ARRIVEDERCI!

Arrivederci!
Sono in partenza, questa volta per la Germania del Nord.

Prendo domani quell’aeroplanino lì (sono ormai una cliente affezionata della TUIfly) che mi porta dritta da Palermo ad Hannover.

Almeno, lo spero.

Il mio programma vorrebbe unire bellezze naturali ad una sorta di vero e proprio Literaturreise: vado insomma nella Lubecca dei Buddenbrook e di Gunther Grass, nella Germania di Effi Briest e di Emil Nolde, nello Schleswig-Holstein di Siegfried Lenz.

Ho fissato i miei due “campi base” a Lubeck ed Hamburg e da lì… boh… poi si vede.

(Però non voglio perdermi l’Hamburg delle luci rosse. No, eh. Non mi sono persa il Red Light di Amsterdam, perchè mai dovrei arretrare ad Hamburg?).

Cmq.

Come sempre, la cosa più difficile è decidere che libri portarmi.

Ne ho due sicuri e già posizionati, e sono del mio amatissimo Theodor Fontane. Una lettura ed una rilettura

E poi? Ce ne sarebbero almeno tre o quattro che mi piacerebbe portarmi, ed in particolare quelli che sto leggendo per ora e che mi spiace molto interrompere.

Sono infatti in full immersion con il bellissimo La seconda guerra mondiale del francese Raymond Cartier (ho finito il primo volume ed ho appena iniziato il secondo) che però sto leggendo in contemporanea con questo dell’inglese Martin Gilbert.

(Sapete com’è. Quando si tratta di ‘ste robe, meglio procedere per controlli incrociati. Ed è interessante vedere che il francese e l’inglese, sulle cose davvero importanti concordano eccome. Ci sono poi differenze abissali, delle quali mi piacerebbe parlare, ma sto per esaurire la mia scorta di giubbotti antiproiettile).

E, andando in Germania, come rinunciare a La Germania bombardata? L’ho letto un mese fa e l’ho trovato talmente sconvolgente e interessante da volerlo rileggere “nei luoghi etc….”

Io ‘sto libro l’ho letto dopo quel Sebald >>> qui, ho trovato il libro di Jörg Friedrich straordinario supporto storico per le conferenze di Sebald e questi due volumi (quello di Sebald e quello di Jörg Friedrich) non mi hanno più abbandonata.

… Ma… e i Budddenbrook? Posso forse andare a Lubeck senza di loro?!?! Si offenderebbero a morte. Pensate che potrebbe risultar sufficiente dire che li conosco uno per uno e a memoria? Mah…

Il fatto è che tutti ‘sti libri sono tomoni e i tomoni, si sa, quando si deve salire e scendere da aerei, treni e metropolitane chissà perchè improvvisamente decidono di pesare il triplo…Senza contare la mia fida Lonely Planet, che da sola pesa un quintale ma senza la quale mi sentirei persa…

Temo che all’ultimo momento dovrò essere spietata e procedere alla eliminazione.

E ancora non so decidermi.

Per quanto riguarda le trasmissioni del blog, riprenderanno verso il dieci di agosto.

Nel frattempo, e come tutti i miei Happy Few ormai già sanno (ma ripeto per coloro che invece non sanno) mi collegherò saltuariamente da qualche Internet Point, continuerò a leggere ma non scriverò.

LOUIS & MILES

Louis Armstrong al Newport Jazz Festival del 1958

Miles Davis, che non era certo una mammoletta e che non faceva sconti a nessuno scrisse di lui:

“Non c’è niente che si possa suonare con la tromba che non abbia origine da lui, nemmeno la roba moderna. Non riesco nemmeno a ricordare un momento in cui abbia suonato male la tromba. Mai. Nemmeno una volta.

[…]

Poi, nel 1971, Louis Armstrong morì e sua moglie organizzò una merda di funerale dove non volle far suonare nessun musicista jazz. Pops aveva detto che voleva un funerale tipo New Orleans, ma a sua moglie non andava e fece una cosa da bianchi. Cazzo, fu un peccato”

(dall’Autobiografia di Miles Davis scritta con Quincey Troupe. Mnimum Fax, 2001)

Ah, dimenticavo: se non avete pazienza e guardando il video volete andare subito al sodo del “When the saints…”… beh, comincia dall’ 8.47.

E’ tutta “svisata” (meravigliosamente “svisata”).

Se invece preferite la versione “ingessata” e per gente per bene, eccola qua.

Ineccepibile e noiosissima.
Infatti ho messo la youtubica cornicetta tutta in grigio

RISCHIO DI SOFFOCARE PER LA NAUSEA…

Sandor MaraiSándor Márai

“Corposi cataloghi di case editrici, uno o due alla settimana. Libri a migliaia, a decine di migliaia, tutti pubblicati di recente, centinaia e centinaia per ogni genere. Rischio di soffocare per la nausea. Scrivere proposizioni semplici. Oppure soltanto parole. Leggere il dizionario. La letteratura è morta, viva il commercio librario” (27 gennaio 1984)

“Lo scrittore che al giorno d’oggi tenti di scrivere qualcosa di diverso da ciò che i grandi industriali della letteratura di consumo fanno ingurgitare al lettore somiglia a uno cui manchi una gamba, il quale con le sue protesi tenti di iscriversi come centometrista ad una corsa” (18 aprile 1984)

IL RISOLINO SARDONICO DEL VECCHIO VLAD

Vladimir NabokovQuando si dice le coincidenze!
Proprio questa mattina, ho trovato sul Corriere della Sera on line un articolo di Alessandro Piperno intitolato Il risolino di Nabokov che umilia gli scrittori.

