CORREVA L’ANNO. BORIS PIL’NJAK E MARINA CVETAEVA

 

Russia guerra civile 1919
Lunga vita a tre milioni di uomini dell’Armata Rossa!, 1919
Russian State Library, Mosca
Getty Images

(Fonte)

 

L’anno di cui si parla è il 1919. L’Annus horribilis della rivoluzione russa. Il terzo della guerra civile, l’anno più duro della rivoluzione d’Ottobre.

Due autori, due libri che parlano di quell’anno. Un romanzo e un diario. I luoghi: una piccola cittadina di provincia della Russia più profonda e arretrata nel romanzo di Boris Pil’njak e Mosca, la capitale, la grande città nel diario di Marina Cvetaeva.

Boris Pil'njakMarina Cvetaeva

Boris Andreevic Piln’jak e Marina Ivanovna Cvetaeva

 

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RITORNO IN GERMANIA – HANNAH ARENDT

 

Hannah Arendt nel 195
Hannah Arendt, anni ’60

“In meno di sei anni la Germania, commettendo crimini che nessuno avrebbe ritenuto possibili, ha distrutto la struttura morale del mondo occidentale, mentre i suoi conquistatori hanno ridotto in cenere le testimonianze visibili di più di mille anni di storia tedesca.”

1949. Per la prima volta dopo la fuga in Francia nel 1933 e la successiva emigrazione negli Stati Uniti avvenuta nel 1941, Hannah Arendt torna in Germania tra l’agosto del 1949 e il marzo del 1950 per conto della Commission on European Jewish Cultural Reconstruction che aveva sede a Wiesbaden per raccogliere e ordinare i frammenti di una civiltà distrutta, e nella misura in cui questo è ancora possibile, riconsegnarli alle istituzioni culturali ebraiche. Proprio prima di partire per l’Europa la Arendt ha portato a termine la monumentale ricerca su Le origini del totalitarismo e completato il manoscritto dell’opera. Continua a leggere “RITORNO IN GERMANIA – HANNAH ARENDT”

L’ARTE NELLA TEMPESTA – TZVETAN TODOROV

 

Tzvetan Todorov L'arte nella tempesta

 

Tzvetan Todorov, L’arte nella tempesta (tit. orig. Le Triomphe de l’artiste), traduz. dal francese Emanuele Lana, pp. 256, Garzanti Saggi, 2017

“A cent’anni di distanza dalla rivoluzione d’Ottobre non è più lo stesso. Non che gli artisti abbiamo vinto un confronto politico. Questi due gruppi non appartengono al medesimo ordine (per usare l’espressione di Pascal). I detentori del potere sono capaci di annientare quelli che vogliono sottomettere, ma non hanno alcuna presa sui valori estetici, etici, spirituali, provenienti dalle opere prodotte da questi artisti (o da altre fonti). Senza queste opere l’umanità non potrebbe sopravvivere, né allora né oggi. E’ qui il trionfo dei fragili eroi del nostro racconto.”

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