“COSA ACCADRA’ IN SEGUITO?”

 

Putin elezioni 2018
Vladimir Putin esce dalla cabina elettorale a Mosca.
(Yuri Kadobnov /AFP/Getty Images)

Ho riletto in questi giorni dopo tanti anni Tutto scorre… di Vasilij Grossman, traduz. Gigliola Venturi, pp.229, Adelphi. Libro potente e lucidissimo, come d’ altra parte tutti gli scritti di Grossman. Da questa rilettura stralcio un brano in cui le parole di Grossman suonano ancora, mi pare, in qualche modo sinistramente attuali.
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AUSCHWITZ, MA NON SOLO

 

Auschwitz 1945
Liberazione di Auschwitz, gennaio 1945
(Fonte)

La memoria della Shoah, sia quella individuale che quella collettiva è — malgrado a volte ci si possa illudere del contrario — non semplice da controllare e gestire. E’ soggetta — come avverte Tzvetan Todorov — alle derive della sacralizzazione e della banalizzazione.

Un esempio di (orrida, a mio modesto modo di vedere) banalizzazione? Farsi i selfie davanti alle camere a gas, mettersi in posa giulivi e soddisfatti davanti a tutti i luoghi di un campo di sterminio in cui migliaia di esseri umani hanno sofferto in maniera indicibile.

Eccoli qui, gli eroi della banalizzazione, gli “eroi del nostro tempo”, mi permetto di dire parafrasando il titolo di un celebre romanzo di Vasco Pratolini:

Austerlitz Sergei Loznitsa

Questo che ho inserito è un fotogramma del — secondo me importante e tutto da vedere, specialmente quando si parla di “celebrazioni” — film-documentario  Austerlitz di Sergei Loznitsa presentato alla 73a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, girato in lunghissimo piano sequenza a Sachenhausen (campo di concentramento a 35 chilometri appena da Berlino) e il cui titolo è ispirato all’omonimo romanzo di W.G. Sebald. Eccone un assaggio: il trailer ufficiale del film

Auschwitz è entrato così tanto nell’immaginario collettivo (e immemore) da esser diventato luogo di vacanze e di selfie.
Ci si va “per vedere com’era”.

… E la memoria è servita. Alè.

La memoria è (anche) selettiva, e le modalità con cui si può esprimere questa selettività sono tante e ancora forse non abbastanza esplorate. L’USO SELETTIVO DELLA MEMORIA sarà per me, quest’anno, il filo conduttore della Giornata della Memoria 2017.

Abbiate pazienza. Non sarò breve.

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MEMORIE DI UNA INTERPRETE DI GUERRA – ELENA RZEVSKAJA

Elena Rzevskaja
Elena Rževskaja in uniforme (1943)

 

“La guerra è qualcosa di inesauribile: per quanto tu ne abbia scritto ti sembra sempre di aver omesso qualcosa, che qualcosa sia rimasto inespresso.”

Questa frase di Elena Rževskaja vale sicuramente anche per me lettrice: il tema è inesauribile. Per quanto ne legga, mi sembra sempre di non averne letto, di non saperne ancora abbastanza.

Memorie di una interprete di guerra di Elena Rževskaja è un libro che offre molti spunti di interesse, da quello più strettamente individuale e personale a quello più generale della Grande Storia.

Narra infatti l’esperienza di una giovane ebrea sovietica di ventidue anni che si fa quattro anni di guerra arruolata come interprete al seguito del Quartier Generale di quella Terza Armata che sul primo fronte bielorusso si muove da Mosca arrivando fino a Berlino. A Berlino, penetrati i sovietici nella Cancelleria del Reich Elena Kagan (questo il suo vero nome, ha poi scelto di chiamarsi Rzevskaija in onore della città martire di Ržev) si trova, per una serie di circostanze, ad essere testimone in prima persona di eventi storici estremamente importanti e ad avere lei stessa un ruolo attivo e molto delicato nelle frenetiche settimane che seguirono la catastrofe tedesca.

