavorazione durò più di sei anni e questo, tra parentesi, comportò problemi con gli attori del cast: il tempo passava, le facce cambiavano, i ragazzini diventavano adulti, gli altri invecchiavano…
L’obiettivo dichiarato da Bondarchuk era quello di “riprodurre con i moderni mezzi cinematografici i pensieri, le emozioni, la filosofia e gli ideali di Tolstoj”. La precedente versione hollywoodiana del romanzo, molto più corta (3 ore 1/2) di King Vidor con Henry Fonda, Audrey Hepburn e Mel Ferrer era stata giudicata troppo statica ed ipersemplificata.
La versione di Bondarchuk non solo è molto fedele al lunghissimo e profondo romanzo, ma è anche una grande opera cinematografica. Per la ricchezza di sfumature nella caratterizzazione dei personaggi, per la ricostruzione dei dettagli della vita quotidiana, dei costumi, della società e delle tradizioni della Russia del XIX° sec., per la rappresentazione della storia d’amore di Natasha Rostova e del principe Andrej Bolkonsky.
L’ attenzione prestata per allestire scenografie realistiche e le scene di battaglia fu grandissima. Gran parte del materiale utilizzato per gli arredamenti, i servizi da tavola che ammiriamo nelle tante cene e ricevimenti proveniva dai musei russi, e i luoghi che compaiono nel film (le “locations”, si dice oggi) sono esattamente quelli in cui si svolgono le scene del romanzo. Per le grandi sequenze di battaglia di Austerlitz, di Borodino e di tutte le altre e per l’incendio di Mosca vennero utilizzate forze dell’esercito regolare dell’Armata Rossa e venne creato appositamente uno speciale corpo di cavalleria. I soldati impiegati furono 12.000, 35.000 i costumi realizzati.
Il cast è ovviamente foltissimo di nomi. Mi limito a parlare adesso dei tre personaggi principali.
Il regista Serghei Bondarchuk, che era già un attore affermato, tenne per se il ruolo di quello che da molti viene considerato il vero protagonista del romanzo e cioè il conte Pierre Bezuchov.
Anche Orson Welles, che negli anni ’40 aveva progettato assieme ad Alexander Korda (il produttore de Il terzo uomo) di fare un film su Guerra e pace aveva pensato di interpretare Pierre Bezuchov. Il progetto di Welles era però stato interrotto dalla guerra. Pierre Bezuchov è un personaggio molto complesso e difficile, per attori che sappiano davvero il fatto loro. Come Anthony Hopkins, che ha interpretato questa parte nella miniserie televisiva diretta da John Davies trasmessa dalla BBC negli anni ’70.
Un grosso problema era costituito dalla scelta dell’attrice cui affidare il ruolo di Natasha Rostova. I russi erano ben consapevoli del fatto che ormai, in occidente, al personaggio di Natasha la gente associava il volto celeberrimo di Audrey Hepburn, diventata una sorta di icona. Cercarono perciò di non discostarsi troppo dalla tipologia di donna della Hepburn e la scelta cadde alla fine su Lyudmila Savelyeva, che ci offre l’interpretazione di una Natasha molto vivace ma anche molto malinconica. A tratti decisamente inafferrabile. Se non avessi paura di sprofondare negli stereotipi, direi che ha un fascino slavo che incanta.
Per il ruolo del principe Andrej Bolkonsky s’era in un primo tempo pensato al più grande attore russo del tempo, quell’ Innokenti Smoktunovsky grande interprete dell’Amleto shakespeariano tradotto in russo da Pasternak e diretto da Grigori Kozintsev. La parte venne però poi affidata a Vyacheslav Tikhonov, attore molto conosciuto ed apprezzato e con parecchi film al suo attivo.
Quando il film di Bondarchuk venne visto in occidente, nonostante l’assegnazione dell’Oscar e del Golden Globe e del generale favore con cui venne accolto dal pubblico malgrado la sua lunghezza, una parte della critica — soprattutto statunitense — lo giudicò piatto, calligrafico, confuso.
