MR. GOEBBELS JAZZ BAND – DEMIAN LIENHARD

Lienhard Mr Goebbels Jazz Band

Demian Lienhard, MR. GOEBBELS JAZZ BAND, traduz. Cristina Vezzaro, pp.228, Bollati Boringhieri, 2024

“questa è la guerra, il nemico sono i britannici, e se per attirarli nella trappola ci vuole la musica jazz, ecco che è l’arma migliore, semplice e banale.”

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DIARIO DI UN NAUFRAGO FELICE – PAOLO COSSATO

Paolo Cossato Diario di un naufrago felice
Paolo Cossato, Diario di un naufrago felice. Memorie, pensieri e vicende di un musicologo a Venezia e del professor Pedantius suo sosia spirituale, pp. 240,
Casa editrice el squero, Venezia, 2021

“La ricostruzione di due vite parallele: un musicologo, alla guida di una Stagione di concerti di Musica da Camera, attivo a Venezia prevalentemente negli ultimi decenni del secolo scorso, e il professor Pedantius, suo sosia spirituale, docente di Storia del Teatro dell’Opera […] pagine stilate con animo leggero, foriere di ricordi sparsi, sebbene esposti con criterio cronologico, in un parallelismo tra concerti e insegnamento”.

Così leggiamo in “Un cenno, solo un cenno”, sorta di Introduzione datata 16 Gennaio 2021 e scritta ” in Vinegia, nel cuore della notte”.

Le duecento pagine circa che seguono si sono rivelate per me una ricca e sontuosa cornucopia di aneddotica seria e faceta, riflessioni profonde e impegnative, una carrellata su un importante spaccato della vita culturale (specialmente musicale) di Venezia con le sue tante luci ed ombre, la rivelazione di grandi amori letterari, ricordi di infanzia, il pensiero per tante persone care e il dolore per la loro scomparsa, considerazioni su arte e realtà in letteratura da Cechov a Maupassant a Thomas Mann, Nabokov…; bellissime pagine su temi squisitamente musicali come la Mélodie francese ed il Lied tedesco, e naturalmente il Tempo, e la memoria e l’oblìo…e insomma… “Proust, naturellement” sarei tentata di dire, citando – parafrasando – lo stesso Proust quando al principe di Guermantes fa dire “Balzac, naturellement…“.

Si comincia a leggere e subito si sorride per il raffinato umorismo, per gli aneddoti personali narrati con grazia ed autoironia… ma pagina dopo pagina ci si rende conto che i temi dei brevi ed agili capitoletti in cui è strutturato il libro si fanno seri, eccome!

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L’ULTIMA PORTA SULLA NOTTE

 

George Steiner Il castello di Barbablu

“La cultura occidentale è come il Castello di Barbablù”, dice George Steiner.

Nel mio post di chiusura dell’anno 2018 con cui facevo una sorta di bilancio dei libri di cui avevo parlato scrivevo che prevedevo di rileggere di più e che sempre più sentivo l’esigenza di selezionare meglio le nuove letture cercando di non disperdermi tra mille rivoli ma seguendo percorsi precisi per approfondire aree tematiche che mi interessano particolarmente e per conoscere meglio determinati autori che mi stanno a cuore.

Così effettivamente sto procedendo, e se in questi primi mesi del 2019 non ho scritto molto sul blog ciò è dovuto Continua a leggere “L’ULTIMA PORTA SULLA NOTTE”

IL QUARTETTO ROSENDORF – NATHAN SHAHAM

Nathan Shaham Il quartetto Rosendorf
Natahn Shaham, Il Quartetto Rosendorf (tit. orig. Revi’yat Rosendorf), traduz. Shulim Vogelmann, pp. 360, Giuntina, 2004

“Solo nelle mie orecchie – non c’è neanche una registrazione – sono conservati i momenti di ispirazione e di insostenibile tensione in cui il vecchio Quartetto Rosendorf, con cuori tempestosi suonava la Grande Fuga di Beethoven, sfidando Dio e gli uomini.”

