QUESTA PARIGI

 

Bd St Germain
Tavolini di una brasserie in Boulevard Saint-Germain

Sono tornata.
Anche quest’anno ho trascorso a Parigi tutto il mese di agosto. E’ ormai il quinto anno consecutivo che scelgo di passare buona parte dell’estate in questa città, ma dall’anno scorso molte cose sono, inevitabilmente, cambiate.

Nel gennaio del 2015 c’era stato il massacro alla redazione di Charlie Hebdo (12 morti). C’erano stati poi gli attacchi sventati ad alcune chiese cattoliche, l’episodio del ferimento di tre persone sul treno Amsterdam Parigi. Il 13 novembre la strage del Bataclan, nel luglio 2016 la strage di Nizza.

Il 27 luglio, due giorni dopo il mio arrivo a Parigi, in una chiesa a Saint-Etienne-du-Rouvray in Normandia veniva sgozzato un prete mentre celebrava messa.

Il piano Vigipirate rafforzato, nuove leggi antiterrorismo entrate in vigore…stato di emergenza prolungato fino al 2017…

Gli effetti di tutto questo non potevano non avvertirsi, ed infatti io li ho avvertiti fin dal momento in cui a Palermo sono salita sull’aereo diretto a Parigi.

Non voglio farla lunga, anche se avrei molto da raccontare.

Mi limito a dire dell’aereo semivuoto all’andata (niente solite orde di turisti italiani schiamazzanti, solo pochi francesi che tornavano in patria dopo le vacanze), aereo pieno invece di francesi che calavano in Sicilia nel volo di ritorno. Normalmente, il volo Palermo-Parigi-Palermo era sempre al completo. Quest’anno no. All’aeroporto internazionale di Orly, pattugliato da militari in tuta mimetica e mitra e Polizia Nazionale, gli altoparlanti ripetevano incessantemente l’avvertimento “ogni bagaglio lasciato incustodito verrà immediatamente distrutto” e che “si invitano tutti i viaggiatori a segnalare subito qualunque anomalia, qualunque persona dal comportamento/atteggiamento sospetto”. Cosa più facile a dirsi che a farsi, nella marea di gente di tutto il mondo che va e che viene, abbigliata nelle fogge più varie…

Di cosa potrei parlare? Delle carovane di enormi pulmann zeppi di turisti con cappellino e bandierina quasi completamente scomparse dalle strade parigine? Della facilità di trovar posto in bistrot e ristoranti dove fino all’anno scorso dovevi fare a gomitate per conquistarti uno strapuntino o giocare astutamente con gli orari per la serie: “mi presento prima di tutti o dopo di tutti?”? Sparite le lunghissime code delle carovane di turisti giapponesi che alle Galeries Lafayette facevano shopping selvaggio negli stand di Chanel, Longchamp, Dior, Prada, Gucci…Niente code interminabili all’ingresso della Sainte Chapelle e in altri luoghi famosi presi in genere d’assalto dai turisti di tutto il mondo. All’ingresso dei grandi centri commerciali, dei negozi più importanti si viene invitati ad aprire borse e zaini, spesso viene utilizzato anche il metal detector. Passeggi per i boulevards e sui tavolini di molti bistrot e brasseries si trovano manifesti che invitano ad arruolarsi nell’esercito di terra. Posti disponibili 15.000. La foto che ho inserito all’inizio del post, scattata nel Boulevard Saint-Germain è un esempio.

Ammetto che, per quanto mi riguarda, l’impatto è stato notevole e non mi vergogno di dire che la prima settimana la sensazione di straniamento è stata molto forte. Poi mi sono abituata a convivere con questa particolarissima atmosfera in cui tutti (indigeni e turisti) facevamo le cose “come se” tutto fosse normale, ed ho finalmente ricominciato a godermi Parigi.

Già. Perchè questa Parigi abbandonata dalle suddette mandrie con cappellino e bandierina; questa Parigi in cui i turisti erano presenti a coppie, piccole famiglie, gruppetti di amiche/amici che, evidentemente questa città amano e non la abbandonano solo perchè insomma non è proprio un momento buono testimoniavano che una città che si ama non la si diserta solo perchè a qualche squinternato può venire l’idea di… .

Insomma, questa Parigi mi è apparsa sempre e comunque bellissima.

Vetrina
Vetrina di un negozio in Boulevard Haussmann

Metto solo qualche foto che ho scattato. Come sempre, non hanno alcuna pretesa “artistica”, ma per me sono significative perchè documentano alcune cose che fino all’anno scorso non c’erano. Cliccare sulle immagini per ingrandirle.

