BEST SELLER

Georges SimenonGeorges Simenon

Il visitatore viene a trovare proprio me, è uno dei direttori del […] , un’organizzazione che conta centinaia di migliaia di abbonati ai quali viene inviato ogni mese, a prezzo ridotto, l’ultimo best-seller.

“Ne vuole scrivere uno per noi?”.

Non sapevo ancora che i best-seller si scrivessero su ordinazione, credevo che il libro del mese venisse scelto tra gli ultimi romanzi usciti e che la decisione spettasse a una specie di aeropago.

Il mio interlocutore, molto distinto e molto british, con ombrello e bombetta regolamentari, mi guarda con un’aria di leggera commiserazione. Come si può essere così ingenui?

“Ora le spiego…   Lei mi scrive un canovaccio di una decina di pagine, non di più perchè il comitato non avrebbe il tempo di leggerle tutte. Se la trama viene accettata, o c’ è da fare solo un piccolo cambiamento, lei scrive il primo capitolo, che viene giudicato da uno dei nostri esperti… A questo punto, le diamo o no l’okay… Non dimentichiamo che noi lavoriamo” (buona, questa! Sono loro che lavorano, l’autore si limita a sudare) “per diverse decine di milioni di americani. Conosciamo i loro gusti, sappiamo cosa piace o non piace al nostro pubblico…”

Lo lascio parlare e rimango impassibile, perchè questo distinto signore non capirebbe la mia ironia.

“Così, di capitolo in capitolo…”

“Capisco.”

“Di modifica in modifica… Perchè magari le verrà chiesto di riscrivere un certo capitolo… Ovviamente… Abbiamo dei revisori che possono correggere eventualmente anche lo stile… E lei ci guadagna una piccola fortuna, senza contare l’enorme pubblicità che viene fatta al suo nome…”

“La ringrazio di aver pensato a me…”

“Allora, accetta?”.

Lascio cadere un “No!” quasi rabbioso.

E’ come se gli avessi sferrato un uppercut. Si alza, prende il cappello, e io gli porgo l’ombrello. Aprendo la porta, riesco a mormorare:

“Felicissimo di aver fatto la sua conoscenza…”

“Anch’io”.

Sento sbattere la portiera della sua Cadillac, ammesso che qualcosa possa sbattere, in una Cadillac.

Adesso so che cosa si nasconde dietro certi “grandi autori” il cui nome è sempre sui giornali”

>>> Georges Simenon, Memorie intime <<

 

see  Qualche piccola notazione:

  • Al tempo in cui si svolge questa scenetta, Georges Simenon è già un autore best seller, è giàconosciutissimo a livello internazionale.A quei traguardi è arrivato per i fatti suoi, senza ricorrere a “maghi del best seller”. Semplicemente, i libri che scriveva Simenon la gente li comprava, li leggeva, li amava. Punto.
  • Forse questo particolare passaggio del libro di Simenon mi ha particolarmente colpita perchè ero reduce nonchè stremata dalla lettura di quel no-io-sis-si-mo polpettone di quell’autore americano che oggi viene proposto in per ogni dove e sbandierato come “l’Autore Americano”?Chissà, forse. Anzi. E’ molto probabile. Quando una s’è sciroppata 600 e passa polpettosissime pagine è chiaro che comincia a canticchiar “Vendetta, tremenda vendetta”…Ma lasciamo perdere.
  • Se poi mi sposto definitivamente dalla parte del Lettore, questa pagina di Simenon mi ricorda immediatamente quell’altra  splendida pagina di Robert Walser che avevo già proposto >> qui

A proposito poi di best seller, strategie editoriali, rapporti tra Simenon e i suoi editori può essere interessante dare un’occhiata a:

  • Pierre Assouline sul rapporto tra Simenon e i suoi editori (in italiano) >>
  • “Negli Anni Trenta, il fondatore, Gaston, lanciava i bestseller per poter pubblicare gli autori che vendevano meno. Se hai Simenon che ti scrive sette libri in un anno, allora puoi pubblicare Cioran che vende 500 copie. Solo che poi le 500 copie continua a venderle per trent’anni». (Teresa Cremisi, Direttore Editoriale di Gallimard. Testo completo dell’intervista   >> qui)

 

  • …Poi qualcuno si accorse che anche Simenon non solo continuava a  (far) vendere, ma che più lo si conosceva, come autore, più  lo si apprezzava…

BRUXELLES GOURMANDE!

Qualche aspetto gourmand dei pochi giorni che ho trascorso a Bruxelles.

Montagne, cataste, di cioccolata in infinite composizioni e varianti: al frame 5:38 vedrete persino una fontana di cioccolata 

Mi pareva insomma d’essere nel film “La fabbrica di cioccolato” di Tim Burton, e non mi sarei affatto stupita se a un certo punto avessi visto sbucar fuori all’improvviso un Willy  Wonka-Johnny Depp…

The chocolate factory Johnny Depp

E poi c’erano le gaufres (o waffeln). A vagonate anche quelle, ovviamente.

Ma invece di Willy Wonka nel video vedrete l’onnipresente Manneken Pis cioccolatosamente riprodotto praticamente in per ogni dove e in dimensioni spesso molto più grandi di quelle della statuetta originale (alta appena una cinquantina di centimetri). Per dirne una: al frame 7:16 si può ammirare un Manneken Pis che fa una pipì di cioccolato…

So che è difficile credermi, ma posso giurare che di cioccolata e di gaufres non ho assaggiato  nulla ma proprio nulla. Mi è bastato, come si suol dire “mangiare con gli occhi” 

Ho invece bevuto e mangiato — e con gran soddisfazione! — in alcuni café-restaurant-brasserie. Nella clip se ne intravedono alcuni.

Le Cirio, ad esempio, dove ho praticamente eletto domicilio presentandomi prima per l’aperitivo e poi per la cena (frame 4:41). Il Cirio del nome del locale è proprio quello del “nostro” Francesco Cirio, ebbene si, quello della salsa di pomodoro…

La Becasse (frame 6:18)

A La Morte Subite (frame 7:44)

Le Falstaff, stupenda brasserie-restaurant Art Nouveau le cui vetrate interne sono state realizzate da un architetto di interni  collaboratore di Victor Horta

E, dato che adoro le moules à la marinière, potevo io, ohibò,  non andare da Léon, in rue des Boucheres? Certo che non potevo. E infatti ci sono andata

… Ma concludendo e tornando alle gaufres: al frame 5:50 della mia clip le vedrete preparare sotto l’occhio vigile e divertito di un certo signore americano che tutti noi conosciamo

BRUXELLES, QUALCHE FOTO…

Eccole  qua  >>

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: