DIARIO DI UN DISPERATO. MEMORIE DI UN ARISTOCRATICO ANTINAZISTA – FRIEDRICH RECK

Friedrich Rech Diario di un disperato

Friedrich RECK, Diario di un disperato. Memorie di un aristocratico antinazista (tit. orig.le Tagebuch eines Verzweifeltern), traduz. dal tedesco Matteo Chiarini, Castelvecchi editore, 2015

“Sono certo che oggi il gran corruttore ha firmato la propria sentenza di morte.”, annotava Friedrich Reck-Malleczewen all’annuncio della mobilitazione generale dell’armata tedesca nell’agosto del 1939.
Il “grande corruttore” era Hitler.

L’autore lo odiava da quando aveva preso il potere: “ti ho odiato senza tregua, ti odio tanto che offrirei con gioia la mia vita per la tua rovina: per vederti inabissare, ti attirerei nell’abisso con il mio odio.”

Friedrich Percyval Reck-Malleczewen era un aristocratico tedesco nato nel 1884 a Malleczewen nella Prussia orientale in una famiglia di Junker protestanti; si era convertito al cattolicesimo da adulto e fu strenuo oppositore del regime hitleriano. Era molto famoso in Italia per il volume Il re degli anabattisti. Storia di una follia collettiva (Res Gestae ed.), storia ambientata nel XVI secolo nella città di Münster dove si realizzò un esperimento sociale nel quale Reck vede la prefigurazione del terrore giacobino e di quello bolscevico. In Germania il volume, appena pubblicato nel 1937, era stato subito proibito…

Il diario che Reck scrisse dal 1936 all’ottobre del 1944 fu ritrovato dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Sono pagine che contengono un’analisi spietata del governo nazista e della società tedesca. Reck è sprezzante, caustico, a volte amaramente ironico e non risparmia critiche al mondo industriale e all’aristocrazia decaduta colpevoli di avere permesso e spesso sostenuto l’ascesa del regime.

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IL MAGO – COLM TÓIBÍN

Colm Toibin Il Mago

Colm Tóibín, Il Mago (tit. orig.le The Magician), traduz. Giovanna Granato, pp. 506, Einaudi Supercoralli, 2023

Più di quindici anni dopo The Master dedicato al grande scrittore Henry James, Colm Tóibín torna a cimentarsi con il romanzo biografico (o biografia romanzata) interessandosi questa volta ad una delle figure più eminenti e complesse della letteratura tedesca della prima metà del XX° secolo, premio Nobel per la letteratura 1929: Thomas Mann (1875-1955).

Il Mago non è infatti una biografia ma un romanzo. Questo viene esplicitato chiaramente ponendo il libro sul labile confine tra il reale e la finzione ed è con la serietà del ricercatore e la libertà del romanziere che Tóibín espone con delicatezza e capacità di introspezione nei diciotto capitoli del suo libro – da Lubecca 1891 a Los Angeles 1950 – la storia di Thomas Mann e della sua famiglia.

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LA VERITA’ DEL MALE. EICHMANN PRIMA DI GERUSALEMME – BETTINA STANGNETH

Bettina Stangneth, La verità del male. Eichmann prima di Gerusalemme (tit. orig.le tedesco Eichmann vor Jerusalem) traduz. dall’ edizione inglese Eichmamm before Jerusalem di Antonella Salzano, pp. 604, Luiss University Press, 2017

“Nessuna persona potrà mai più parlare del fenomeno Eichmann e delle sue implicazioni politiche senza fare riferimento a quest’opera”, ha scritto il The New York Times Book Review.

Il libro, pubblicato originariamente in Germania nel 2011 e negli Stati Uniti nel 2014, ha avuto un successo enorme.

