
Il mio fido Mac ha reclamato cure ed attenzioni; mi sono dunque dedicata a lui.
Questo ha comportato aggiornare completamente il sistema operativo: improvvisamente Continua a leggere “AGGIORNAMENTI”
Il mio fido Mac ha reclamato cure ed attenzioni; mi sono dunque dedicata a lui.
Questo ha comportato aggiornare completamente il sistema operativo: improvvisamente Continua a leggere “AGGIORNAMENTI”
Come alla fine di ogni anno, WordPress mi ha fornito i dati riassuntivi riguardanti la frequentazione di NonSoloProust, l’elenco dei post maggiormente visti nel corso del 2013 ed altre informazioni circa la provenienza dei visitatori, le chiavi di ricerca maggiormente utilizzate etc.
Si, sono a Parigi.
E sono lieta di dire che all’Etoile ho rischiato di beccarmi una polmonite aspettando per un’ ora l’arrivo di Francois Hollande nella sua lunghissima giornata de “la passation de pouvoir”.
Vento gelido e pioggia sferzante, ma io (magari saro’ scema?) ero contenta di esserci.
Questo post e’ molto artigianale e ruspante perché’ scritto con l’iPad (laudato sempre sia l’iPad e chi lo ha inventato) seduta su una panchina del Luxembourg.
Leggo ogni giorno le notizie dall’Italia (Parigi e’ un paradiso di Wi-Fi) ma devo confessare che piu’ leggo meno ho voglia di tornare nel BelPaese.
Statemi bene. 🙂
Il video — che dev’esser considerato solo come la testimonianza di una palermitana a Parigi — l’ho aggiunto oggi venerdi 25 maggio 2012.
Ancora solo qualche riga: quando, bagnata fradicia e infreddolita, mi sono decisa a lasciare gli Champs Elysées e a tornarmene a casa mi sono piazzata davanti alla TV dove a FR1 trasmettevano la diretta di tutta la cerimonia dellla “passation du povoir” e dell”investiture” e sono rimasta incollata davanti al teleschermo per tutta la giornata.
Due cose mi hanno particolarmente colpita.
Il protocollo della cerimonia è rigidissimo, ma il neo-Presidente ha qualche piccolo margine di scelta.
Ebbene, Hollande ha scelto, come luoghi simbolo e temi su cui centrare la propria attenzione
* la Scuola (e il discorso che ha fatto sulla cultura, sulla centralità della scuola pubblica, sull’educazione laica, sull’importanza dell’insegnamento e della formazione mi è piaciuto veramente tanto)
* la Ricerca (è andato a rendere omaggio alla casa-museo dei Curie).
Certo, sono abbastanza ahimè adulta e vaccinata per non sapere che le parole sono una cosa e i fatti non è detto che poi coincidano con le parole.
Ma insomma, che il neo Presidente francese abbia scelto due temi come la Cultura e la Ricerca Scientifica come i due temi-simbolo centrali nella giornata delll’ “investiture” a me non è sembrata cosa banale.
Ogni tanto arriva la vita e molla una gran sventola.
Così, giusto per non dimenticare che aggiornare un blog non costituisce sempre una priorità.
Una di queste sventole io l’ho ricevuta sabato scorso.
Ho sempre pensato che un regalo deve far piacere a chi lo fa, sperando ovviamente che piacerà anche a chi lo riceve.
Il regalo che voglio fare questo Natale agli Happy Few di questo blog è un bellissimo video in cui il Thomanerchor di Lipsia esegue la Prima Cantata (“Jauchzet, frohlocket”) di uno dei monumenti eterni della musica, l’Oratorio di Natale di Johan Sebastian Bach.
Ho scelto questa interpretazione perchè ho avuto il grandissimo piacere di ascoltare il Thomanerchor a Lipsia nell’aprile scorso.
Ne avevo parlato >>qui
Per me è molto bello vedere anche con quanta passione Georg Christof Biller, attuale direttore del coro (Thomaskantor) e dunque 16° successore di Bach della Thomaskirche (Chiesa di San Tommaso) di Lipsia dirige questa edizione dell’Oratorio.
Purtroppo è stata disattivata (immagino per motivi di copyright) la funzione che permette di incorporare il video nel blog e si può vedere il filmato solo andando direttamente su YouTube.
Per farlo, basta cliccare su una immagine qualsiasi oppure >> qui.
Inoperoso lettore […] Io non voglio magnificarti il servigio che ti rendo nel farti conoscere così nobile e onorato cavaliere, ma che tu mi sia grato della conoscenza che farai del famoso Sancio Panza, suo scudiero […] E con ciò, Dio conceda salute a te e non dimentichi me. Vale
>>> Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancia, il Prologo <<<
Sono già in condizione di assicurare Messer de Cervantes che la conoscenza da ieri avviata con il suo cavaliero mancego ed il di lui famoso scudiero sta risultando già di enorme giovamento alla mia salute (soprattutto mentale) e confido che nel prosieguo di quella che prevedo frequentazione molto intensa e serrata il mio umore vieppiù migliorerà.
