
“La guerra è qualcosa di inesauribile: per quanto tu ne abbia scritto ti sembra sempre di aver omesso qualcosa, che qualcosa sia rimasto inespresso.”
Questa frase di Elena Rževskaja vale sicuramente anche per me lettrice: il tema è inesauribile. Per quanto ne legga, mi sembra sempre di non averne letto, di non saperne ancora abbastanza.
Memorie di una interprete di guerra di Elena Rževskaja è un libro che offre molti spunti di interesse, da quello più strettamente individuale e personale a quello più generale della Grande Storia.
Narra infatti l’esperienza di una giovane ebrea sovietica di ventidue anni che si fa quattro anni di guerra arruolata come interprete al seguito del Quartier Generale di quella Terza Armata che sul primo fronte bielorusso si muove da Mosca arrivando fino a Berlino. A Berlino, penetrati i sovietici nella Cancelleria del Reich Elena Kagan (questo il suo vero nome, ha poi scelto di chiamarsi Rzevskaija in onore della città martire di Ržev) si trova, per una serie di circostanze, ad essere testimone in prima persona di eventi storici estremamente importanti e ad avere lei stessa un ruolo attivo e molto delicato nelle frenetiche settimane che seguirono la catastrofe tedesca.
Sarà infatti la donna che all’inizio del maggio di 4 anni dopo la partenza da Mosca, entrata da poco nella Berlino appena conquistata dall’Armata Rossa, scoprirà i cadaveri semicarbonizzati di Goebbels, della moglie Magda, dei 6 piccoli figli assassinati da loro stessi, quattro spessi quaderni di diari e la corrispondenza di lavoro di Goebbels, i diari di Martin Borman ed altri importanti documenti che la Kagan tradurrà. Tradurrà anche i fascicoli in cui Magda Goebbels aveva annotato meticolosamente l’inventario dei beni di famiglia.
Continua a leggere “MEMORIE DI UNA INTERPRETE DI GUERRA – ELENA RZEVSKAJA”