Una Sura del Corano nella prima colonna a sinistra del portico meridionale della Cattedrale di Palermo.
Si tratta del Versetto 54 della Sura 7, che dice:
Una Sura del Corano nella prima colonna a sinistra del portico meridionale della Cattedrale di Palermo.
Si tratta del Versetto 54 della Sura 7, che dice:
Swinging Palermo di Piero Violante.
Libro che sto divorando, che mi sta emozionando, che parla di tanta, ma proprio tanta gente che ho conosciuto, che ho magari solo incrociato, o che ho avuto come maestri e/o esaminatori. O che ho avuto come amici.
Il libro mi tocca troppo da vicino per azzardarmi a fare una recensione. Ma almeno una citazione si, voglio farla.
Perchè mi piacerebbe molto che questo libro venisse letto non solo da noi palermitani.
“Con puntigliosa precisione, la morte ha sottratto alla città e ai nostri affetti figure che hanno segnato l’orizzonte delle nostre aspettative umane, civili, culturali. Ridotta la schiera degli anni Venti, nel mirino c’è sempre più la generazione degli anni Trenta: i fratelli maggiori dei nati attorno alla fine della guerra. A quelle generazioni abbiamo guardato. Le abbiamo considerate forti perché hanno impresso un timbro civile a questa città. È il nostro album di famiglia. Una gloriosa schiera di personaggi capitanata da Leonardo Sciascia. Intelligentissimi, preparatissimi, caparbi, radicati in Sicilia eppure dotati di un grande respiro europeo. Affastello alcuni dei nomi del mio mausoleo che è insieme pubblico e privato: Antonio Guccione Monroy, Antonino Noto, Giacinto Lentini, Vincenzo Tusa, Beppe Fazio, Mario Mineo, Rosario La Duca, Napoleone Colajanni, Vittorio Nisticò, Giuliana Saladino, Marcello Cimino. Tutti legati dal vincolo generazionale e tuttavia biografie diversissime accomunate da una passione culturale e civile che ci ha «formato» e galvanizzato. Era la nostra classe dirigente”
[…]
“Figure diversissime con il tratto comune di generazioni che, uscite dalla guerra, si lanciarono, con fantasia ed energia, per destrutturare antichi cliché, per tenere Palermo al passo con la modernità o per scavalcarla.Ragionando su di loro, ci siamo però sorpresi in tanti a parlare di irripetibilità di una stagione. Come se il meccanismo della trasmissione si fosse per sensore inceppato; come se quel largo blocco-carré che ha alimentato e difeso la nostra
giovinezza, irrobustito la nostra maturità, fosse diventato soltanto un drappello sempre più esiguo, esposto senza scampo al fuoco di tempi oscuri.Una generazione forte, quella degli anni Venti, cresciuta con il fascismo, ammaliata in maggioranza da Croce, tentata da Gentile, conquistata da Gramsci, in cerca di curiose simbiosi tra liberalismo socialismo e comunismo. Alcuni ruppero le righe disillusi dal ’56 in Ungheria per divenire socialisti; altri aspettarono Praga ’68, se non il crollo del muro di Berlino nell’89 e l’ammaina bandiera del Cremlino. Una generazione di intellettuali di affermate radici locali, ma istintivamente europei, curiosi, pignoli, ironici, ferratissimi, ostinati, sempre pronti a prendere posizione, a sfidare il paradosso, disincantati, ma abbarbicati ai valori della libertà e difensori dei diritti sociali.”
N.B. I grassetti della citazione sono miei
Chissà. Forse il titolo di questo post avrebbe dovuto essere CENTRO E PERIFERIA
Si tratta comunque di un video per me importante, e che da parecchio tempo avevo voglia di condividere. Anche perchè molte persone citate da Francesco Orlando le ho conosciute personalmente.
Continua a leggere “FRANCESCO ORLANDO, PALERMO, TOMASI DI LAMPEDUSA (MA ANCHE MOLTO ALTRO)”
Palermo, Teatro Massimo. 1° maggio 2002
Claudio Abbado dirige i Berliner Philarmoniker nell’ ouverture de I Vespri siciliani di Giuseppe Verdi.