…Ebbene si, ho cominciato ieri sera la lettura del Don Chisciotte, che a seguito dell’ “arrivano i nostri!” su questo blog del 7° Cavalleggeri (ma forse più appropriato sarebbe parlar di Cavalieri Erranti) costituito da suoi sostenitori, appassionati e fans avevo promesso avrei preso in mano in autunno.
Avevo già detto di possedere la splendida edizione Millenni Einaudi, che però trovo molto poco maneggevole, e che mi sarebbe piaciuto trovare un’edizione italiana suddivisa in — magari diciamo due? — agili volumetti.
Ci sarebbe, in effetti, quella della Mondadori Oscar Classici, ma per fortuna prima dell’acquisto l’ho sfogliata e… mi sono imbufalita.
Ma come?! Sono tutta lieta di aver trovato l’operona in due volumi e poi scopro che tutte — dico — tutte le note sono relegate in fondo al 2° volume?! Cioè, secondo loro io avrei dovuto stare non con un solo volume, ma con due volumi aperti contemporaneamente per poter leggere testo e note?
Ah, si, non c’è che dire: ottima soluzione per una comoda lettura a letto, sul divano, sull’autobus etc…
Mah.
Alla fine mi sono decisa ed ho poi acquistato il volumone della BUR che nonostante la mole è però tutto sommato morbido e abbastanza maneggevole. E poi ci sono le illustrazioni di Gustave Dorè e l’introduzione di Borges (che però come sempre faccio con tutte le introduzioni, leggerò solo alla fine).
Insomma, ormai ci sono dentro fino al collo e questo, assieme al fatto che mi sto dedicando alla sistemazione delle foto e dei filmini del viaggio in Germania credo che rallenterà un pochettino il ritmo abituale dei miei post.
Ma tutto non si può avere nè fare, ed io farò quel che potrò…
Mi prendo una pausa di un paio di settimane.
Ho proprio bisogno di una boccata d’aria e di andarmene, anche se solo per poco, da questa Italia la cui aria, di questi tempi, trovo irrespirabile.
Stacco la spina giovedi mattina all’alba.
Poi, come al solito, mi collegherò saltuariamente e quando capita da qualche Internet Point; continuerò a leggere ma non scriverò e risponderò ad eventuali commenti al mio ritorno.
Dove me ne vado? Le due immagini parlano da sole, mi pare 🙂
Arrivederci a presto!
Continua la mia esplorazione dell'”universo Thomas Bernhard”.
Procedo con cautela,con astute (?) tattiche di avvicinamento e per successive approssimazioni.
Devo andar cauta, con questo Maelstrom.
Oggi parlo della casa di Bernhard.
Mi rendo conto, può apparire bizzarro che invece di scrivere un post su un libro di Bernhard ne faccia uno sulla sua casa.
Ma la casa di Bernhard non è una casa qualunque.
Basta leggere anche solo qualcuno dei suoi libri per rendersi conto di quanto questo edificio, con la sua austera geometria, le finestre con le grate (e quando non ci stanno le grate ci stanno comunque i vetri severamente suddivisi da bacchette di legno), il paesaggio che lo circonda, richiami immediatamente personaggi e contesti che si ritrovano nelle sue opere.
A me per esempio guardare questa casa anche solo in foto ha fatto molta impressione; mi è sembrato di vedere l’edificio descritto minuziosamente ne La Fornace, in cui si è autosegregato Konrad, il personaggio ossessionato dalla eterna e mai finita compilazione di un Saggio sull’udito, assieme alla moglie paralitica che — già nella prima pagina del romanzo — ci viene detto che finirà per uccidere.
Da quel che so di altri suoi romanzi, che ancora non ho letto ma che prima o poi leggerò sicuramente, costruzioni analoghe a questa se ne incontrano parecchie.
La casa di Bernhard si trova a Obernathal 2, A-4964 Ohlsdorf.
Si tratta di un casolare contadino vecchio di cinquecento anni che lo scrittore acquistò negli anni Sessanta e della cui ristrutturazione Bernhard si occupò in prima persona per circa quindici anni, finchè il suo stato di salute non peggiorò al punto tale da impedirglielo.
Bernhard detestava (o diceva di detestare) il suo paese natale, l’Austria.
Ma fu in Austria che nonostante tutto “mise su casa”.
Prima di morire, Bernhard espresse la volontà che la casa venisse conservata e mantenuta nello stato in cui la lasciava.
Ma, al di là degli elementi squisitamente architettonici, è l’atmosfera che mi sembra eccezionalmente evocativa.
Merito anche, certamente, di questo bel video che ho trovato su YouTube realizzato da Cristiaan Tonnis con alcune fotografie da lui scattate dall’esterno dell’edificio, nel 1992.
Una di queste fotografie l’ ho inserita all’inizio del post.
Molte altre notizie su Bernhard e sulla sua casa (compreso l’indirizzo esatto, le modalità e gli orari in cui è possibile visitarla) si possono trovare sul bel sito de