“This is a landmark in the history of commerce and post-Stalinist Russia, but not cinema” è arrivato a sentenziare Jonathan Rosenbaum sul Chicago Reader
Dietro le — legittime — critiche di carattere estetico c’erano però anche evidentissimi motivi politici che spingevano alcuni critici americani ad attaccare il film. Voyna i Mir infatti era stato prodotto quando a capo dell’URSS c’era Breznev ed a molti, in occidente, non andò giù il fatto che in un momento in cui artisti come Tarkovskij ed altri innovatori incontravano serie difficoltà a realizzare nuovi progetti Serghei Bondarchuk, considerato emblema ufficiale del cinema sovietico avesse ottenuto dal PCUS e dall’industria carta bianca e tutto il sostegno possibile per la realizzazione di questo colosso.
Da parte mia, ho sempre pensato che, di contro, al di là della dichiarata intenzione di celebrare il centenario di uno dei massimi capolavori della letteratura russa, i sovietici non avevano, da parte loro, digerito granchè bene il grande successo del film di Vidor e che una delle loro motivazioni fosse stata il non aver mandato giù che fossero stati gli occidentali ed in particolare Hollywood a trasportare per primi sullo schermo il romanzo del “loro” Tolstoj.
La Guerra Fredda, insomma, si combatteva anche sugli schermi cinematografici ed a colpi di celluloide. In questo caso, però, a noi spettatori ha regalato due ottimi anche se diversissimi film.
In Italia Voyna i Mir venne proiettato nelle sale cinematografiche ridotto di circa la metà ed era diviso in due parti intitolate Natasha e L’incendio di Mosca.
Alla televisione, nel 1978 RaiUno ne mandò in onda, suddivisa in otto puntate, una versione della durata complessiva di 510 minuti. Natasha (Lyudmila Savelyeva) era doppiata da Loretta Goggi, il principe Andrea (Vyacheslav Tikhonov) da Michele Kalamera, Pierre Bezuchov (Sergei Bondarchuk) da Giancarlo Maestri.
Avevo visto al cinema, a suo tempo, la versione ridotta di questo Guerra e pace. Ho potuto finalmente vedere, in questi giorni, la versione originale e (quasi) integrale russa che è uscita in tre DVD.
Li ho dovuti acquistare on line, perchè nei negozi è difficilissimo trovarli. Almeno, nel negozio Ricordi Feltrinelli di Palermo non l’avevano e mi hanno detto perfino che era fuori catalogo…
Due parole sul cofanetto, visto che oggi è l’unico modo di vedere questo film.
La qualità dei DVD non è proprio perfetta, non c’è uno straccio di documentazione allegata (e non parliamo di “extra”, che oggi come oggi sono in fondo l’unico motivo per cui uno compra i DVD).
Ma il problema più grosso è quello del doppiaggio.
Infatti, dopo il re-inserimento delle parti che prima erano state eliminate non si è proceduto, per l’edizione italiana, a rifare tutto il doppiaggio. Con il bel risultato che uno stesso personaggio lo sentiamo parlare in russo con la voce originale dell’attore (con sottotitoli in italiano) e cinque, dieci minuti dopo con la voce del doppiatore italiano e poi di nuovo etc.
Le conversazioni in francese — che sono parecchie perchè nell’aristocrazia e negli alti gradi dell’esercito in Russia si parlava francese — non sono tradotte affatto.
Insomma siamo sottoposti ad un continuo altalenare di suoni e di lingue. Se almeno avessero previsto l’opzione: tutto in russo con i sottotitoli italiani! Io l’avrei scelta sicuramente. Ma invece no, niente. Nel menu interattivo quest’opzione non c’è. Per fortuna, la magia del film è tale che dopo un quarto d’ora circa mi sono abituata e all’altalena non ho fatto più caso.
Non c’è nemmeno l’elenco dei doppiatori italiani. Io sono quasi sicura che la bella voce narrante fuori campo sia quella del grande Romolo Valli, ma mi piacerebbe esserne certa: sarà davvero lui? Mah. Insomma, per essere un’ “edizione speciale” come strombazzato sul cofanetto, è stata realizzata in modo vergognosamente sciatto.
