RENZI CHI?

Sergio Mattarella

ENZO BIAGI e ISAAC BASHEVIS SINGER

 

Isaac Bashevis Singer

Isaac Bashevis Singer, premio Nobel per la letteratura nel 1978 e fratello minore di Israel Joshua Singer, intervistato da Enzo Biagi.

Figlio di un rabbino, Singer parla della sua identità ebraica e della sua particolare esperienza di ebreo polacco.

L’intera intervista la si può vedere >>QUI o cliccando sulle immagini.

Enzo Biagi

Fonte: letteratura.rai.it

KADDISH – MAURICE RAVEL

Maurice Ravel, Kaddish.

Arrangiamento per violoncello ed archi.

Steven Isserlis al violoncello.

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La Giornata della Memoria su NonSoloProust:

2014,  2013, 2012, 2011, 2010,2009

INENARRABILE



“Inenarrabile”, cioè secondo Dante “non raccontabile in prosa”, ci dice Gassman introducendo la lettura del Canto XXVIII dell’Inferno, quello della Nona Bolgia. Il Canto degli scismatici, dei seminatori di discordie.

Sempre attuale, Dante. Nonostante il trascorrere dei secoli, nonostante tutte le possibili e   doverose contestualizzazioni. Prendiamo questo Canto, ad esempio: mi basta guardare un qualunque telegiornale per avere in mente un bel po’ di persone che personalmente spedirei dritte filate nella Nona Bolgia…

A proposito però  di contestualizzare: l’ “inenarrabile”, il  “non raccontabile” di cui parla Gassman non rischia oggi di assumere un significato diverso?  Penso, in particolare, ai  versi 22-42 (5:10 – 8:50).

Divina Commedia

Illustrazione di Gustave Doré

 

DUE RAGAZZINI CHE VANNO IN CALESSE

Vladimirka_Levitan
Isaac Levitan: Vladimirka, Strada della steppa russa

In questi giorni, in occasione della lettura de La vita di Cechov di Irène Némirovsky di cui ho parlato >> qui, ho ripreso in mano anche alcuni racconti di Cechov ed in particolare La steppa e sono rimasta colpita da alcune analogie tra questo lungo racconto scritto tra il 1887-1888 ed una pagina molto significativa di Dalla parte di Swann di Proust.

Così come mi era successo a proposito delle analogie — davvero sorprendenti — tra il celebre episodio della madeleine nella Recherche du Temps perdu e la fiaba Madre Sambuco di Hans Christian Andersen di cui avevo parlato nel post La madeleine e Madre Sambuco, anche questa volta non sono riuscita a trovare se, tra le letture di Proust, ci fosse anche il Cechov dei Racconti. Dunque quelle che seguono sono solo suggestioni, emozioni molto personali.

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PAROLE SANTE

LA VITA DI CECHOV – IRÈNE NÉMIROVSKY

 

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“Era appena uscito I fratelli Karamazov. Saltykov stava scrivendo I signori Golovlèv. Era l’epoca degli ultimi racconti, perfetti e malinconici, di Turgenev. Tolstoj era re, era dio. E tra tutti quei grandi uomini venerati dalla Russia intera, Anton Cechov, un ragazzo modesto, che pensava solo a guadagnarsi la vita, scriveva i suoi primi racconti.”

La vita di Cechov è stata breve. Breve è stata anche quella di Irène Némirovsky che, nata a Kiev un anno prima della morte di Cechov, vissuta in Francia sin da bambina, venne arrestata nel luglio del 1942. Inviata al campo di Pithiviers, dopo pochi giorni fu deportata ad Auschwitz dove morì di tifo.

Irène aveva tante affinità con Cechov, e fu probabilmente questo a spingerla, nel 1939, a scriverne una biografia che si legge come un romanzo e che, pur senza aver nulla di stucchevolmente agiografico è — come giustamente ha detto Le Figaro — un vero e proprio “atto d’amore” nei confronti del grande scrittore russo.

Una biografia malinconica e romanzesca per scrivere la quale — come ci dicono Olivier Philipponnat e Patrick Lienhardt biografi, a loro volta, della Némirovsky — Irène Némirovsky si è servita soprattutto dei ricordi del suo amico Ivan Bunin, da lei definito “uno dei critici più penetranti e più acuti”.

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GRAZIE, PRESIDENTE NAPOLITANO

 

Giorgio Napolitano