Nel romanzo di Vladimir Nabokov La vera vita di Sebastian Knight il fratellastro V. riordina le carte del defunto grande scrittore Knight:
“Aveva lasciato tutto a me, e in una sua lettera mi incaricava di bruciare alcune delle sue carte. Era formulata in modo così oscuro che all’inizio pensai si trattasse di brogliacci o a manoscritti scartati, ma presto mi resi conto che quelli li aveva distrutti lui stesso molto tempo prima, tranne poche pagine sparse tra altre carte, perchè egli apparteneva a quel raro genere di scrittori i quali sanno che nulla deve più rimanere tranne l’opera compiuta: il libro stampato; che la concreta esistenza del libro è incompatibile con quella del suo spettro, del manoscritto grezzo che ostenta le proprie imperfezioni come un vendicativo fantasma che porta la sua testa sotto il braccio; e che per questa ragione gli scarti di bottega, nonostante il loro valore sentimentale o commerciale, non devono mai sopravvivere”
Vladimir Nabokov, La vera vita di Sebastian Knight
La vera vita di Sebastian Knight fu scritto da Nabokov nel 1940.
Leggere questo brano oggi, dopo il benestare dato dal figlio Dmitri alla pubblicazione postuma delle schede contenenti la bozza del romanzo L’originale di Laura che Nabokov stava scrivendo prima di morire e che aveva chiesto alla moglie Véra di bruciare dopo la sua morte, certo fa riflettere non poco…
Di La vera vita di Sebastian Knight avevo scritto >> qui, di L’originale di Laura >> qui
Manganelli scrisse a proposito di questo libro che "pare avere la consistenza ingannevole del sughero – è in realtà un libro astutamente ambizioso; il suo obiettivo a me sembra quello di costruire un tessuto di parole – mi ripugna chiamarlo "romanzo" – attorno a un punto vuoto, una assenza, un luogo mentale, indefinibile. Questa assenza contiene, inoltre, un ulteriore gioco, quasi un pun, una astuzia verbale. La vita di Sebastian Knight, quella "vera", è perduta, perché nessun indizio porta al centro; lo scrittore è una larva, una immagine simile a quelle che si colgono prima del precipizio del sonno. Ma vi è dell'altro: lo scrittore non possiede il tempo come serie; il tempo è un luogo matematico nel quale si raccoglie tutto ciò che altri chiamerebbe "il mondo"".
Libereditor si, conosco bene questo brano di Manganelli, che condivido in pieno e che ti ringrazio di aver ricordato qui.Nabokov e Manganelli, che magnifica accoppiata!
Lo stesso Nabokov, come sa bene chi ha letto Intransigenze, alla domanda Le dispiacerebbe mostrarci un campione delle sue brutte copie? rispose Temo di dover rifiutare. Solo le nullità ambiziose e le mediocrità esuberanti mettono in mostra le loro brutte copie. È come far circolare campioni del proprio sputo. Forse, non avrei dovuto comprate L'originale di Laura, per una questione di principio…Ardalion
ardalion, come ti capisco.E come — sono arcisicurissima — ti capiscono tutti coloro che amano/apprezzano le opere di Nabokov e stimano il loro autore.Tutti noi abbiamo avuto questo dubbio.Lo abbiamo avuto prima, durante e dopo.Grazie 🙂