Purtroppo ho scoperto solo adesso che esiste anche quest’altra edizione in 5 DVD, tutta in russo ma con sottotitoli in molte lingue compreso l’italiano e che tra l’altro offre ben due dischi di materiale di supporto di notizie storiche e letterarie, mappe dettagliate dei campi di battaglia e una miniera di altre cose. Perchè nell’edizione italiana tutto questo non c’è? Perchè, perchè, perchè??? Lasciamo perdere, che se ci penso mi arrabbio.
E comunque e nonostante tutto, sono lietissima non solo di averlo acquistato, questo film, ma di potermelo vedere e rivedere quando voglio anche se nelle dimensioni ridotte degli schermi di casa (televisore o computer). Cosa che, per questo film in particolare, è un vero compromesso visivo. Mi sento di consigliarlo non solo a chi ama il romanzo di Tolstoj ma anche a chi il romanzo non l’ha mai letto perchè rimane un film a mio parere molto emozionante. Sicuramente da vedere. Non tutto di seguito, magari (sei ore sono veramente tante), ma come per esempio ho fatto io, guardando un DVD al giorno. In fondo, nemmeno la Tetralogia di Wagner la si ascolta tutta di fila o sempre per intero.
Per me, l’unico problema è che adesso non riuscirò più a guardare e ad apprezzare come prima il Guerra e Pace del 1956, quello di King Vidor (e Mario Soldati). Perchè a mio parere c’è veramente una differenza enorme tra i due film, a tutto vantaggio di quello russo. Non tanto per la differenza di durata o per la scelta degli interpreti principali. E’ proprio che vedendo il film di Bondarchuk ci si sente immediatamente immersi nella Russia dei primi dell’800. Non so nemmeno io trovare le parole per descrivere questa sensazione — che ho avvertito fortissima — , ma mentre guardavo il film pensavo a quanto americani fossero “gli altri”, quelli del film del ’56. Però ora basta. Non voglio più paragonare le due versioni cinematografiche, almeno per il momento. Già ho capito che anche a parlar solo di quella di Bondarchuk non mi basta quest’unico post.
Voyna i mir (1967), Regia di Sergei Bondarchuk, dal romanzo di Leone Tolstoj, Sceneggiatura Sergei Bondarchuk e Vasily Solovyov.
Con Lyudmila Savelyeva (Natasha Rostova), Vyacheslav Tikhonov (Principe Andrej Bolkonsky), Sergei Bondarchuk (Pierre Bezukhov), Irina Gubanova (Soniya), Antonina Shuranova (principessa Maria), Irina Slobtseva (Hélène Bezuchova) Kira Golovko (Contessa Rostova), Vasili Lanovoy (Anatolj Kuraghin), Oleg Tabakov (Nikolaj Rostov), Segej Yermilov (Petya Rostov) Vladislav Strzhelchik (Napoleone Bonaparte), Boris Zakhava (il Generalissimo Kutuzov), Giuli Chokhonelidze (Generale Bagratiòn)
Scenografie Georgi Koshelev, V. Uvarov, Costumi Vladimir Burmeister, Nadezhda Buzina, Mikhail Chikovani, Musiche originali di Vyacheslav Ovchinnikov dirette dall’autore
Durata originale 487 ( 364′ nella versione venduta in Italia) min, Urss, 1966
Le immagini sono screenshot che ho preso dai DVD. Tranne quella dei titoli di testa sono tutte cliccabili per poterle vedere ingrandite.
da Giuliano
Il problema del doppiaggio e dei tagli c’è anche in Solaris di Tarkovskij, ma disturba di meno perché i brani reinseriti sono molto lunghi, non ci sono salti improvvisi.
E poi il doppiaggio originale di Solaris non era dei migliori…
Devo dire che non ho mai guardato per intero il film di Bondarchuk, farò ammenda.
(ho guardato invece molto sua figlia in Solaris, del resto te ne sarai già accorta da sola)
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Bellissimo lavoro, e ne parleremo. Così, di primo acchito, confermo alla grande il discorso dell’autenticità delle facce. Ho delle immagini buone del Guerra e pace di King Vidor e non c’è paragone, per Pierre, Andrej e Natasha, fra queste e quelle di Henry Fonda, Mel Ferrer, Audrey Hepburn. Non è un discorso di valore del regista e degli attori, è un discorso a monte. In Russia ci sono stato, ho cercato di guardare con attenzione, e c’era una specificità che certamente c’è ancora e ci sarà anche in futuro.
saludos, Gabrilu
Solimano
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da Maria
Il tuo interesse per Tolstoj mi suscita sensi di colpa: in casa mia non si parlava d’altro e mia madre giudicava le persone secondo quella lente:” in fondo anche il principe Andrea fa una cosa simile quando…”, anche in Guerra e Pace bevevavano…” . Non so quante volte l’abbia letto e riletto ed allora per puro spirito di contraddizione io non l’ho mai fatto. Quest’anno però la afiction della Rai mi ha attoatto ma ora, come sai, c’é Proust prima di tutto. E scusami se torno su questo argomento ma ho letto, ad un cero punto, nella Prigioneria, una frase che mi ha sconvolto e che ti devo riferire alla luce dei discordi dei giorni scorsi. Ad un certo punto la voce dice che Albertine fissava spesso “mio padre o Francoise”. Eccolo dunque, il grande assente! E’ sempre stato a parigi. So che non mi devo fermare a questi dettagli eppure da quando ho letto il tuo vecchio post non faccio che pensare alla figlia di Odette e come i conti non tornano. A presto
Maria
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Giuliano
si, qui il problema del doppiaggio è fastidiosissimo (almeno finchè non ti rassegni e non ti abitui, cosa che io ho capito che dovevo fare ed ho fatto velocemente) perchè i tempi sono molto brevi, non più di dieci minuti a spezzone. E così capisci che non avevano tagliato grandi parti, ma un’infinita serie di pezzettini, perciò quando hanno deciso di rimetterceli dentro, non risistemando l’audio (o non facendo scelte precise) è diventato un casino.
Ma quello che mi fa rabbia è (mi ripeto); perchè nell’edizione inglese e in quella francese hanno fatto i 5 DVD con tutto quell’apparato di extra e soprattutto scegliendo intelligentemente di lasciare tutto il parlato in russo mettendo però a disposizione un’ampia scelta di sottotitoli in varie lingue?! Pensa, c’è pure il coreano…. Non si poteva fare anche da noi? Perchè questa sciatteria?
…Si, certo che lo so che la figlia di Bondarchuk è la protagonista di Solaris ^__*
Solimano
Infatti è proprio la questione delle facce (di tutti, non solo dei tre protagonisti) e anche di come queste facce sono state lasciate “naturali”: trovi dentature non perfette e non sempre smaglianti (cosa impensabile in un film occidentale ambientato soprattutto in salotti aristocratici), anche le principesse hanno qualche chilo di troppo, capisci che non ci sono ore di lifting, di palestre e di diete… Tutto questo — assieme a tanti altri elementi di cui se capita si può anche parlare — ha come effetto che ci si sente trasportati davvero indietro nel tempo e nello spazio e non ci si senta su un set cinematografico (che invece c’è eccome, ma in un altro senso)
Maria
Proust e Tolstoj sono autori impegnativi. Quando si decide di affrontarli lo si deve fare per bene. Almeno, è quello che cerco di fare. E anche tu, da quello che leggo.
Se avessi seguito i miei normali ritmi di lettura le duemila pagine del romanzo di Tolstoj, per la loro scorrevolezza e per l’interesse che mi suscitano le avrei gia finite almeno da una settimana. Ma mi sono imposta di non correre, di non strafogarmi, di leggere e di cercare di metabolizzare e di non ingurgitare.
E’ ovvio che tutto questo prende tempo ed anche lavoro mentale, come tu sai bene. Però è un modo di procedere che dà grandi soddisfazioni. Durature, soprattutto.
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Ma che meraviglia ‘sto Principe Andrej! E va bene, lo so, non sarà un giudizio propriamente critico sull’opera, che peraltro non conosco, ma questa foto mi ha davvero stregato..