Uscito in Italia con la bella traduzione di Antonella Salzano grazie al Goethe Institut e al Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Federale Tedesca, il libro della Stangneth è, dal mio punto di vista, un’opera fondamentale; è infatti il risultato di una ricerca molto complessa ed impegnativa che non potrà che condizionare studi e ricerche che in futuro dovessero essere intraprese o proseguite su questo tema, un’opera in cui la storica e filosofa tedesca Bettina Stangneth esperta in teorie dell’inganno e psicologia della manipolazione si confronta con Hannah Arendt e la sua celeberrima teoria della “banalità del male”.
Ma andiamo con ordine e facciamo qualche passo indietro.

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COME MIO FRATELLO – UWE TIMM

Uomini delle Waffen – SS in Unione Sovietica
Bundesarchiv, Bild 101III-Wiegand-117-02 / Wiegand / CC-BY-SA 3.0

“Essere sollevato in aria – riso, esultanza, una gioia irrefrenabile – questa sensazione accompagna il ricordo di un attimo, un’immagine – la prima immagine che mi si è impressa nella mente – con la quale comincia per me la consapevolezza di me stesso, la memoria: dal giardino entro in cucina dove ci sono gli adulti, mia madre, mio padre, mia sorella. […] e poi sbuca fuori lui, il fratello, e mi solleva in alto. Non ricordo la sua faccia, nemmeno quel che indossava, forse l’uniforme, ma la situazione è molto chiara: tutti che mi osservano e io che scopro i capelli biondi […] e poi la sensazione di essere sollevato – sospeso in aria.
E’ l’unico ricordo di mio fratello, sedici anni più grande di me, che pochi mesi dopo, alla fine di settembre, venne ferito gravemente in Ucraina.

Uwe Timm ha, in quel momento che costituisce un’immagine fondativa della sua memoria, 3 anni. Il fratello Karl-Heinz ne ha 19, 16 più di lui. Pochi mesi dopo, ferito gravemente in Ucraina, dove si trova con la divisione scelta Totenkopf delle Waffen-SS, nelle quali si era arruolato volontario a 18 anni, morirà il 16 Ottobre 1943.

Saranno trascorsi quasi sessant’anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale quando, nel 2003, Uwe Timm riesce finalmente a scrivere ed a pubblicare un libro sul suo fratello maggiore morto in guerra. Come mio fratello (Am Beispiel meines Bruders) è un testo autobiografico, la cui stesura è costata all’autore molto dolore, un testo privato ed intimo, che lasciando spazio all’emotività e che riprendendo la memoria individuale (di se stesso, dei genitori, della sorella) e del gruppo familiare in quanto tale finisce per diventare in qualche modo emblematico di gran parte della Germania degli anni della guerra e dell’immediato dopoguerra.

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UN MONDO MIGLIORE – UWE TIMM

Uwe Timm, Un mondo migliore (tit. orig. Ikarien) , traduz. Matteo Galli, pp. 528, Sellerio

Con un Un mondo migliore, il suo ultimo romanzo, lo scrittore di Amburgo Uwe Timm torna ad occuparsi di ciò che forse più lo appassiona: la ricostruzione e rielaborazione della storia tedesca, e lo fa affrontando un tema pesante e complesso: la nascita, in Germania, della eugenetica razzista e del progetto “igiene della razza” su cui si fondarono le pratiche sadiche e sterminatrici del III Reich.

Il libro è stato pubblicato da Sellerio in occasione del Giorno della Memoria 2019.

Siamo in Germania nella primavera 1945, negli ultimi giorni di guerra e primi di pace. Un giovane militare americano, nato da genitori tedeschi, viaggia in missione per il paese man mano che procede la conquista.

