MEMORIA DEL MALE, TENTAZIONE DEL BENE – TZVETAN TODOROV

Todorov
Tzvetan TODOROV, Memoria del male, tentazione del bene (tit. orig. Mémoire du mal Tentation du bien) traduz. dal francese di Roberto Rossi, p. 408, Garzanti, Collana Gli Elefanti, ISBN 9788811678236

Nell’assumere – nei suoi saggi che spaziano nei più diversi campi e tempi della letteratura e della cultura del mondo – l’individuo come valore, Tzvetan Todorov richiama la straordinaria attualità dell’ideale umanistico, rispettoso dell’equilibrio fra esigenze del pluralismo e aspirazione dell’essere all’unità. Nell’insieme delle sue opere, tutte di assoluto impegno morale e intellettuale, emerge con chiarezza l’ostilità verso le tentazioni utopiche sotto qualunque forme prospettate. Critico nei confronti d’ogni determinismo, biologico, sociale, culturale o psichico è convinto con Montaigne, che l’esistenza umana resterà sempre un “giardino imperfetto”. In un mondo dove ciascuno è chiamato alla consapevolezza d’una responsabile azione per il bene, e dove tuttavia abita la speranza che si affida all’educazione.

Questa che ho riportato è la motivazione che la giuria del Premio Nonino 2002, presieduta da Claudio Magris ha dato scegliendo come vincitore dell’edizione internazionale destinato ai “maestri del nostro tempo” Tzvetan Todorov (Sofia 1939), linguista, filosofo e antropologo nato e vissuto per gran parte della sua vita in Bulgaria ma poi trasferitosi in Francia nel 1963 per sottrarsi al regime comunista e ormai da anni francese d’adozione.

Memoria del male, tentazione del bene è il primo libro che leggo di questo studioso che ha tra gli altri meriti quello di scrivere su temi profondi ma anche molto attuali e coinvolgenti in maniera chiara e scorrevole.

In questo saggio (che ha per sottotitolo Inchiesta su un secolo tragico) Todorov affronta ed analizza   quello che per lui è l’avvenimento centrale del XX secolo e cioè “la comparsa di un nuovo male, di un regime politico inedito, il totalitarismo” e riflettte sullo scontro fra il totalitarismo e il suo nemico, la democrazia. Va detto subito che per Todorov fascismo e comunismo sono due sottospecie del medesimo genere, di quel “male estremo” che è il totalitarismo. Il campo d’indagine è delimitato dalla data della nascita del primo regime totalitario della storia, quello bolscevico nel ’17, e dall’implosione di questo nell’89. In mezzo, la nascita degli altri regimi, quello nazista in primis, e la lotta con la democrazia con tutte le variazioni delle alleanze possibili, compresa quella tra nazisti e comunisti con il patto Molotov-Ribbentrop.

Todorov indaga il carattere di questi regimi, mettendone in luce gli aspetti ideologici quali lo scientismo, il velo del mito comunitario che cela società fortemente gerarchizzate, il monismo assoluto che si contrappone al pluralismo democratico con l’assolutizzazione del capo e del partito, e che si conservava attraverso il terrore, la censura e il disconoscimento dell’alterità.

Ma se, dice Todorov, i due totalitarismi che hanno dominato la scena europea nel secolo scorso costituiscono la “Memoria del Male”, il rischio delle democrazie — comunque il migliore dei regimi possibili — è quello di cadere nella “Tentazione del Bene”. Nel capitolo infatti intitolato Diritto di ingerenza o dovere di assistenza? Todorov si interroga sulla liceità dell’esportazione di un modello culturale, quello liberista e democratico, qualora venga imposto come unica alternativa anche in contesti e culture che hanno logiche diverse.

La “tentazione del bene” si manifesta con le varie “guerre umanitarie” e “bombe intelligenti” (un lungo capitolo è dedicato all’analisi della guerra del Kosovo, ad esempio). Guerra etica, gerarchia “preliminare nel costo delle vite umane” (quando le morti dei civili “nemici” vengono considerate meno importanti di quelle dei soldati mandati a bombardare), umanitarismo che accompagna le azioni militari: ecco alcuni esempi di malafede e di inganno (talvolta anche di autoinganno) che oggi imperano, in cui la “tentazione del bene domina”, quando cioè anche le peggiori azioni vogliono ammantarsi di un significato eticamente accettabile, se non addirittura nobile. Non bisogna guardarsi solo dalle tentazioni del male, dice Todorov, ma spesso anche da quelle del bene.

Come ci si ricorderà del secolo passato? Non è stato solo tenebra, e Todorov ci tiene a sottolinearlo quando scrive:

“Come ci si ricorderà un giorno di questo secolo? Sarà chiamato il secolo di Stalin e di Hitler? Sarebbe accordare ai tiranni un onore che non meritano: è inutile glorificare i malfattori […] per parte mia preferirei che si ricordassero, di questo cupo secolo, le figure luminose di alcuni individui dal destino drammatico, dalla lucidità impietosa, che hanno continuato malgrado tutto a credere che l’uomo merita di rimanere lo scopo dell’uomo”.

Il libro è dunque contrappuntato con le biografie di alcune figure che hanno rappresentato in qualche modo questo versante “luminoso” dell’umanità. Vasilij Grossman (di Vasilij Grossman sono, tra l’altro, tutte le citazioni poste in epigrafe ad i singoli capitoli del saggio), Margarete Buber-Neumann, David Rousset, Primo Levi , Romain Gary, Germane Tillion. Una delle principali caratteristiche di queste figure è il non aver avuto il vizio di sentirsi “l’incarnazione del bene”, di autocelebrarsi, di non essere insomma stati “tentati dal bene”.

Il metodo di Todorov è quello dell’inchiesta documentata, ci si muove tra storia, filosofia e politica perchè è con la interdisciplinarietà, la trasversalità che è possibile non cadere nelle trappole degli schemi ideologici prestabiliti.

Il libro è ricchissimo di stimoli e di spunti di riflessione, non mi è certo possibile riproporli tutti. Vorrei ricordarne solo due che mi hanno particolarmente coinvolta.

Il primo è il tema della scala di valori al negativo degli eventi occorsi. Secondo Todorov infatti non è semplice e nemmeno scontato creare una scala di valori al negativo degli eventi occorsi: ad esempio per un giapponese (viene citato il Nobel Kenzaburo Oe) la bomba atomica scagliata su Hiroshima sarà giudicata come il maggior crimine del secolo. È ciò che in qualche modo ci riguarda quello che crea un giudizio più forte.

Il secondo è il tema della memoria e la distinzione che Todorov fa tra “memoria sacralizzante” e “memoria banalizzante”: “… il passato, sacralizzato, non ci richiama ad altro che a sé stesso e a chiunque. Ma, per di più, le funzioni che si fanno assumere a questo passato non sono tutte ugualmente raccomandabili”

L’interesse di Todorov, pensatore senza dogmi e o schemi intellettuali imbrigliati in categorie ideologiche, è “la storia delle idee”, I temi di attualità qui trattati sono davvero molti, tutti coinvolgenti, tutti ugualmente ambigui. La lettura di questo saggio mi ha appassionata, i problemi affrontanti mi sono sembrati estremamente attuali e mi ha arricchita di strumenti migliori per potermi orientare nella massa di messaggi spesso propagandistici e stereotipali da cui veniamo ogni giorno bombardati dai media.

Voglio chiudere con queste parole di Todorov:

“Per disfarsi di un’ideologia manichea, erede delle dottrine totalitarie, che divide l’umanità in due metà ermetiche, i buoni e i cattivi, noi e gli altri, la cosa migliore è non divenire a propria volta manichei. Un precetto per il prossimo secolo potrebbe essere: iniziare a combattere non il male in nome del bene, ma la sicurezza di quelli che pretendono di sapere sempre dove si trovano bene e male; non il diavolo ma ciò che lo rende possibile: il pensiero manicheo stesso” (p.235)

Tzvetan Todorov
Tzvetan Todorov
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  • Un’intervista a Todorov >>
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Autore: Gabrilu

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8 pensieri riguardo “MEMORIA DEL MALE, TENTAZIONE DEL BENE – TZVETAN TODOROV”

  1. Sono io a ringraziare te, Grabriella, e non so dirti quanto. La mia speranza segreta era che tu scrivessi una recensione approfondita e attenta come quella che effettivamente hai scritto, affinché le parole di Todorov possano germogliare nelle menti, prima ancora che nei cuori, del maggior numero possibile di lettori.
    In questo momento storico abbiamo un immenso bisogno di guardare alla nostra natura di esseri umani con la massima lucidità di spirito, in senso critico.

    Grazie per aver dato voce ai miei pensieri e per avermi aiutato a dire cose che non avrei saputo esprimere altrettanto bene. Un abbraccio.

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  2. E’ ora di finirla con questo uso improprio delle parole! In quanto credente cataro, sono tecnicamente etichettabile come manicheo. E ne sono fiero! Il mondo non si divide semplicemente in Bene e Male. Il mondo è Male Assoluto, e il Bene si trova al di fuori della materia.

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  3. Giusi
    Sono contenta. Il grande merito di Todorov è a mio parere quello di argomentare molto bene concetti che per fortuna ormai non solo lui esprime.
    Elena
    Quando si scrive di libri così stimolanti rimane sempre la frustrazione di aver dovuto tralasciare troppe cose. Ma tagliar si deve, e si spera di non aver tagliato aspetti fondamentali…
    Ciao 🙂

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  4. il commento del credente cataro mi ha fatto pensare ad un romanzo di amin maalouf. giardini di luce. che rende giustizia al dio mani.diciamo che effettivamente pare si faccia un uso  improprio del termine.saluti f.

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  5. Come è stato già detto, non è probabilmente esagerato ritenere questo libro fondamentale, per il rigore intellettuale e la profondità morale di cui è intessuto.
    Un libro immenso, non solo per la lucidità con cui affronta le grandi questioni fondamentali legate alla natura dei totalitarismi del Novecento, ma anche perché raccoglie l’eredità morale , appunto, di figure della statura di Primo Levi e Vasilj Grossman (alla cui opera costituisce, per inciso, anche un eccellente viatico).
    E la cosa più amara, nonché sconcertante, e aver scoperto quanto sia poco conosciuto in Italia, anche tra lettori forti e coltissimi- il che aumenta, e non di poco, il merito intrinseco di questo tuo contributo.

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