
Vladimir Putin esce dalla cabina elettorale a Mosca.
(Yuri Kadobnov /AFP/Getty Images)
Ho riletto in questi giorni dopo tanti anni Tutto scorre… di Vasilij Grossman, traduz. Gigliola Venturi, pp.229, Adelphi. Libro potente e lucidissimo, come d’ altra parte tutti gli scritti di Grossman. Da questa rilettura stralcio un brano in cui le parole di Grossman suonano ancora, mi pare, in qualche modo sinistramente attuali.
“Morto Stalin, l’opera di Stalin non morì. Allo stesso modo non era morta, a suo tempo, l’opera di Lenin. Lo Stato senza libertà costruito da Stalin vive. Non è sfuggita di mano al partito da lui creato la potenza dell’industria, delle forze armate, degli organi repressivi. Incrollabile, la non libertà trionfa, come prima, da mare a mare; non il minimo scrollone ha subito la regola dell’onninvadente ´ rappresentazione teatrale ‘; continua ad essere in auge lo stesso sistema di elezioni; i sindacati operai sono sempre alla catena come schiavi; come un tempo i contadini mancano di qualsivoglia libertà e del passaporto interno; l’intelligencija di un grande Paese continua – con tutto il suo talento – ad affaticarsi, mormorare, ronzare, confinata in anticamera. Lo Stato continua ad essere governato dalla stanza dei bottoni, identicamente illimitato E’ il potere del dispatcher.
Certo, molte cose si son dovute cambiare, era inevitabile, non si potè farne a meno.
Lo Stato senza libertà è entrato nel suo terzo stadio: Lenin lo ha messo in cantiere, Stalin lo ha innalzato. Ed eccoci al terzo stadio: lo Stato senza libertà è costruito; come dicono i costruttori: entra in uso.
Molte cose, indispensabili durante la costruzione, sono diventate ora inutili. Passato è il tempo in cui si eliminavano dal terreno del cantiere le vecchie casucce, insieme eliminando – costretti a emigrare, deportati – gli abitanti delle palazzine, delle casette, delle casupole, delle casone abbattute.
Nuovi inquilini abitano ora il grattacielo. Certo, molto è ancora da finire, ma non è necessario ricorrere continuamente ai metodi di sterminio del grande capomastro, del vecchio padrone.
Le fondamenta del grattacielo – la non libertà – sono, come prima, incrollabili.Cosa accadrà in seguito? Quelle fondamenta sono davvero così incrollabili?
E’ nel giusto Hegel? E’ davvero razionale tutto ciò che è reale? “
Grossman scrisse queste parole tra la fine degli anni ’50 ed i primi anni ’60 del secolo scorso, Stalin era morto nel 1953, a capo dell’ Unione Sovietica gli era succeduto Nikita Kruschev.
Da allora sono passati più di sessant’ anni. L’ Unione Sovietica si è dissolta, a capo della Federazione Russa c’è l’ex funzionario del KGB Vladimir Putin il quale con la vittoria in questa tornata elettorale 2018 otterrà il suo secondo mandato presidenziale consecutivo, che durerà sei anni. Fu scelto come successore di Boris Eltsin nel 1999, e dopo qualche mese come primo ministro fu eletto presidente. Dopo il primo mandato, per aggirare il limite di due mandati consecutivi, fece eleggere presidente Dmitrij Medvedev, assumendo l’incarico di primo ministro ma continuando di fatto a governare e controllare il paese. Nel 2012 fu rieletto. Se rimarrà al potere per i prossimi sei anni raggiungerà i 25 anni al potere, un record che in Russia sarebbe secondo soltanto a quelli di Iosif Stalin.
Molti di noi oggi si chiedono, guardando alla Russia ed a queste elezioni che si svolgono nel bel mezzo di una nuova “guerra delle spie”: “Cosa accadrà in seguito?”

Di Tutto scorre… avevo scritto sul mio blog nel 2009, all’ epoca della mia prima lettura.
Se qualcuno ne avesse voglia, può dare un’ occhiata >> qui
Dopo aver letto il tuo post, ed essermi ancora una volta commossa ed incantata per la profondità, la lucidità e la precisione delle pagine di Grossman, l’unica risposta possibile mi sembra quella che è stata affermata dal verdetto delle urne, ovvero dopo Putin, Putin . Ma questa è ovviamente soltanto una boutade . Dallo scontro con la Gran Bretagna il Nostro è apparso rafforzato nel suo ruolo di leader carismatico fino a raggiungere percentuali di consenso bulgare, se si considera il trascurabile dettaglio che alle urne si sia recato soltanto il 16% degli elettori. Non voglio fingere di avere competenze di analisi geopolitica all’altezza dell’interrogativo che poni; preferisco invece proporre qui, ben più seria e circostanziata, l’analisi di Gian Piero Piretto, apparsa sul blog “DoppioZero”, relativa- anche- all’impatto mediatico della figura di Putin, che egli ha abilmente saputo costruire :
http://www.doppiozero.com/materiali/putin-il-terribile
Mi è sembrato un interessante contrappunto alle tue riflessioni.
Un saluto
Grazie come sempre per i tuoi contributi,Dragoval 🙂
Premetto che la Russia e lo “spirito russo” mi hanno sempre suscitato una grossa e istintiva diffidenza e, viste le premesse, non mi facevo certo grandi illusioni circa le “libere” elezioni che si tengono in quel paese. Purtroppo, i fatti non mi hanno smentito neanche stavolta.
Concordo con le parole di Grossman; anche se credo che il problema sia molto più radicato e preceda di molto lo stesso Lenin. Mi pare che la Russia sia sempre stata uno “stato senza libertà” e a questo proposito vorrei segnalare le, secondo me, interessantissime “Lettere dalla Russia” di Astolphe de Custine (https://www.adelphi.it/libro/9788845929731). Custine, già nella prima metà dell’800 scriveva infatti: “Le gouvernement russe est une monarchie absolue tempérée par l’assassinat.”, definizione che si attaglia benissimo anche al governo di Lenin, Stalin e dei loro nipotini d’oggidì.
Ivan il libro di de Custine è da tempo nella mia lista d’attesa, sono certa che sia molto interessante ma ancora per un motivo o per l’altro è lì che aspetta il suo momento. Che prima o poi arriverà. Ciao e grazie!