Michael Hansen ha 25 anni, è emigrato negli USA dalla Germania da bambino. Nel 1930 avevano fatto una vantaggiosa offerta di lavoro a suo padre che era partito subito; poi, due anni dopo, nel 1932 lo avevano raggiunto la madre, la sorella maggiore e lo stesso Michael. Stabilirsi negli USA aveva di fatto consentito a Michael di non vivere sotto il regime nazista, di non venire sottoposto al martellamento della propaganda, di non avere ricevuto, in parole povere “un’educazione nazista”. Delle sue origini, della Germania, gli restano soltanto la conoscenza della lingua e un buon bagaglio culturale acquisito anche grazie ai suoi studi di letteratura tedesca. Con la guerra agli sgoccioli, viene inviato in missione “perché parla tedesco e ha la patente”

Ad Hansen i Servizi Segreti hanno affidato un incarico delicato:

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LE API DI VETRO – ERNST JÜNGER

Ernst JÜNGER, Le api di vetro (tit. orig.le Gläserne Bienen), traduz. di Henry Furst. Con uno scritto di Giorgio Cusatelli, pp. 256, Ugo Guanda Editore, Collana Narratori della Fenice, 2020

“…ebbi subito l’impressione di una cosa imprevista e supremamente bizzarra, quasi l’impressione di un insetto piovuto dalla luna. Poteva aver lavorato a fabbricarlo un demiurgo, in regni remoti, il quale una volta avesse sentito parlare di api.”

Romanzo ambientato in una Germania distopica e che si intuisce essere a metà strada tra la Repubblica di Weimar e quella nazionalsocialista ha per protagonista e voce narrante Richard. “Uomo del passato”, Richard – di origini contadine, fortemente e visceralmente legato alla natura – ha fatto poi parte della Cavalleria, ha assistito al passaggio dalle cariche a cavallo all’avvento dei panzer ed è stato uno degli ultimi combattenti a cavallo. Nostalgico di quei tempi ormai andati, assiste impotente allo stravolgimento della società e al pervertimento della natura, via via piegata alle esigenze della produttività, dell’economia e del progresso. (continua a pag.2)

LA SCOPERTA DELLA CURRYWURST – UWE TIMM

Uwe Timm La scoperta della currywurst

Uwe Timm, La scoperta della currywurst (Die Entdeckung der Currywurst), traduz. Matteo Galli, a cura di Matteo Galli, pp. 248, Sellerio

“Guarda, disse, versò un po’ di curry nella padella rovente, poi una salsiccia di vitello tagliata a fettine, […] schiaffò del ketchup nella padella, mescolò, aggiunse un po’ di pepe nero e poi fece scivolare le fette di salsiccia sul piattino di cartone ondulato. Ecco, questa è una cosa che ha sostanza. E ha a che fare con il vento. Credimi. Il vento forte ha bisogno di cose forti.”

Eh, si. Chiunque sia stato a Berlino e/o Amburgo o in qualunque altro posto della Germania del Nord conosce la currywurst, una miscela di ketchup, curry, pepe nero, fettine di salsiccia e intagli di carote, il tutto accompagnato da qualche cetriolo. Io ne vado matta, l’ho mangiata per la prima volta a Berlino in un chiosco nei pressi della Wittenbergplatz e poi nei chioschetti del ventoso porto di Amburgo sempre convinta che si trattasse di una specialità berlinese. Fino a quando non ho letto il libro di Uwe Timm.

” […] fra conoscitori è successo di discutere sul luogo e sulla data di nascita della currywurst. La maggior parte, ma che dico, quasi tutti dicevano: Berlino, sul finire degli anni ’50. E io invece tiravo in ballo sempre Amburgo, la signora Brücker e una data antecedente.” Si può parlare di Grande Storia partendo da un cibo di strada? Si può. Basta seguire Uwe Timm e la signora Brücker… (continua a leggere a pag.2)

LA NECESSITA’ DEL RICORDO

 

Eisenhower a Buchenwald 1945
Aprile 1945.
Il generale Dwight Eisenhower e il generale Troy Middleton ispezionano Ohrdruf- complesso concentrazionario di Buchenwald
Foto William Newhouse. – United States Holocaust Memorial Museum

 

“Che si abbia il massimo della documentazione possibile – che siano registrazioni filmate, fotografie, testimonianze – perché arriverà un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo”

(Generale Dwight D. Eisenhower, 1945)

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