Giornali
Mercato domenicale della Bastille.
Il crollo del turismo in Francia causato dalla paura degli attacchi terroristici sulle prime pagine dei quotidiani

 

Bvd St.Michel
Principali fermate di bus e Metro presidiate da militari e Polizia Nazionale.
Qui è Place Saint-Michel

 

Vigipirate
Cartello del piano di prevenzione Vigipirate all’ingresso del magnifico edificio dell’Hotel de Sully, nel Marais
pallinopallinopallino

Per quel che riguarda le letture, questa è stata per me l’estate di grandi classici inglesi. L’ultimo Trollope che ancora non avevo letto e che mi tenevo da parte da molto tempo, e riletture di tre colossali Dickens.

E poi, si, certo, ho letto anche qualcosa d’altro. Ne parlerò? Forse.

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Proprio mentre abbozzavo questo post, a Parigi scoprivano quattro bombole di gas in una macchina davanti Notre Dame, venivano fermate tre donne che, secondo il  ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve – preparavano “nuove azioni violente e imminenti” (la notizia si può leggere anche >>qui)

Tempi difficili, riprendendo il titolo di uno dei romanzi di Dickens appena riletti.

 

Autore: Gabrilu

https://nonsoloproust.wordpress.com

13 pensieri riguardo “QUESTA PARIGI”

  1. Ci sono città, luoghi che ami di intuito e per altri motivi non spiegabili: trovo inaccettabile che una maggior “vivibilità”, una minore abbondanza di turismo volgare e di massa debba coincidere con l’inizio dell’agonia anticipata di una civiltà tout court.
    Il tuo testo è una perfetta cartella clinica, i parenti stanno fuori nel corridoio in attesa degli eventi e della prognosi.Leggere un buon libro può essere una splendida fuga. Sono tempi difficili, si aggraveranno.

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    1. Enzo
      il punto per me è stato il potermi godere una Parigi “a dimensione umana” in cui non avevo sempre a che fare con lunghe code, nel non trovarmi a dover sgomitare in locali iperaffollati da turisti schiamazzanti, in cui potevo godermi le passeggiate sui boulevards o nelle piccole stradine del Marais o della Rive Gauche… ma sempre con un sottile senso di colpa perchè sapevo che questo mio piacere lo dovevo a cause sinistre e “disumane”.
      Ciao, grazie e a rileggerti presto spero

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  2. Il registro referenziale di gabrilu ( ben tornata!) è perfetto nel descrivere senza aggettivi, avverbi o commenti il dato reale. Non so se si parli di una ammalata ( Parigi) di cui si attendono le notizie mediche. Certo è che non si possono ignorare le contraddizioni di questo viver nostro attuale. La città è ora più umana, per cause disumane… Tragico ma vero. Forse allora non sarebbe male interrogarsi un po’ su queste modalità “ vitalistiche” di invasione delle città ( un esempio per tutti, Venezia) http://winckelmann.wordpress.com/ e su molto altro. Ai tempi del Bataclan, mi piacque e mi convinse una riflessione di Jerome Ferrari , apparsa su “ Repubblica” http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/11/26/non-lasciamo-che-le-emozioni-ci-impediscano-di-comprendere10.html, una voce che riusciva a dire cose diverse ( anche se come romanziere non mi poi convinta), non retoriche e comunque invitava ad una riflessione.
    Insomma – e concludo- sciogliere le contraddizioni forse non è facile, ma percepirle e guardarle forse ci tocca.

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    1. Renza grazie per queste tue flessioni, che condivido. Seguo anch’io, come forse sai, le vicende veneziane attraverso il blog di winckelmann, e rimango inorridita dalle cose che racconta. Venezia è, in Italia, forse il caso più eclatante ed appariscente, ma situazioni del genere ce ne sono parecchie in tutta Italia purtroppo. ciao ed alla prossima!

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  3. Bentornata! Un commento che forse ci può tutti consolare. Nonostante quanto si vede per le strade di Parigi, la Francia continua ad essere attiva anche nel settore dei libri e della cultura. Sono abbonato a Gallica, la newsletter della Biblioteque Nationale: anche in agosto è proseguita l’attività di digitalizzazione dei documenti da salvare. 70.000 documenti.

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    1. Vito ah, ma se è per questo, per quel che mi risulta a Parigi tutto procede come stabilito, che io sappia non hanno stravolto o modificato programmi. Anche in agosto, mentre ero lì, non è stato annullato alcun evento programmato.
      E nessuno — giusto per citare un tema di attualità — nonostante tutti i problemi che hanno e con tutti i problemi che hanno avuto in giugno per i campionati di calcio ed anche se come è naturale molti parigini esprimono legittime perplessità, nessuno che io sappia si sta minimamente sognando di mettere in discussione la candidatura di Parigi alle Olimpiadi del 2024 e tantomeno di chiederne il ritiro.
      Infatti io, da ieri pomeriggio e dopo il colpo di ramazza dato alla candidatura di Roma mi sento serenamente autorizzata e legittimata a tifare decisamente

      http://www.paris2024.org/fr

      🙂 🙂 🙂

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