Chissà. Forse il titolo di questo post avrebbe dovuto essere CENTRO E PERIFERIA
Si tratta comunque di un video per me importante, e che da parecchio tempo avevo voglia di condividere. Anche perchè molte persone citate da Francesco Orlando le ho conosciute personalmente.
Illiers-Combray, a 30 chilometri da Chartres ed a circa 120 chilometri da Parigi era il luogo in cui Marcel Proust, tra i sei e gli otto anni, trascorreva le vacanze estive a casa degli zii paterni Jules ed Elisabeth Amiot (la zia Léonie della RTP).
La musica di sottofondo del video è di Reynaldo Hahn.
Non so chi sia il pianista.
Il video è realizzato con alcune foto che ho scattato anni fa, quando sono andata ad Illiers. Era maggio, ma i biancospini bianchi del famoso sentiero erano fioriti anzitempo, ed anzitempo erano sfioriti. Restavano solo alcuni alcuni cespugli di quelli rosa.
Sul mio sito dedicato a Proust, alcune pagine su Illiers-Combray con indicazioni su alcuni luoghi che compaiono nel video >>,
“Longtemps, je me suis couché de bonne heure. Parfois, à peine ma bougie éteinte, mes yeux se fermaient si vite que je n’avais pas le temps de me dire: «Je m’endors. »
Con questa frase, uno dei più celebri incipit della letteratura mondiale, si apre Du côté de chez Swann. Con questa frase inizia il lunghissimo cammino che porterà il lettore, dopo migliaia di pagine, all’ultima parola che chiude il cerchio dell’immensa opera di Proust e che è: “le Temps”. “Longtemps“ e “le Temps“.
Du côté de chez Swann, primo volume di À la recherche du temps perdu venne pubblicato da Grasset nel 1913.
“Credo in un Dio crudel”
Tito Gobbi interpreta Jago in Otello di Giuseppe Verdi/Arrigo Boito
Dopo tre giorni di full immersion negli sfracelli delle elezioni per il Presidente della Repubblica, cerco di riprendermi dal colpo con la buona musica e la buona letteratura.
Per la musica propongo, da parte mia, Giuseppe Verdi e Tito Gobbi, mio interprete preferito dello Jago shakespeariano “prestato” al melodramma.
Per la buona letteratura, propongo invece le riflessioni che sullo Jago di Shakespeare scrive arden in questi due bei post
E’ morta, all’età di 83 anni, Denise Epstein, la figlia maggiore di Irène Némirovsky. E’ grazie a lei, al suo coraggio, alla sua tenacia, alla sua pazienza che i lettori di tutto il mondo hanno potuto leggere quello che è considerato il capolavoro di Irène Némirovsky Suite francese, rimasto incompiuto a causa della deportazione ad Auschwitz della scrittrice.
Voglio ricordare Denise Epstein con un video in cui Denise racconta di se stessa e della famosa valigia affidatale dal padre il giorno in cui anche lui venne deportato ed in cui erano conservati i manoscritti di Irène, di tutto quello che poi successe in seguito
Il video è in francese, ma Denise parla in modo talmente chiaro che penso — spero — chiunque può comprendere (o almeno intuire) quello che racconta.
La valigia di Irène Némirovsky
I media italiani hanno dato pochissimo spazio alla notizia della morte di Denise. E’ anche per questo che voglio riportare integralmente il testo del bell’articolo di Gabriella Bosco comparso su LA STAMPA del 5 Aprile 2013, a pag.33, dal titolo “La ragazza con la valigia della Némirovsky”