
“Da noi, in Germania, quando qualcuno viveva comodamente, si diceva che viveva ‘come Dio in Francia’. Questa espressione significava probabilmente che Dio si trovava bene in Francia, che vi si viveva liberamente e che si lasciava vivere gli altri, che l’esistenza vi era facile e comoda. Ma se Dio ci si trovava bene, in Francia, si poteva dire egualmente, e proprio in virtù di questa concezione del mondo così spensierata, che nemmeno il diavolo ci viveva male”

Lion Feuchtwanger, Le diable en France, tit. orig. Der Teufel in Frankreich, traduz. dal tedesco di Jean-Claude Capèle, Prefazione di Alexander Adler, Postfazione di Jean-Claude Capèle, pp. 360, Le Livre de Poche, 2012
Di Lion Feuchtwanger avevo parlato su NonSoloProust a proposito de I fratelli Opperman, un romanzo del 1933 straordinariamente lungimirante e profetico ricordato anche da Primo Levi ne Il sistema periodico.
Questo Le diable en France è, nella ricca bibliografia del prolifico autore ebreo tedesco, l’unico testo autobiografico. In esso Feuchtwanger racconta della sua prigionia in Francia nel 1940 nei campi di internamento di Les Milles e di Nîmes, della sua evasione e della sua rocambolesca fuga negli Stati Uniti attraverso Marsiglia e i Pirenei salvandosi così dalla morte sicura che avrebbe trovato se fosse caduto nelle mani dei nazisti.
Un libro che però è anche il racconto di un tradimento e l’espressione di un accorato sentimento di delusione. Vedremo presto perchè. Continua a leggere “LE DIABLE EN FRANCE – LION FEUCHTWANGER”