A proposito di Proust, a a chi posso chiedere una buona edizione della Recherche se non a te? Diversi annetti fa lessi quella di Einaudi, perchè quella avevo a disposizione a casa, ora non più. Volendola riacquistare, verso cosa mi potrei orientare? 🙂
Elena
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grazie
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Non sapevo dell’esistenza di questo DVD… Mi attira molto, grazie quindi per questa bellissima recensione e per le informazioni. Giulia
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Elena
Anche per quanto il romanzo Andrej Bolkonsky fa strage di cuori, fra le lettrici, che solo molto avanti nella lettura cominciano ad apprezzare come merita anche Pierre. Ma non voglio rivelare la trama 😉
Si, quest’attore russo è un vero schianto. Metterò altre sue fotine, non ti preoccupare. Ecchediamine, anche l’occhio vuole la sua parte, n’est pas? ^__^
Per quanto riguarda l’edizione della R. che consiglio. Per la traduzione, io, c’è niente da fare e con tutto il rispetto per Raboni, continuo a preferire quella Einaudi di Natalia Ginzburg etc.
Però per correttezza oggi consiglio quella Mondadori di Raboni.
Non tanto per la traduzione, quanto per il fatto che ai tempi di Natalia Ginzburg e gli altri molto materiale, appunti, bozze della R. non erano ancora noti per cui loro hanno dovuto lavorare (e lo hanno fatto molto bene) sul materiale che allora era disponibile. Nell’edizione Mondadori curata da Daria Galateria e Beretta Anguissola poi c’è un poderoso apparato critico, note di ogni tipo, elenco dei personaggi, dei luoghi e quant’altro. Ottima edizione.
Amalteo
Grazie a te, sempre un piacere vederti qui.
Giulia
Se vuoi comprarlo, prendi l’edizione inglese o francese (tutta in russo con sottotitoli in italiano) in 5 DVD.
Io sono così pazza che credo proprio me la comprerò anch’io, pur avendo già questa…
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Credo che lo comprerò. Mi hai riportato indietro nel tempo citando lo sceneggiato del 1978. Ricordo di averlo visto. I miei genitori avevano comprato da poco un televisore.
Buona settimana,
Alessandra
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da Maria
cara gabrilù, dato che siamo in argomento, sai che esistano edizioni della Recherche col testo a fronte? Io non so il francese, ma ho provato a leggere le prime pagine con il testo in lingua che è in rete e ho notato che sono straordinarie!
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Trovo davvero molto bella Lyudmila Savelyeva…
Questo capolavoro mi piacerebbe vederlo anche soltanto per guardare gli oggetti di scena autentici concessi dai musei… specialmente l’ argenteria, che (da quanto ne so) ai tempi sovietici era stata in gran parte confiscata o addirittura fusa in lingotti.
Cercherò l’ edizione in 5 dischi… spero di riuscire a recuperarla. Del resto “Guerra e pace” l’ ho letto due-tre anni fa… meraviglioso! E sicuramente lo rileggerò… ma non prima di aver riletto anche il “petit Marcel” 😉
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Alexandra
Ah, quando la televisione non era un elettrodomestico… Bei tempi.
Maria
No, non esistono edizioni con il testo a fronte.
Però puoi fare una cosa: puoi comprare solo Du cote de chez Sawnn nell’ottima collana economica della Gallimard Collection Folio Classique e vedi come ti trovi. Se ti trovi bene poi puoi continuare con gli altri volumetti.
http://tinyurl.com/37ty4b
Oyrad
Metterò anche altre fotine di Lyudmila, stai tranquillo. Penserò anche a voi maschietti 😉
Nei musei russi di roba ce n’è, ce n’è… La Russia è “tanta”…
Il link a uno dei negozi on line che vendono i 5 DVD lo trovi nel post.
Il cofanetto lo vendono anche sul sito della Fnac, ma non c’è la specifica delle lingue, sottotitoli etc. e di acquisti a scatola chiusa io ne ho fatto già uno
Il vecchio Lev e le petit Marcel: tra G&P e la RTP sto trovando molte più analogie di quanto mi sarei mai aspettata, sai. Anche per questo mi sto appassionando.
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grazie
Maria
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Bellissima recensione, anch’io sono tentato dall’acquistare il cofanetto con 5 DVD’s, anche se è senza il doppiaggio in italiano ma con i sottotitoli in italiano.
Non conosco il francese e non mi garba affatto che nell’edizione in 3 DVD’s i dialoghi in francese non sono per nulla sottotitolati in italiano.
