
Natahn Shaham, Il Quartetto Rosendorf (tit. orig. Revi’yat Rosendorf), traduz. Shulim Vogelmann, pp. 360, Giuntina, 2004
“Solo nelle mie orecchie – non c’è neanche una registrazione – sono conservati i momenti di ispirazione e di insostenibile tensione in cui il vecchio Quartetto Rosendorf, con cuori tempestosi suonava la Grande Fuga di Beethoven, sfidando Dio e gli uomini.”
Ambientato a Tel Aviv negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale, in una Palestina ancora sotto il mandato britannico, Il Quartetto Rosendorf dello scrittore israeliano Nathan Shaham parla di quattro ebrei tedeschi, tutti profughi dalla Germania nazista, tutti e quattro musicisti di prim’ordine giunti in Palestina nel 1936 per unirsi, su invito del violinista polacco Bronislaw Hubermann, all’Orchestra Sinfonica di Tel Aviv da lui appena fondata con il chiaro intento di “rafforzare il legame tra la Terra di Israele e l’Europa” e questo per non dover vivere in un “esilio culturale”.
Il concerto inaugurale dell’orchestra viene diretto dal grande Arturo Toscanini: “Qui il celebre Maestro gode di una comprensibile venerazione da eroe. Ha rifiutato un invito al festival di Bayreuth ed è venuto, ‘per amore dell’umanità’, a dirigere un’orchestra di profughi.”
Suonare in orchestra, però, non gratifica del tutto i quattro musicisti; ciascuno di essi sente che l’orchestra non è sufficiente per esprimere appieno il loro talento e sensibilità musicale e così, su iniziativa del violinista Kurt Rosendorf decidono di formare un loro quartetto, il Quartetto Rosendorf, al quale dedicheranno tutto il tempo lasciato libero dagli impegni con l’orchestra. L’attività del Quartetto Rosendorf si interromperà solo con lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Continua a leggere “IL QUARTETTO ROSENDORF – NATHAN SHAHAM”
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