
Boris Pasternak e Sergej Eizenstein
“Giaceva sul fianco, il viso rivolto alla parete, accigliato, grande, nascosto fino al mento dal lenzuolo, con la bocca socchiusa, come in sonno. Voltando fiero le spalle a tutti, anche così disteso, anche nel sonno, sembrava slanciarsi caparbiamente chissà dove e allontanarsi. Il suo volto mi riconduceva ai tempi in cui aveva detto di sé “bello, ventiduenne”, perché la morte aveva ossificato la mimica, che raramente le capita di serrare tra i suoi artigli. La sua era un’espressione con cui dà inizio e non si mette fine alla vita. Era imbronciato e indignato”.
Così scrive Boris Pasternak del cadavere di Majakovskij ne Il salvacondotto.
Raggiunto dalla notizia del suicidio di Vladimir Majakovskij anche Pasternak, come tanti altri, quella mattina del 14 aprile 1930 accorse nella stanza dell’appartamento n.12 al terzo piano dell’edificio in passaggio Lubjanskij anche se i due non si piacevano reciprocamente e di lui aveva detto, come riporta Serena Vitale in Il defunto odiava i pettegolezzi:
“Posava apertamente, ma per l’ansia e la febbrilità segrete su quella posa c’erano gocce di sudore gelido”.
Eppure, con In morte di Majakovskij, Pasternak scrisse — fosse sincera o no — una delle sue poesie più belle.
La propongo recitata (meglio farei a dire “interpretata”) da Carmelo Bene
Boris Pasternak – In morte di Majakovskij
Non ci credevano. Pensavano fandonie.
Ma lo apprendevano da due, da tre, da tutti.
Si mettevano affianco,
nella riga del tuo tempo fermatosi di botto,
case di mogli di impiegati e di mercanti.
Era un giorno, un innocuo giorno più innocuo
d’una decina di precedenti giorni tuoi.
Si affollavano allineandosi nell’anticamera
come allineati dal tuo sparo
Tu dormivi.
Spianato il letto sulla maldicenza dormivi.
E cessato ogni palpito eri placido,
bello, ventiduenne,
come aveva predetto il tuo tetrattico
Tu dormivi stringendo al cuscino la guancia,
dormivi a piene gambe, a pieni mallèoli,
inserendoti ancora una volta di colpo
nella schiera delle leggende giovani.
Tu ti inseristi in esse con più forza,
perchè da te raggiunte con un balzo
Il tuo sparo fu simile ad un Etna
in un pianoro di codardi e di codarde.
Oh, s’io avessi allora presagito,
quando mi avventuravo nel debutto,
che le righe con il sangue uccidono,
mi affluiranno alla gola e mi uccideranno.
Mi sarei nettamente rifiutato
di scherzare con siffatto intrigo.
Il principio fu così lontano,
così timido il primo interesse
Ma la vecchiezza è una Roma
senza burle e senza ciance
che non prove esige dall’attore
ma una completa autentica rovina.



Note a margine
Nel video, la musica che accompagna la recitazione di Carmelo Bene è tratta dal meraviglioso Requiem Tedesco di Johannes Brahms (“Ein deutsches Requiem Op. 45“). Il brano in questione fa parte del Secondo Movimento, anche detto “Denn alles fleisch, es is wie Gras”.)
Nella realtà, al funerale di Majakovskij venne invece suonata la Marcia Funebre di ChopinLa poesia di Pasternak faceva parte dello spettacolo “Bene! Quattro modi di morire in versi” in cui Bene interpretava poesie di Blok, Esènin, Pasternak e dello stesso Majakovskij.
Il video integrale dell’intero spettacolo si può vedere >>QUI
Adattamento testi di C.B. e R. Lerici; traduzioni di: I. Ambrogio, R. Poggioli, A. M. Ripellino, B. Carnevali; riduzione, adattamento, regia e voce recitante C.B.; scene M. Fiorespino; direttore della fotografia G. Abballe; musiche di V. Gelmetti; voce solista C:B.; assistente alla regia C. Tempestini; mixer video A. Lepore; operatori RVM: M: Nicoletti, E. Piccirilli; produzione RAI
Sui rapporti tra Pasternak e Majakovskij, qualche link di approfondimento
- Vittorio Strada, Majakovskij, il gigante fragile (Corriere della Sera, 16 Marzo 1999). Un articolo su un discorso del 1933 con il quale Pasternak riabilita il poeta rivoluzionario che era stato suo rivale.
- Vittorio Strada, Majakovskij e Pasternak Rivoluzione contro Disincanto (Corriere della Sera, 31 Luglio 2000)
- Sul blog Dietro le parole una bella recensione del libro Il salvacondotto di Boris Pasternak .
Cara Gabrilù,
supero le mie reticenti pigrizie e senza indugio devo trasmetterti il mio pensiero.
Già il tono confidenzile per la mia prima scrittura ti farà comprendere quanto ti senta vicina in quei momenti improvvisi della giornata in cui decido, senza preavvisi, di visitare il tuo blog.
E allora è d’obbligo manifestarti tutta la mia Gratitudine per tutto ciò che pubblichi; è sempre una nuova scoperta ciò che leggo, e nutrimento…
Infinitamente ringrazio.
Monica
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Monica
sono io che ringrazio te, e sono sempre felice quando qualcuno mi dice che da un qualche mio post ha tratto lo spunto per una lettura, un ulteriore approfondimento…
Spero di rileggerti, e che non ti lasci bloccare da “reticenti pigrizie”
Ciao! 🙂
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