Qualcuno sa dirmi se amazon effettua spedizioni tramite corriere?
Sapete, dove abito non c’è portineria e se una cosa non entra nella buca delle lettere, viene abbandonata nell’androne con
tutte le conseguenze del caso.
Guerra e pace l’ho letto nel ’99, nell’edizione Garzanti in 2 voll., di quasi 2000 pagg., con la traduzione in nota dei dialoghi in
francese; a quanto leggo dal post di Gabrilu l’edizione Mondadori è la migliore, ma c’è la traduzione in nota dei dialoghi in francese?
Grazie per l’attenzione
Emanuele.
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Emanuele
Per me la mancanza di doppiaggio del francese non è un problema, però capisco che possa esserlo per altri.
No, non ho mai acquistato da Amazon perciò non ti so dire. Però immagino che se vai sul loro sito e ti leggi attentamente le loro condizioni di vendita e di spedizione troverai tutte le informazioni di cui hai bisogno.
Non so quale possa essere oggi la migliore edizione di G&P e francamente non mi interessa. Su aNobii ci son fior di gruppi che si dedicano a questioni di lana caprina come questa.
Passano giornate intere a discettare su quale edizione sia meglio leggere o non leggere. In genere il risultato è che non leggono il libro in questione. Sono troppo occupati a discettare su quale edizione sia preferibile comprare ^__^
Io posseggo una vecchissima edizione in cui niente è tradotto nè a piè di pagina nè in fondo di libro.
Eppure il buon G&P me lo sono goduto egualmente, credimi.
Ciao e grazie 🙂
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Ti ringrazio, come dicevo, io l’ho letto nel ’99 prendendolo in prestito in biblioteca, e alla fine della sua lettura, ho scritto una poesia su Natasha (pubblicata il marzo scorso nella mia raccolta), il mio personaggio preferito insieme a Pierre.
Mi sono molto immedesimato nel carattere di Pierre, però con alcuni distinguo: io non avrei mai sposato quell’amorale della principessina Elena, non mi sarei fatto massone e forse non avrei tentato di uccidere Napoleone.
Un autentico capolavoro, non importa che consta di quasi 2000 pagine: non mi ha mai annoiato, di sicuro lo rileggerò e questa volta lo acquisterò.
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Emanuele
Insomma, ti piace Pierre però… ti piacerebbe che Pierre non fosse Pierre ^–^
Sto scherzando, via 🙂
Io ho attraversato varie fasi, negli anni. In un primo tempo preferivo Andrej, poi ho preferito Pierre, poi ancora ho rivalutato molto Andrej e mi sono attestata lì. Oggi come oggi preferisco decisamente il principe Andrej Bolkonskj al conte Pierre Bezuchov 🙂
Sul personaggio di Natasha … non perdonerò mai a Tolstoj come l’ha ridotta nelle ultime duecento pagine
Buona rilettura…
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Ho trovato casualmente la versione a 3 DVD di Guerra e pace in un’edicola questa estate, se può interessare… Giancarlo
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Grazie per la segnalazione, Giancarlo 🙂
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I do not speak Italian, but this is great post about great film! Your blog is fantastic!
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russianfilm
Thank you very much!
Visiting your blog (a great source of informations!) I learned about the death of Vyacheslav Tikhonov, unforgettable Andrej Bolkonsky…
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Ciao,
ho preso anche io questo film ..senza italiano, solo inglese. Ho appena iniziato a vederlo e nonostante il salto di lingue (inglese, francese e russo) ci ritrovo veramente il romanzo ..e tutti i personaggi quasi come li avevo immaginati … quello che mi ha impressioanto di piu e’ sicuramente Pierre : penso che Tolstoj lo avesse pensato veramente cosi.
Grazie per avermi fatto conoscere questo film.
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Anonimo #22
Sono sempre contenta quando un mio post contribuisce a far conoscere qualcosa che a me è sembrato bello/interessante.
Grazie
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Ciao
Complimenti per lo splendi Blog in generale e per questo articolo in Particolare.
La versione in 5 DVD i reraltà è 4 di Film e 1 di inserti spediali;
La qualità del film è eccezionale anche se visto in Russo (non lo parlo)
Il livello è molto superiore a quello della BBC con Hopkins….
Ciao Alessandro
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Alessandro, grazie per i complimenti, che fanno sempre piacere 🙂
Non ho visto la versione BBC con Hopkins ma, con tutto il mio rispetto per Hopkins (attore che adoro, tranne per quella a mio parere orrenda scivolata di Hannibal) per me ormai "il" G&P è questo di Bondarchuk, c'è poco da fare.
I russi ce l'hanno messa proprio tutta, e quando i russi decidono di mettercela tutta… fanno sfracelli (positivi e negativi), come credo sia a noi tutti noto.
Nel film di Bondarchuk si ha davvero netta la sensazione (l'ho già accennato nel post) di essere in Russia, tra russi, immersi nella cultura russa. A metà film mi sentivo russa pure io
Ciao 🙂
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Proust? es NADIE de frente a Tolstoy y Dostojevsky
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Mi riesce difficile condividere l’entusiasmo per questo film e molti giudizi più specifici. Dopo aver visto il primo dei 3 DVD dell’ed. italiana restaurata (male, per via dei salti nel doppiaggio) posso dire che a livello generale il risultato è sicuramente meglio del film hollywwodiano del 1956 con Audrey Hepburn e Mel Ferrer. Ovviamente più fedele, anche perché più lungo. Soprattutto privo di convenzioni hollywoodiane per quanto riguarda lo stile. Le scene di battaglia sono molto belle, a volte sembrano quadri. Per di più realizzate senza i nostri trucchi digitali. Purtroppo varie cose rovinano tante energie e sforzi. Innanzitutto le accuse di essere calligrafico secondo me sono corrette: la prima scena, per es., il ricevimento nel salotto di Anna Pavlovna, sembra girata in un museo delle cere: gli attori sono rigidi come manichini, l’ambiente è estremamente freddo per via delle luci e della scarsa cura dei dettagli nell’ambientazione. Concorre a creare un freddo effetto museale anche l’uso della voce fuori campo che insieme ai movimenti di macchina tra attori immobili fa pensare a una specie di documentario. Ma la cosa peggiore di tutti è il trucco degli attori per tutto il film: tremendamente datato, anni ’60. Le belle sono pettinate con delle cofane e i belli portano spesso ciuffi improbabili. L’attrice che interpretava la moglie di Pierre, Hélène Bezuchova, era la moglie del regista ed era troppo vecchia per quella parte, dato che aveva più di 30 anni mentre il racocnto inzia con lei che è una giovane ragazza. La prima volta la vediamo nel salotto di Anna Pavlovna con la cofana bionda, in seguito con un alto chignon degno di un film grottesco anni ’60 tipo la serie 007, La pantera rosa o Hollywood party. Da questi punti di vista “Guerra e Pace” di Bondarčuk è molto lontano dalla naturelzza dello stile e dalla qualità raggiunta da Luchino Visconti nel Gattopardo, suppergiù della stessa epoca, Qualche traccia datata oggi lo riconosciamo anche nel film di Visconti, ma in linea generale trucco, costumi, riprese e attori erano eccellenti. Per questo Il Gattopardo, che è una sorta di “Guerra e Pace” italiano, rimane un film decisamente più noto e apprezzato a livello internazionale anche per la ricostruzione d’epoca molto più attenta. A 150 anni di distanza, forse la società sovietica non era più in grado di ricostruire con sufficiente attenzione ai dettagli un passato con cui aveva tagliato i ponti bruscamente. Per Visconti, che rappresentava nel suo film eventi di un secolo prima, le cose erano più facili, innanzitutto perché lui conosceva direttamente la qualità di vita dell’aristocrazia italiana, abbigliamento, suppellettili, modi di fare.
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Visconti è un nano a confronto con Bondarchuk
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Horacio Teodoro Parenti
Liberissimo di pensarlo.Un parere critico (per quanto zero articolato) su due registi. OK.
Ho eliminato invece l’altro commento da Lei postato. In questo blog non trovano spazio commenti insultanti, omofobi, razzisti. E il secondo commento da Lei postato era disgustosamente insultante e omofobo.
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