SHOSTAKOVICH CONTRO STALIN. LE SINFONIE DELLA GUERRA

Shostakovic

The War Symphonies: Shostakovich against Stalin “Le Sinfonie della guerra. Shostakovich contro Stalin” è un documentario di Larry Weinstein.

Un film sul grande compositore russo Dmitri Shostakovich e il suo tormentato rapporto con lo strapotere e il terrore stalinista. L’ho trovato bellissimo, mi ha molto emozionata e dunque voglio proporlo anche qui.

Per la cronaca: ci sono almeno due o tre libri che ho letto recentemente dei quali avevo intenzione di parlare. Ma ormai ho imparato ad accettare il fatto che non sono io a decidere quali post scrivere, ma sono i post che decidono di farsi scrivere.

E così questa volta su NonSoloProust si parla di un autore, si, ma non di uno scrittore. Di un musicista.

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CIMITERI – GIUSEPPE MARCENARO

Giuseppe Marcenaro Cimiteri
Giuseppe MARCENARO, Cimiteri. Storie di rimpianti e di follie, pp. 240, Bruno Mondadori, 2008

“Sovente guardo la mia biblioteca come alla raffigurazione casalinga di un cimitero. La grande scaffalatura a parete è un superbo colombario senza un fine riconoscibile. I nomi degli autori impressi sui dorsi sono il paradigma immaginario delle epigrafi di un cinerario. I libri “morti” stanno lì per anni, non cercati, dimenticati. Dietro a ogni dorso, in polvere cartacea, persiste il riassunto delle esistenze. Silenziose. Beato l’uomo capace di risvegliare un testo. Che equivale a resuscitare un morto.”

Che libro delizioso, colto, arguto, spiritoso, documentato, questo Cimiteri!

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I NERI QUADERNI DI HEIDEGGER

L’ho già mandata in orbita su Twitter e su Facebook, questa notizia che ho trovato sul Corsera, ma la voglio girare anche qui.

Perchè sono ben lieta del fatto che finalmente a proposito del tema Heidegger e il nazismo, Heidegger e l’antisemitismo si può cominciare a parlare non per “si dice” ma sulla base di documenti autografi. Finalmente abbiamo davanti quella che a me sembra proprio una “pistola fumante”.

Sta infatti per essere pubblicato in Germania dall’editore Klostermann il nuovo volume dei Quaderni neri di Heidegger.

Si tratta delle Note risalenti al periodo che va dal 1942 al 1948. Leggo che fa parte del volume, di 560 pagine, anche il quaderno del 1945/46, che sembrava fosse andato perduto e che a quanto pare è stato recuperato la scorsa primavera.

Spero che finalmente tutti i “si, ma, però, bisogna considerare che etc. etc.” ed i sottili e capziosi e raffinati distinguo che ho sempre letto ed ascoltato quando si tratta di affrontare il tema Heidegger e l’antisemitismo… spero proprio che questa volta troveranno ben poco spazio di manovra.

ALBUM DI FAMIGLIA

 

Piero Violante Swinging Palermo

Swinging Palermo di Piero Violante.

Libro che sto divorando, che mi sta emozionando, che parla di tanta, ma proprio tanta gente che ho conosciuto, che ho magari solo incrociato, o che ho avuto come maestri e/o esaminatori. O che ho avuto come amici.

Il libro mi tocca troppo da vicino per azzardarmi a fare una recensione. Ma almeno una citazione si, voglio farla.

Perchè mi piacerebbe molto che questo libro venisse letto non solo da noi palermitani.


“Con puntigliosa precisione, la morte ha sottratto alla città e ai nostri affetti figure che hanno segnato l’orizzonte delle nostre aspettative umane, civili, culturali. Ridotta la schiera degli anni Venti, nel mirino c’è sempre più la generazione degli anni Trenta: i fratelli maggiori dei nati attorno alla fine della guerra. A quelle generazioni abbiamo guardato. Le abbiamo considerate forti perché hanno impresso un timbro civile a questa città. È il nostro album di famiglia. Una gloriosa schiera di personaggi capitanata da Leonardo Sciascia. Intelligentissimi, preparatissimi, caparbi, radicati in Sicilia eppure dotati di un grande respiro europeo. Affastello alcuni dei nomi del mio mausoleo che è insieme pubblico e privato: Antonio Guccione Monroy, Antonino Noto, Giacinto Lentini, Vincenzo Tusa, Beppe Fazio, Mario Mineo, Rosario La Duca, Napoleone Colajanni, Vittorio Nisticò, Giuliana Saladino, Marcello Cimino. Tutti legati dal vincolo generazionale e tuttavia biografie diversissime accomunate da una passione culturale e civile che ci ha «formato» e galvanizzato. Era la nostra classe dirigente”
[…]
“Figure diversissime con il tratto comune di generazioni che, uscite dalla guerra, si lanciarono, con fantasia ed energia, per destrutturare antichi cliché, per tenere Palermo al passo con la modernità o per scavalcarla.

Ragionando su di loro, ci siamo però sorpresi in tanti a parlare di irripetibilità di una stagione. Come se il meccanismo della trasmissione si fosse per sensore inceppato; come se quel largo blocco-carré che ha alimentato e difeso la nostra
giovinezza, irrobustito la nostra maturità, fosse diventato soltanto un drappello sempre più esiguo, esposto senza scampo al fuoco di tempi oscuri.

Una generazione forte, quella degli anni Venti, cresciuta con il fascismo, ammaliata in maggioranza da Croce, tentata da Gentile, conquistata da Gramsci, in cerca di curiose simbiosi tra liberalismo socialismo e comunismo. Alcuni ruppero le righe disillusi dal ’56 in Ungheria per divenire socialisti; altri aspettarono Praga ’68, se non il crollo del muro di Berlino nell’89 e l’ammaina bandiera del Cremlino. Una generazione di intellettuali di affermate radici locali, ma istintivamente europei, curiosi, pignoli, ironici, ferratissimi, ostinati, sempre pronti a prendere posizione, a sfidare il paradosso, disincantati, ma abbarbicati ai valori della libertà e difensori dei diritti sociali.”

 
N.B. I grassetti della citazione sono miei

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