Sarà infatti la donna che all’inizio del maggio di 4 anni dopo la partenza da Mosca, entrata da poco nella Berlino appena conquistata dall’Armata Rossa, scoprirà i cadaveri semicarbonizzati di Goebbels, della moglie Magda, dei 6 piccoli figli assassinati da loro stessi, quattro spessi quaderni di diari e la corrispondenza di lavoro di Goebbels, i diari di Martin Borman ed altri importanti documenti che la Kagan tradurrà. Tradurrà anche i fascicoli in cui Magda Goebbels aveva annotato meticolosamente l’inventario dei beni di famiglia.

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I TACCUINI DI GUERRA DI GROSSMAN IN ITALIANO!

Finalmente! Grazie Adelphi, meglio tardi che mai.
Era ora che finalmente  i Taccuini di Guerra di Grossman fossero disponibili anche in italiano! Ne avevo parlato >>QUI

E adesso aspettiamo che prima o poi vi decidiate a pubblicare anche “Per una giusta causa”   di cui ho parlato in più post a partire da  >> QUI     avendolo  letto   ben  cinque anni fa   nella  pionieristica e prestigiosissima edizione  della casa editrice  Age de L’Homme   🙂

Dico così,  eh, tanto per dire.  Poi, per carità. Voi  fate con comodo, eh.

NONSOLOPROUST NEL 2014

Come sempre alla fine di ogni anno, WordPress mi ha fornito i dati riassuntivi riguardanti la frequentazione di NonSoloProust, l’elenco dei post maggiormente visti   ed altre informazioni circa la provenienza dei visitatori, numero dei commenti, commentatori più assidui etc.

Secondo quanto  mi dice WordPress, nel 2014 il blog è stato visitato 130.000 volte. Più o meno come nel 2013. Che dire se non un immenso grazie?  🙂

Questi  i primi cinque articoli più letti nel 2014:

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VASILIJ GROSSMAN a MOSCA, NEL 2014

Vasilij Grossman
La locandina del convegno internazionale su Vasilij Grossman.
A Mosca, dal 12 al 14 settembre 2014

 

Da domani venerdì 12, a domenica 14 settembre, la capitale russa vedrà per la prima volta studiosi, critici ed esperti riuniti a discutere l’opera di Vasilij Grossman nella Conferenza Internazionale organizzata dal Centro Studi Vasily Grossman in occasione del 50° anniversario della morte del grande scrittore russo, avvenuta nel 1964.

Il Centro Studi Vasily Grossman è l’unico centro al mondo dedicato all’autore russo, e mi piace sapere che da italiani è composto il gruppo di studiosi e di appassionati che l’hanno fondato nel 2006 a Torino e che promuovono sempre nuove iniziative, come questa della Conferenza Internazionale di Mosca.

Vasilij Grossman merita questo ed altro, e sarei molto contenta se, in seguito, venissero rese disponibili on line le traduzioni in italiano dei tanti contributi previsti nel programma.

Più sotto metto qualche link di approfondimento ma mi preme moltissimo, prima, dire una cosa:

see Trovo inconcepibile (e del mio stesso parere so essere molti appassionati lettori italiani di Grossman) che, nemmeno in occasione del Cinquantesimo anniversario della morte di questo immenso scrittore, alcuna casa editrice nostrana abbia ancora provveduto a rendere disponibile in italiano Per una giusta causa, libro non solo splendido ma fondamentale per comprendere appieno Vita e Destino, del quale costituisce la prima parte.

Io stessa ed altri amici ed amiche abbiamo più volte provato a sollecitare la cosa sia con messaggi su Twitter  e su aNobii sia con e-mail indirizzate in particolare alla casa editrice Adelphi, che di Grossman ha pubblicato Vita e Destino ed altri libri come Tutto scorre e Il bene sia con voi!