Dalla Sicilia, il mio “grazie, Maestro” voglio dirglielo così.
Aggiornamento
Milano, Piazza della Scala, 27 gennaio 2014
L’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Daniel Barenboim rende omaggio a Claudio Abbado eseguendo la Marcia Funebre (Adagio assai) dalla Terza Sinfonia Eroica di Beethoven.
L’Orchestra suona nella sala vuota, il concerto viene diffuso in piazza, gremita da una folla silenziosa e commossa.
Il concerto è stato trasmesso in streaming sul sito di Rai 5,e per la prima volta nella sua storia il teatro ha trasmesso l’intero concerto sul canale YouTube e sul sito web del teatro.
Le immagini della piazza si possono vedere in questo bel
Non ne potevo più, avevo bisogno di staccare e prendere una boccata d’aria e così me ne sono andata a Taormina.
Un paio d’ore di macchina o di pulman da Palermo, poca o niente televisione (Tiggì, ma solo i titoli), niente talk show (eccellente disintossicazione), molte passeggiate, molta lettura, musica del mio iPod, film di cui avevo imbottito il mio iPad.
Mi ci voleva proprio!
Ora sono tornata, e le trasmissioni riprenderanno presto.
Intanto, ho messo alcune foto su Flick >>QUI
E’ possibile vederle anche in slide show >> QUI
Aggiornamento Ottobre 2013: un piccolo video
Alcuni commenti al mio post in cui accennavo che sarei andata a trascorrere qualche giorno ad Erice manifestavano la curiosità di saperne di più sulla “particolarissima pasticceria locale” di cui si parla non solo in quel sito che avevo linkato ma praticamente in tutti i siti e portali dedicati alla deliziosa cittadina medievale.
Sono davvero lieta di soddisfare questa curiosità, e di fare scoprire a chi ancora non la conoscesse l’arte di una vera maga dell’arte pasticcera siciliana, da tempo meritatamente famosa anche fuori dei confini non solo della Sicilia ma dell’Italia.
Parlo di Maria Grammatico e della sua pasticceria che si trova a Erice in Via Vittorio Emanuele, 14.
Continua a leggere “ERICE. LA PASTICCERIA DI MARIA GRAMMATICO”
“cominciò un pezzo facile che doveva essere Schumann. L’avevo già sentito, ma non riuscivo a ricordarne il titolo. Alla fine un’annunciatrice disse che si trattava dell’Uccello-profeta, la settima delle Scene del Bosco di Schumann.
Un uccello misterioso che viveva nella foresta prediceva il futuro, spiegava l’annunciatrice, e Schumann aveva descritto quella scena con grande fantasia
[…]
Se tu adesso perdi il tuo nome, come ti posso chiamare? -Uccello-giraviti, -dissi. Almeno io avevo un nuovo nome. -Uccello-giraviti, -ripetè lei. Poi restò un momento a guardare quelle due parole fluttuare nell’aria. – Penso che sia un nome bellissimo, ma che razza di uccello è? -Esiste davvero. Che aspetto abbia però non lo so, non l’ho mai visto, l’ho solo sentito cantare. Si ferma sul ramo di un albero da queste parti, e si mette a stringere una dopo l’altra le viti del mondo, con un rumore stridente. Se smette, il mondo smette di funzionare. Però non lo sa nessuno.Tutti pensano che ci sia qualcosa di più grande, più complicato e più bello a far girare il mondo. Invece lo fa girare lui, si sposta da un posto all’altro e a mano a mano che si sposta va stringendo le viti. Sono viti molto rudimentali, sembrano quelle dei giocattoli. Basta solo farle girare. Però le può vedere solo l’uccello-giraviti.”
Murakami Haruki, L’uccello che girava le viti del mondo
…Ed io mi prendo una pausa di qualche giorno e me ne scappo qui