AUGURI O SCONGIURI?

 

 

Questo è il can-can tratto dal film Moulin Rouge di John Huston del 1952.

Di can-can su YouTube se ne trovano a bizzeffe. Ma io cercavo questo, proprio questo del film di John Huston (sapete, quando una si fissa…). E questo ho finalmente trovato e metto, anche se la qualità video non è delle migliori.

Ma il can can dei tempi di Toulouse Lautrec val bene qualche piccolo fastidio visivo, n’est pas? 🙂

E… a proposito: Buon Anno.

Anche se, guardandomi in giro, penso che più che auguri, per traversare indenni i prossimi mesi e il prossimo anno ci servirebbero scongiuri…

ToulouseLautrec

SWINGING BACH…A LIPSIA

Bobby McFerrin

 

Non è un concerto recente (ma quando mai, cari Happy Few, qui avete trovato “le ultime novità”? Perciò non fate quella faccia  compunta e seriosa, che vi vengono le rughe   🙂 ).

Questo concerto l’ho trovato oggi su YouTube, e mi è piaciuto tanto da volerlo proporre anche qui.

Pensate: live dalla Marktplatz di Lipsia, si, proprio Lipsia, la città di Bach. La Tana del Lupo. Ci vuole un bel coraggio, a proporre qui uno  swinging Bach… 🙂

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LE LUNGHE FRASI DI PROUST [4]

 

Qual è la frase più lunga di tutta Alla ricerca del tempo perduto?

Forse questa (scrivo “forse” perchè con Proust io — che di Proust non sono certo una specialista — non sono mai sicura di nulla) suggerita >>qui da un visitatore di questo blog che si firma ernestohofmann e che ringrazio molto.

E’ una frase composta da ben 891 parole, 5681 caratteri. Si trova all’inizio di Sodoma e Gomorra, là dove — come scrive lo stesso Proust nell’epigrafe del volume — abbiamo la “Prima apparizione degli uomini-donne, discendenti da quegli abitanti di Sodoma che furono risparmiati dal fuoco del cielo.”

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BUON NATALE!

 

Palermo Teatro Massimo

Quest’anno, i miei auguri  di Buon Natale voglio  farveli  con questo video del concerto “A Christmas Carol” del Coro di Voci Bianche del Teatro Massimo di Palermo del 14 dicembre 2014 e con qualche foto che ho scattato  oggi 🙂

 

Palermo Teatro Massimo Natale 2014

 

Palermo Teatro Massimo

LA PARIGI DI MODIANO

I romanzi di Modiano sono pieni di nomi di strade, di luoghi, di stazioni di métro, di alberghi di Parigi.
Ci sono i romanzi ambientati in un determinato quartiere e lo esplorano fino nei suoi angoli più remoti – là un hotel, là un garage, un caffè, un cinema, una stazione di polizia… E quelli in cui i personaggi, al contrario, attraversano tutta la città — a piedi e di notte, generalmente — ad un punto tale che il semplice passaggio da una riva all’altra della Senna diventa vera e propria rottura temporale. E poi c’è anche una manciata di romanzi (come Les boulevards de ceinture in italiano Viali di circonvallazione ) che girano tutt’intorno Parigi e non si avvicinano alla capitale che, appunto, per i Grands Boulevards.

C’è la Parigi dell’Occupazione nazista in cui Modiano è nato e che — come a Stoccolma ha detto egli stesso nel suo discorso all’Accademia Svedese — egli considera “un mauvais rêve”.

Questa Parigi non ha mai cessato di ossessionarlo e l’ha marcato profondamente: “a toujours été pour moi comme une nuit originelle. Sans lui je ne serais jamais né. Ce Paris-là n’a cessé de me hanter et sa lumière voilée baigne parfois mes livres.
Voilà aussi la preuve qu’un écrivain est marqué d’une manière indélébile par sa date de naissance et par son temps”.

C’è la Parigi di oggi. Ma nelle pagine dei libri di Modiano, e nonostante il brulicare di decine e decine di indirizzi e di nomi di hotel e di caffè, non sempre queste Parigi risultano per noi lettori immediatamente riconoscibili.

Perchè l’uso che Modiano fa della toponomastica e della cartografia parigina è molto, molto particolare.

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