L’articolo mi ha divertita tanto  che  lo cito/segnalo qui, anche a costo di beccarmi l’accusa di essere monocorde e ripetitiva…

“Quando scrivi di Nabokov ti senti a disagio. Come il fan che molesta la popstar preferita per un autografo e viene da questi scacciato con malagrazia. «La cosa che più mi piace di me stesso è che non mi sono mai lasciato intimorire dalla scemenza e dalla virulenza di un critico» dice Nabokov con orgoglio, ignorando forse che se c’è un intimidatore, beh quello è lui! Non credo esista altro scrittore che eserciti sul lettore un così vivo spavento”

VLADIMIR NABOKOV – SEBREGONDI e PORFIRI (a cura di)

Vladimir Nabokov
Maria SEBREGONDI e Elisabetta PORFIRI (A cura di) Vladimir Nabokov, p.384, Riga 16, Marcos y Marcos, 1999, ISBN-10: 8871682092 ISBN-13: 9788871682099

Oggi voglio segnalare un volume che venne realizzato nel 1999 per celebrare il centenario della nascita di Vladimir Nabokov, allora ancora molto poco letto, in Italia.

Si legge infatti nell’Editoriale di presentazione:

“Esiste sì uno “scandalo Nabokov” — e non è certo quello della “ninfetta” […] il vero “scandalo Nabokov”, in Italia, è che lo hanno davvero letto in pochissimi”

Anche se non recentissimo, trovo che il libro sia ancora molto valido perchè fornisce un ottimo contributo per una introduzione ma soprattutto per l’ approfondimento delle opere di Nabokov.

Si tratta di una antologia di testi molto diversi tra loro: testi dello stesso Nabokov, saggi critici ed articoli scritti da autori sia italiani che stranieri, interviste ed incontri con Nabokov, Véra, il figlio Dmitri.

La lista completa dei contributi presenti nel volume si può leggere >>> qui.

Gli appassionati di Nabokov  troveranno in questa antologia mille interessanti spunti di riflessione.
A chi ancora non conosce Nabokov, o conosce solo il Nabokov di “Lolita” forse questo libro può far venir voglia di approfondire la conoscenza di questo straordinario autore.
Almeno, io me lo auguro.

Ce n’è per tutti i gusti; l’opera di Nabokov viene esplorata dalle angolazioni più varie. Posso fare qualche esempio per quanto riguarda i testi che ho letto con maggiore interesse ed anche divertimento.

  • La lunga conversazione romana di Alberto Arbasino con Vladimir e Véra incontrati a Roma all’epoca dell’esplosione del “caso Lolita“.Il testo di Arbasino si apre con la descrizione di Nabokov come “un anziano signore d’aspetto delizioso, grigio e ben vestito di grigio, somigliante in viso ad un Palazzeschi riposato e altero” e si chiude con Nabokov che, ad Arbasino che gli chiede “Ma insomma, cos’è Lolita, in realtà?” Risponde: “Che domande… che domande… inutili. Sarebbe meglio rilassarsi, di fronte a quel libro che è soltanto una storia, e non cercarvi un messaggio che non c’è… La morale del libro è il libro stesso. Volete spiegarvi la sua morale? Leggetelo!”
  • Il lungo articolo/saggio di Mary McCarthy su “Fuoco pallido”
  • Giorgio Manganelli, che definisce Nabokov “letterato sottile e di onesta malizia, mistificatore leale, amante delle situazioni estreme e rovinose, ma riluttante al tragico esplicito”.Nel suo testo, intitolato “La scacchiera di Nabokov”  e comparso poi nel volume “La letteratura come menzogna” Manganelli si sofferma su due romanzi: “La vera vita di Sebastian Knight” ed “Invito a una decapitazione”
  • George Steiner (“Extraterritoriale”) che scrivendo del multilinguismo di Nabokov non esita a sostenere che  ” questa matrice multilingue è il fattore determinante nella vita e nell’arte di Nabokov” e che le passioni per l’entomologia e per gli scacchi “sono paralleli metalinguistici della sua ossessione principale”.

C’è poi Gilles Barbedette (il curatore francese delle opere di Nabokov per la Bibliothèque de la Pléiade) che esamina a fondo la sua vocazione parodistica: “Nabokov […] ha fatto del romanzo parodistico il suo vero campo di battaglia”

… e potrei continuare a lungo (Pietro Citati, Brian Boyd, Dmitri Nabokov, Stefano Bartezzaghi…), ma davvero tutti i testi meritano di esser letti, magari non tutti di seguito, ma è bello avere a portata di mano un volume come questo, da piluccare e sfogliare.

Magari tra la lettura di un romanzo di Nabokov ed un altro.

  • Il libro >>
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