Carlo Emilio GADDA, Un gomitolo di concause. Lettere a Pietro Citati (1957-1969), a cura di Giorgio Pinotti, Piccola Biblioteca Adelphi, pp.239, 2013
Sono molto contenta di poter ospitare su NonSoloProust alcune considerazioni di Dragoval (>> qui la sua libreria su aNobii) su questo libro che riguarda due personaggi della letteratura italiana da me molto apprezzati.

di Dragoval
Cui dono lepidum novum libellum
Con feroce ironia, il verso catulliano potrebbe alludere all’intricatissima vicenda editoriale delle opere di Gadda, stressato, ricattato, vessato (a sentir lui) dagli editori Garzanti, Einaudi e Mondadori che si contendono aspramente le sue opere, e di cui molto veniamo a sapere grazie alla corrispondenza del Gaddus con Pietro Citati, collaboratore di Garzanti nonché, come detto in quarta di copertina, mediatore tra Gadda e il mondo.
Il Gadda di queste lettere appare nevrastenico, malato e costretto a regimi iposodici e ipocalorici malgré soi, che peraltro non sembra abbiano effetti rilevanti sulla sua salute.
Gli spostamenti lo terrorizzano e lo stancano; l’umore è tetro, amareggiato dalle polemiche dovute a sue opere risalenti anche a vent’anni prima e oltre (allusioni a noti e a meno noti in Giornale di guerra e di prigionia, Eros e Priapo e La Cognizione del dolore, che lo costringono a ritardatarie e frenetiche ritrattazioni); il lavoro creativo è compromesso dalla necessità di scrivere, riscrivere e correggere scritti promessi a questo e a quell’editore; i ritardi e l’inabilità a districarsi lo relegano in una posizione di colpevole quanto rancoroso disagio.
Da qui, filtrano,tuttavia, anche l’affetto per l’olimpico Citati (che imperturbabile sembra assorbire e rintuzzare con garbo e pazienza le ubbie del suo interlocutore), l’interesse per il suo (di Citati) lavoro critico – nello specifico su Goethe- ed alcuni insospettabili e gustosi retroscena, come le serate romane in compagnia di Moravia-Morante-Pasolini, l’amicizia con Parise, il reverente affetto per don Benedetto (Croce), consulente d’eccezione per la parte napoletana della lingua del Pasticciaccio .
Doviziosissimo l’apparato critico, esegetico e testuale, del curatore Giorgio Pinotti, indispensabile per dipanare il fittissimo gnommero di rimandi, allusioni e sottintesi, intra ed extratestuali, di cui sono inestricabilmente intessute queste lettere.
La scheda del libro >>
Cara Gabrilù, seguo e apprezzo da tempo, anche se in silenzio, il tuo ottimo blog, spunto di letture sempre interessanti, ma faccio coming out per correggerti: la persona al centro della foto non è Gianfranco Contini ma Alfredo Schiaffini, storico della lingua italiana. A presto rileggerti Costa
@Costa
Grazie della precisazione.
La foto in realtà proviene dal sito di Radio3 della RAI, che ha dedicato la puntata del 10/02/2014 della trasmissione “Qui comincia….” proprio all’epistolario Gadda-Citati e la didascalia indica Citati, Contini, Gadda.
Vedere >>qui e >>qui,
In effetti ho poi trovato una pagina dell’Università degli Studi di Milano in cui la scheda dedicata all’Archivio Schiaffini è corredata da una foto dello stesso che sembra proprio “ritagliata” da quella riportata dal sito di Radio3 in cui si trova con Gadda e Citati.
Il tutto si può vedere >> qui
Grazie per il contributo che ha consentito queste precisazioni ed approfondimenti.
Spero che adesso non ti ritiri di nuovo nell’ombra (per parafrasare il notissimo “Per favore, lasciatemi nell’ombra” del nostro Gaddus 😉 e che potremo tornare a rileggerti.
Un grazie a Val, per il post molto interessante. Ma anche a Gabri per averlo ospitato nel suo Blog.
@carloesse
Grazie a te 😉
Ho letto con molta attenzione ” un gomitolo di concause” bella espressione ritrovata in una delle lettere. Commossa da Gadda, un uomo che mi suscita familiarità e tenerezza umana, l’ avevo per caso visto e ascoltato in una vecchia trasmissione su rai storia: un’esperienza profonda e tragica della vita, che esprimeva con umiltà e modestia, ora sono alle prese con il pasticciaccio, con la famiglia Karnowski, e con i folgoranti racconti di Alice Munro, molti dei quali perfetti.
Non sono abituata al linguaggio sui blog, che trovo poco congeniale a me. Sono le prime volte che lascio commenti, troppo personale il mio tipo di comunicazione.
Complimenti al blog, mi ha interessato e colpita lo spazio che casualmente avevo scoperto, hai dedicato a Vasilij Grossman.
@Francesca
non so cosa esattamente tu intenda dire con “non sono abituata al linguaggio sui blog”. Nemmeno io so come si scrive su un blog. Scrivo e basta.
…Che belle letture che hai in corso! 🙂
Su Gadda tornerò presto. Mi fa sempre molto piacere constatare quanto venga ricordato, apprezzato, amato.
In barba a tutti quelli e quelle che nei salotti buoni delle TV sfilano in processione sbandierando il loro librino da propagandare; librino che, nel migliore dei casi, durerà due o tre mesi prima di piombare giustamente nel macero del dimenticatoio.
Gadda è uno di quegli autori che, personalmente, mi fa riscoprire la Grande Letteratura Italiana (le maiuscole non sono casuali).
Ciao e grazie! 🙂
Volevo dire non sono abituata a lasciare commenti, sono le prime volte. Ho usato in modo improprio la parola blog, sul blog tu scrivi e basta.ciao e grazie a te per l’attenzione ad ogni commento
@Francesca
guarda che avevo capito 🙂
Spero di rileggerti ancora, chè anche se qualche volta ritardo di molto, nel rispondere ai commenti, prima o poi rispondo 🙂