Storica piazza di Berlino, una delle più trafficate d’Europa, sinonimo di vita metropolitana e divertimento all’inizio del ‘900, distrutta dai bombardamenti alla fine della seconda guerra mondiale e tagliata poi letteralmente in due dal Muro voluto dai sovietici, Potsdamer Platz, completamente ricostruita e trasformata è oggi forse il simbolo più vistoso della "Nuova Berlino".
E’ composta da tre enormi complessi architettonici: DaimlerCity, il Sony Center e il Beisheim Center. Per realizzarli vennero chiamati architetti di fama internazionale mentre il coordinamento del progetto di massima venne affidato a Renzo Piano.
Il complesso del Sony Center è il posto di Potsdamer Platz in cui ho trascorso più tempo, ed in modo molto, molto gradevole.
E’ per questo che ho voglia di parlarne.
Voluto dalla multinazionale giapponese della Sony, l’intero complesso è formato da costruzioni completamente trasparenti disposte lungo il perimetro del lotto triangolare delimitato da Bellevuestrasse, Ben-Gurion-Strasse e Potsdamerstrasse. Contrariamente a quanto avvenuto nella vicina area Daimler-Benz, progettata da più architetti e in modo differenziato, il Sony Center è un complesso omogeneo in vetro ed acciaio, composto da sette elementi tutti disegnati dall’architetto Helmut Jahn.
Comprende il Filmhaus (in cui si trova il museo del cinema), il Sanofi-Synthelabo Deutschland GmbH, il Palazzo della Sony, la Deutsche Mediathek (in cui è raccolto ampio materiale informativo e d’archivio), sale multimediali, residenze e uffici direzionali, tra cui la DB Tower. Il Sony Center è una vera e propria piazza in cui sono presenti cinema, spettacolo, televisione, shopping, bar e ristoranti dominata da un enorme schermo 3D alto 25 mt.
Tutto il complesso (sette costruzioni in vetro ed acciaio per una superficie complessiva di 26.000 mq) è rivestito da un’ unica copertura in vetro ed acciaio che sembra librarsi sulla piazza, rapportandosi visivamente a quella — anch’essa a forma di cupola — realizzata da Foster sul vicino Reichstag.
La forma della cupola è simile ad un immenso tendone trasparente di 4.000 mq inclinato sul proprio asse di simmetria. Questa copertura copre e ripara dal sole o dalla pioggia, cambia colore sia per il variare delle ore e del clima sia per il sistema di illuminazione elettrica ed è veramente uno spettacolo, guardarla.
Ho trovato il Sony Center con la sua fantastica copertura a cupola (il "cupolone", l’hanno già ribattezzata affettuosamente molti turisti italiani) illuminata di sera da luci dai colori cangianti una piazza molto vivace, divertente e colorata da visitare, di giorno o di notte.
Vi ho trascorso piacevolissimi pomeriggi e serate, ed il breve video qui sotto cerca di trasmettere l’atmosfera che ho vissuto in questo luogo godibilissimo.
Come musica di sottofondo volevo qualcosa che fosse all’altezza.
Ho dunque scelto Dig, un brano degli anni ’50 suonato da due veri giganti del Jazz: Miles Davis alla tromba e Sonny Rollins al sax.
Qui sotto, invece, una vecchia foto di Potsdamer Platz negli anni ’30.
Trovo molto questo tuo lungo, entusiasta resoconto di Berlino. Se ti interessa puoi vedere le mie foto di questa città – e di altre – su
http://picasaweb.google.it/andreapecs/Agosto2008BratislavaBpBerlinoDresdaEcc#
Un caro saluto
Andrea
Cara Andrea, il fatto è che quando viaggio non prendo mai appunti, non tengo “diari di viaggio”. Fotografo, filmo, osservo, cammino col naso per aria. Poi, quando torno a casa, ci ragiono su.
Berlino mi ha piacevolmente spiazzata. Ne avevo sentito parlare molto bene, ma è risultata molto al di sopra delle mie aspettative.
Ho visto le tue foto, peccato che in molte non hai ancora messo le didascalie! Ho visto anche che alcune cose le abbiamo fotografate entrambe ed ho guardato con nostalgia quelle di Budapest, una città che mi ha davvero preso il cuore, altra città dalla storia travagliatissima, in cui ogni pietra ha qualcosa da raccontare. Ci sono stata due volte, nel luglio del 2006 (un caldo mostruoso) e nel marzo 2007 (freddo come piace a me) per il Festival di Primavera, portandomi dietro i libri di Marai (i due volumi di memorie e La donna giusta) e ricordo ancora l’impressione che mi faceva camminare sui ponti di Budapest o passare di fronte alla Casa del Terrore in Andrassy Ut dopo aver letto le sue pagine…
Questi sono i miei due set di fotografie.
http://www.flickr.com/photos/gabrilu/sets/72157594339906139/detail/
http://www.flickr.com/photos/gabrilu/sets/72157600029305283/detail/
Qui nel blog trovi molti post su Budapest 🙂
Devo andare a Berlino… Grazie, Giulia
Erano proprio queste le foto che mi avevano impressionato di quella piazza. ;-))
Un magistrale intervento di organizzazione urbanistica di Renzo Piano. Un successo per l’ architettura contemporanea – anche italiana.
Guardo il tuo filmato, con questa Berlino bella e modernissima… e mi vengono i brividi in attesa di vedere cosa verrà fuori dall’ Expo 2015 di Milano… Speriamo bene…
Giulia
… e io voglio andare a Monaco, Dresda, Colonia, Amburgo, Francoforte…
Ho già comperato la Planet della Germania e sono qui che ipotizzo itinerari etc.
In primavera, chissà.
cercamico
ciao 🙂
Oyrad
L’Expo di Milano, dici. Voglio essere ottimista, una volta tanto. Gente in gamba ne abbiamo. Se solo li si lascia lavorare in pace…