LO SCHIAVISTA – PAUL BEATTY

 

Paul Beatty
PAUL BEATTY

“Allo zoo mi sono fermato davanti alla gabbia dei primati, ad ascoltare una donna che si meravigliava per l’aria ´presidenziale’ del gorilla da duecento chili seduto a cavalcioni di un grosso ramo di quercia reciso, a tenere d’occhio la propria ingabbiata discendenza. Quando il fidanzato ha dato un colpetto col dito al cartello informativo e le ha fatto notare che per combinazione il maschio ‘presidenziale’ si chiamava Baraka, la donna si è messa a ridere forte finchè non ha visto me, l’altro gorilla da duecento chili nei paraggi, mentre mi cacciavo in bocca qualcosa che poteva essere l’ultimo avanzo di un ghiacciolo Big Stick o di una banana Chiquita. A quel punto è scoppiata in lacrime, e in preda alla disperazione ha chiesto scusa per aver detto ciò che pensava e per il fatto che ero nato. ´Alcuni dei miei migliori amici sono scimmie’, ha aggiunto per sbaglio. Allora è toccato a me mettermi a ridere.”

Gli USA sono davvero ormai un Paese post-razziale? Il razzismo è un problema superato? Bonbon, il protagonista nero di questo romanzo, appassionato di agricoltura sperimentale e che produce eccellenti angurie quadrate non ne è affatto convinto:

“Anche se non è complicato coltivarle e sono anni che le vendo, la gente ancora impazzisce quando vede un’anguria quadrata. È come per la storia del presidente nero, dopo ormai due mandati in cui lo abbiamo visto pronunciare il discorso sullo stato dell’Unione in giacca e cravatta: uno potrebbe anche essersi abituato alle angurie quadrate, eppure per qualche motivo non è così.”

Continua a leggere “LO SCHIAVISTA – PAUL BEATTY”

PHILIP ROTH E “IL COMPLOTTO CONTRO L’AMERICA”

Philip Roth Il complotto contro l'America

“E come l’elezione di […] non avrebbe potuto chiarirmi meglio, lo svolgersi dell’imprevisto era tutto.
Preso alla rovescia, l’implacabile imprevisto era quello che noi a scuola studiavamo col nome di «storia», la storia inoffensiva dove tutto ciò che nel suo tempo è inaspettato, sulla pagina risulta inevitabile. Il terrore dell’imprevisto: ecco quello che la scienza della storia nasconde, trasformando disastro in un’epopea.”

>>>Philip Roth, Il complotto contro l’America, tit. orig. The Plot Against America, traduz. Vincenzo Mantovani, Einaudi<<<

Riletto in questi giorni sull’onda delle elezioni presidenziali in USA.

Pur facendo gli opportuni e necessari distinguo tra la situazione descritta da Roth e la situazione che si è venuta a determinare negli USA con la elezione di Donald Trump a 45° Presidente degli Stati Uniti d’America ho trovato questo romanzo — che definirei tra l’autobiografico e il fantapolitico — scritto da Roth nel 2004 straordinariamente attuale ed anche molto inquietante perchè non può non farci riflettere sui pericoli che la democrazia corre in ogni momento della storia e su quanto nessun Paese al mondo possa essere ritenuto immune da pericoli di derive autoritarie.

Pur non essendo Il complotto contro l’America — almeno a mio parere — uno di quelli che personalmente considero i Grandi Romanzi di Roth (Pastorale americana, La macchia umana, Ho sposato un comunista) è tuttavia, pur con i suoi alti e bassi, con alcuni momenti di stanca ed alcuni snodi narrativi non perfettamente risolti un libro di alta qualità nella produzione narrativa del grande scrittore americano.

Non mi dilungo a parlarne perchè la scrittura di Roth, la ricostruzione degli ambienti, la caratterizzazione dei personaggi, l’approfondimento delle dinamiche sociali, le parti davvero stupende che contiene hanno fatto si che il libro sia stato, negli anni, ampiamente e giustamente recensito, commentato e discusso. Chi volesse approfondire, trova anche in rete moltissimo materiale.

Da parte mia, mi limito a segnalare due link di recensioni che ho particolarmente apprezzato:

  • Luca Alvino su Minima&Moralia >>
  • Alessio Brandolini su Fili d’Aquilone >>
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: