PARIS, S’IL VOUS PLAÎT – ELEONORA MARANGONI

Eleonora Marangoni

Eleonora MARANGONI, Paris, s’il vous plaît, pp. 208, Einaudi, 2022

“proprio perchè la conosco bene ma mai abbastanza, perchè è grande ma non enorme, perchè ci sono cresciuta ma non ci sono nata, perchè ci torno sempre ma non ci abito più, Parigi è uno dei posti in cui mi viene spontaneo camminare senza mai davvero domandarmi dove sto andando, avanzare non per raggiungere un posto, ma per il puro gusto di andare, per guardarmi dentro o osservare le cose da un’ altra distanza. Le mie non sono delle vere flâneries, perchè non dimentico la fame, non resisto al richiamo di negozi, antiquari e cafès. Eppure camminando per Parigi mi è capitato di capire cose e prendere decisioni che hanno contribuito a cambiare la mia vita, a ridefinire il mio rapporto con lei o con altre città.”

Eleonora Marangoni è nata a Roma, si è laureata a Parigi in letteratura comparata e lavora come copywriter e consulente di comunicazione. Ha pubblicato il saggio Proust et la peinture italienne (Michel de Maule, 2011), il romanzo illustrato Une demoiselle (Michel de Maule, 2013) e Proust. I colori del tempo (Mondadori Electa, 2014). Nel 2017 ha vinto il Premio Neri Pozza con Lux.

Paris, s’il vous plaît è un libro delizioso, molto colto, piacevolissimo da leggere, allegro ma molto serio ed anche un po’ malinconico. Non è un romanzo, non è un saggio e men che meno è una guida di Parigi. Il testo non procede in ordine cronologico, ma è organizzato per temi e luoghi parigini non necessariamente famosi o monumentali, ma quelli che sono legati ad esperienze di vita dell’autrice o che stimolano la sua curiosità intellettuale.

Ecco allora che si parla – per esempio – della rarità degli ascensori nei palazzi, dell’importanza (e del fascino) delle scale di legno scricchiolanti per le quali occorre inerpicarsi per accedere ai piccolissimi appartamenti parigini (per parlare de “l’esprit de l’escalier” si parte niente meno che da Diderot per passare poi da Rousseau, Verlaine, il pittore americano Hopper…), dei codici numerici necessari per accedere alla maggior parte delle case (il famoso o famigerato digicode […] “curiosa ostinazione francese” con il quale chiunque sia stato a Parigi si è trovato prima o poi a dover avere a che fare; di librerie (le “buone librerie” sono quelle dove “troviamo libri che non sappiamo di non aver letto”) e biblioteche; del fascino dell’immenso Bureau des objets trouvés in Rue des Morillons e apprendiamo che Parigi è la città europea con il più grande ufficio dedicato agli objets perdus ed esiste da più di duecento anni.
Un libro che parla molto di flâner e di flâneur che, ci ricorda Marangoni, è cosa molto diversa dal musard (il bighellone) o dal badaud (semplice passante che se la prende comoda sostando qua e là ).

E flânerie è, in qualche modo, lo stesso libro che stiamo leggendo che ci porta con sè nel suo girovagare per Parigi attraverso temi, ricordi, sensazioni.

Non per niente viene tirato in ballo Victor Hugo che ne I Miserabili dice, a proposito di un personaggio: “Errer est humain, flâner est parisien”.

Paris, s’il vous plaît è dunque piuttosto una mappatura di percorsi mentali e personalissimi di luoghi di Parigi, città in cui Eleonora Marangoni ha vissuto per otto anni abitando in minuscoli monolocali quando studiava all’ università, luoghi tutti che hanno significato molto, per lei.
Un libro che si incontra con tanti altri libri, da Proust (soprattutto), davanti alla cui opera sterminata l’unico modo di porsi è quello di “iniziare e basta” ad Hemingway a Baudelaire, Walter Benjamin “sacerdote del genius loci” ed i suoi sterminati Passaggi parigini, e Balzac, e Victor Hugo, e George Perec con gli interni del condominio di La vie, mode d’emploi

Parigi non finisce mai, Parigi è una festa. Lo sapeva bene Hemingway quando, nell’ultimo libro prima del suicidio scrisse:
“Per Parigi non ci sarà mai fine e i ricordi di chi ci ha vissuto differiscono tutti gli uni dagli altri. Si finiva sempre per tornarci, a Parigi, chiunque fossimo, comunque essa fosse cambiata o quali che fossero le difficoltà, o la facilità con la quale si poteva raggiungerla. Parigi ne valeva sempre la pena e qualsiasi dono tu le portassi ne ricevevi qualcosa in cambio.” (E. Hemingway, Festa mobile , traduz. Vincenzo Mantovani, Mondadori)

Paris, s’il vous plaît:

“quel modo che hanno a volte i francesi di pronunciare il s’il vous plaît, a metà strada tra un rimprovero e un insulto (il contrario di come va inteso il titolo di questo libro che è piuttosto una sorta di invocazione)”

Ed è così che io ho inteso questo libro: “come un’invocazione”

Il rapporto che ognuno costruisce con Parigi è personalissimo e irripetibile ma, leggendo, mi sono resa conto che Parigi è questa anche per me.
Moi aussi, mi dicevo.

D’altra parte, Proust ne Il tempo ritrovato scrive che “In realtà, ogni lettore, quando legge, è il lettore di se stesso. L’ opera è solo una sorta di strumento ottico che lo scrittore offre al lettore per consentirgli di scoprire ciò che forse, senza il libro, non avrebbe visto in se stesso.”

    • La scheda del libro >>

    Autore: Gabrilu

    https://nonsoloproust.wordpress.com

    10 pensieri riguardo “PARIS, S’IL VOUS PLAÎT – ELEONORA MARANGONI”

    1. Magnifico libro che ho letto tutto d’un fiato amando visceralmente, troppo, da morirne (con lucida assenza di retorica) quella città.
      Che non è una bella città. È LA CITTÀ

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      1. Giovanni come ti capisco. Ho una nostalgia tremenda, di Parigi, non ci vado da quando nel 2020 è esplosa la pandemia. Spero proprio di poterci tornare al più presto.
        Sono ovviamente molto contenta che il libro ti sia piaciuto.

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        1. Ci sono tornato quest’estate, ho una settimana in multiproprietà, con il gusto di tampasiare per le sue strade e piazze (tampasiare per me è più intrigante che andare in giro a fare il flaneur) e sarà la trentesima volta che ci vado. Non certo per fare il turista ma per viverci effettualmente direbbe Sciascia. La mia priva volto fu a tredici anni di passaggio durante un pellegrinaggio a Lourdes con la parrocchia (!). Fu un colpo di fulmine post puberale roustianamente come un’amore improvviso tuttora vivo nella mente come una madeleine ciclicamente ricorrente.

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      1. andrearenyi sei sempre molto gentile. Ed hai pure la pazienza di leggere delle mie letture sia su FB (versioni ridotte all’osso) che qui (versioni anche troppo lunghe, perchè qui mi scateno 🙂
        Ciao!

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        1. E meno male che adesso c’è il kindle: per farci stare i miei libri sono costretta a prendere, vivendo da sola, appartamenti in cui potrebbero comodamente vivere 6-7 persone. Con quello che devo spendere di affitto, rispetto a un bilocale, potrei tranquillamente farmi 2-3 viaggi all’anno.

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