
|
Qualche piccola notazione:
- Al tempo in cui si svolge questa scenetta, Georges Simenon è già un autore best seller, è giàconosciutissimo a livello internazionale.A quei traguardi è arrivato per i fatti suoi, senza ricorrere a “maghi del best seller”. Semplicemente, i libri che scriveva Simenon la gente li comprava, li leggeva, li amava. Punto.
- Forse questo particolare passaggio del libro di Simenon mi ha particolarmente colpita perchè ero reduce nonchè stremata dalla lettura di quel no-io-sis-si-mo polpettone di quell’autore americano che oggi viene proposto in per ogni dove e sbandierato come “l’Autore Americano”?Chissà, forse. Anzi. E’ molto probabile. Quando una s’è sciroppata 600 e passa polpettosissime pagine è chiaro che comincia a canticchiar “Vendetta, tremenda vendetta”…Ma lasciamo perdere.
- Se poi mi sposto definitivamente dalla parte del Lettore, questa pagina di Simenon mi ricorda immediatamente quell’altra splendida pagina di Robert Walser che avevo già proposto >> qui

A proposito poi di best seller, strategie editoriali, rapporti tra Simenon e i suoi editori può essere interessante dare un’occhiata a:
- Pierre Assouline sul rapporto tra Simenon e i suoi editori (in italiano) >>
- “Negli Anni Trenta, il fondatore, Gaston, lanciava i bestseller per poter pubblicare gli autori che vendevano meno. Se hai Simenon che ti scrive sette libri in un anno, allora puoi pubblicare Cioran che vende 500 copie. Solo che poi le 500 copie continua a venderle per trent’anni». (Teresa Cremisi, Direttore Editoriale di Gallimard. Testo completo dell’intervista >> qui)
- …Poi qualcuno si accorse che anche Simenon non solo continuava a (far) vendere, ma che più lo si conosceva, come autore, più lo si apprezzava…