I NOSTRI PIU’ CARI AMICI

Gustave Caillebotte, Donna alla finestra, 1875

E’ singolare quanto poco siamo inclini a pensare che gli altri possano parlare acidamente di noi e come ci arrabbiamo e ci sentiamo feriti quando ci giunge prova che essi l’abbiano fatto. Non è forse troppo affermare che tutti noi di tanto in tanto parliamo dei nostri più cari amici in un modo in cui ai nostri cari amici piacerebbe ben poco sentirsi menzionare, e tuttavia ci aspettiamo che i nostri più cari amici invariabilmente parlino di noi come se fossero ciechi davanti ai nostri difetti, ma intensamente consapevoli di ogni sfumatura delle nostre virtù

 

PROUST À LA TÉL&Eacute

Proust France 2

Ho appreso prima da questo post di Pierre Assouline e poi da segnalazioni che un proustiano (italiano)  d.o.c. mi ha inviato privatamente via mail che alla televisione francese — e precisamente su France 2 — è andato in onda nei primi giorni di febbraio, suddiviso in due parti, un telefilm (o sarebbe forse più opportuno definirlo uno sceneggiato?) intitolato “A la recherche du temps perdu” tratto dalla sterminata opera di Marcel Proust.

Presentazione dello sceneggiato >> qui

Nina Companez Proust
Nina Companez Proust
Nina Companez Proust
Nina Companez Proust

L’adattamento del testo proustiano e la direzione del telefilm è di Nina Companéez.

  • Questo il trailerufficiale
  • Ho trovato anche un video che contiene alcune riprese del making off e interviste alla regista ed agli attori >> qui

post-it… Ma soprattutto — e sono ben lieta di segnalarlo — è possibile già visionare on line, in streaming, l’intero sceneggiato:

  • La Prima Parte (andata in onda in data 01/02/11 >> 
  • La Seconda Parte (andata in onda in data 02/02//11) >>

Io me lo sto guardando, ancora non ho finito di visionarlo.

Ovvio che avrei avuto tanto da dire, su questo tentativo (che molti non esiterebbero a definire temerario) di fare della RTP un telefilm.

Ma molte delle cose che avrei detto le ha già scritte molto meglio di quanto avrei saputo fare io, Pierre Assouline, e dunque sarebbe perfettamente inutile e ridicolo da parte mia ripeterle.

Per un giudizio complessivo sull’opera…. beh.

Da una parte, non mi sento ancora di proferir (pardon: scriver) verbo senza aver prima completato la visione e dall’altra…. siccome stimo moltissimo Assouline e mi fido dei suoi giudizi… diciamo che mi sento molto ben disposta.

Intanto spero di far cosa utile e gradita ai proustiani italiani con queste segnalazioni e mi piacerebbe molto (ma questo probabilmente rimarrà solo un mio pio desiderio) se qualche proustiano o proustiana francese che frequenta questo blog (e ce ne sono, eh, ce ne sono, lo so…) che avesse visto lo sceneggiato ci dicesse le sue impressioni.