Ma di Per una giusta causa (così come dei bellissimi Taccuini di guerra) i lettori italiani non possono ancora godere mentre — detto tra parentesi — in Francia, ad esempio, tutti i libri di Grossman sono da anni presenti nelle librerie ed anche in edizione tascabile a prezzo contenutissimo. Pour une juste cause, ad esempio, è reperibile sin dal 2011 nella popolarissinma collana Le Livre de Poche. E si tratta di un volume di ben 1050 pagine. E mi sono limitata a parlare solo della Francia.

Approfitto di quest’occasione per lanciare ancora una volta il mio appello, che sono sicura verrà condiviso anche da molti di coloro che frequentano più o meno costantemente NonSoloProust.

pallinopallinopallino

Ed ora, alcuni link di approfondimento sulla Conferenza di Mosca:

  • Tutti i dettagli della Conferenza di Mosca sul sito del Centro Studi Vasily Grossman >>
  • Su Il Foglio articolo molto interessante sulla genesi di questa Conferenza e sulle iniziative che il Centro Studi Grossman ha in programma per il futuro >>
  • Un bell’articolo di Gianni Riotta su La Stampa >>
  • Il Centro Studi Vasily Grossman su Twitter >>
  • Sempre su Twitter, si può seguire l’hashtag #grossman2014

…Per chi, infine, volesse rendersi conto di quanto su NonSoloProust si apprezzi Vasilij Grossman, ecco tutti i post che  sino ad oggi gli ho dedicato >>

LA VOCE DI UN VIOLINO

soldato russo suona il violino1943. Un soldato russo suona il violino tra le macerie di un edificio distrutto.
Foto Yakov Khalip

(Fonte)

 

“In mezzo al condotto, con indosso una vecchia camicia d’ordinanza e in testa un berretto con la stella verde del fronte, suonava, a capo chino, un violinista.Vavilov vide che Krymov si era svegliato, si chinò su di lui e disse: “E´ Rubincik, il nostro barbiere, un graaande virtuoso!”. Ogni tanto, senza troppi complimenti, qualcuno interrompeva la musica con una battuta volgare; ogni tanto qualcuno urlava un ´posso parlare o no? coprendo il violino con la voce per fare rapporto al comandante; oppure era un cucchiaio a battere contro la gavetta, o il lungo sbadiglio compiaciuto di chi radunava il fieno prima di dormire. Dal canto suo il barbiere badava a che il violino non disturbasse i comandanti, pronto a interrompersi in qualsiasi momento. Ma perché Jan Kubelik, di cui Krymov si era appena ricordato, un Kubelik canuto e con la marsina nera, aveva fatto dietrofront al cospetto del barbiere dello Stato maggiore? Perché la voce esile e stridula del violino, quel motivetto semplice come un ruscello, esprimeva meglio di Bach e Mozart le profondità dell’animo umano?
[…]
Quella musica gli aveva fatto capire che cos’è il tempo. Il tempo è lo spazio trasparente in cui gli uomini nascono, si muovono e scompaiono senza lasciare traccia… […] Così è il tempo: tutto passa, lui resta. Tutto resta, il tempo passa. E com’è lieve, silenzioso il suo fluire. Ieri eri ancora sicuro, allegro, forte, figlio del tempo. Oggi un altro tempo è arrivato, ma tu non lo sai ancora. Dal violino di compensato del barbiere Rubincik usciva il tempo dilaniato dalla battaglia. Il violino diceva agli uni che era giunto il loro momento, agli altri che il loro tempo era scaduto. Scaduto, scaduto, pensò Krymov.”

 

VASILIJ GROSSMAN – DUE LETTERE ALLA MADRE MORTA

Vasilij Grossman e la madre, 1914Vasilij Grossman con la madre Ekaterina Savel’evna nel 1914

Alla madre, massacrata dai nazisti nel 1941, Grossman scrisse  due lettere, la prima datata 15 settembre 1950 e la seconda il 15 settembre 1961. Come se lei fosse (stata) ancora in vita.

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