Poteva accadere.
Doveva accadere.
E’ accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
E’ accaduto non a te.
Ti sei salvato perchè eri il primo.
Ti sei salvato perchè eri l’ ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’ era un bosco.
Per fortuna non c’ erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’ acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’ animo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.
Wislawa Szymborska
Dopo aver passato una settimana infernale dopo il Venerdì Nero di Parigi ho finalmente cominciato a pensare a come attrezzarmi per il futuro.
Queste parole dell’immensa Szymbosrska mi saranno da faro.
Oddio, volendo andare un po’ più sul leggero, potrei andare anche su questo video (tanto lo sapete, che io non sono una persona seria) in cui Doris inneggia al “what will be, will be” (che io non ci posso fare niente, sul “what will be” è una delle poche certezze che posseggo. Lasciatemela. per piacere).
…Che poi (da pensiero nasce pensiero): il nostro buon Conrad ci ha scritto pure un gran bel romanzone, sul “caso”, uno dei suoi più belli e misconosciuti. Si intitola giustappunto Il caso (OK, la pianto qui).
…E dunque via, facciamo la nostra vita, sopportiamo i disagi, ma non rinunciamo ai viaggi, alle mostre, ai concerti, alle cose belle.
Alla faccia dell’Uomo Nero. Alè.
Siamo solo all’inizio, neh.
Abbiamo ancora tempo, per disperarci davvero 🙂
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