Ambientato a Tel Aviv negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale, in una Palestina ancora sotto il mandato britannico, Il Quartetto Rosendorf dello scrittore israeliano Nathan Shaham parla di quattro ebrei tedeschi, tutti profughi dalla Germania nazista, tutti e quattro musicisti di prim’ordine giunti in Palestina nel 1936 per unirsi, su invito del violinista polacco Bronislaw Hubermann, all’Orchestra Sinfonica di Tel Aviv da lui appena fondata con il chiaro intento di “rafforzare il legame tra la Terra di Israele e l’Europa” e questo per non dover vivere in un “esilio culturale”.

Il concerto inaugurale dell’orchestra viene diretto dal grande Arturo Toscanini: “Qui il celebre Maestro gode di una comprensibile venerazione da eroe. Ha rifiutato un invito al festival di Bayreuth ed è venuto, ‘per amore dell’umanità’, a dirigere un’orchestra di profughi.”

Suonare in orchestra, però, non gratifica del tutto i quattro musicisti; ciascuno di essi sente che l’orchestra non è sufficiente per esprimere appieno il loro talento e sensibilità musicale e così, su iniziativa del violinista Kurt Rosendorf decidono di formare un loro quartetto, il Quartetto Rosendorf, al quale dedicheranno tutto il tempo lasciato libero dagli impegni con l’orchestra. L’attività del Quartetto Rosendorf si interromperà solo con lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Continua a leggere “IL QUARTETTO ROSENDORF – NATHAN SHAHAM”

ARRIVEDERCI NEL 2018!

Quest’anno gli auguri a tutte le amiche e a tutti gli amici di NonSoloProust voglio farli con i miei due giovani grandi violoncellisti preferiti e con alcuni video in cui si può apprezzare l’eclettismo del loro talento. Sono performances molto… particolari :-).

Si tratta del francese Gautier Capuçon e dell’argentina Sol Gabetta.

Uno stralcio dal grande concerto di Parigi del 2015 in cui Gautier Capuçon interpreta la Meditation de Thaïs di Jules Massenet

Gautier Capuçon in un Ragtime di Scott Joplin 🙂 🙂 🙂

Sol Gabetta interpreta qui un concerto per violoncello del nostro Vivaldi

Mentre qui, Sol Gabetta in Primavera Porteña dell’argentino Astor Piazzolla

… E per finire, altri due grandi violoncellisti, l’israeliano nato in Lettonia Mischa Maisky e il palermitano Giovanni Sollima ci mostrano cosa succede se i violoncelli si scatenano 😉

Buon ascolto, buon divertimento e Buon 2018!

AUSCHWITZ, MA NON SOLO

 

Auschwitz 1945
Liberazione di Auschwitz, gennaio 1945
(Fonte)

La memoria della Shoah, sia quella individuale che quella collettiva è — malgrado a volte ci si possa illudere del contrario — non semplice da controllare e gestire. E’ soggetta — come avverte Tzvetan Todorov — alle derive della sacralizzazione e della banalizzazione.

Un esempio di (orrida, a mio modesto modo di vedere) banalizzazione? Farsi i selfie davanti alle camere a gas, mettersi in posa giulivi e soddisfatti davanti a tutti i luoghi di un campo di sterminio in cui migliaia di esseri umani hanno sofferto in maniera indicibile.

Eccoli qui, gli eroi della banalizzazione, gli “eroi del nostro tempo”, mi permetto di dire parafrasando il titolo di un celebre romanzo di Vasco Pratolini:

Austerlitz Sergei Loznitsa

Questo che ho inserito è un fotogramma del — secondo me importante e tutto da vedere, specialmente quando si parla di “celebrazioni” — film-documentario  Austerlitz di Sergei Loznitsa presentato alla 73a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, girato in lunghissimo piano sequenza a Sachenhausen (campo di concentramento a 35 chilometri appena da Berlino) e il cui titolo è ispirato all’omonimo romanzo di W.G. Sebald. Eccone un assaggio: il trailer ufficiale del film

Auschwitz è entrato così tanto nell’immaginario collettivo (e immemore) da esser diventato luogo di vacanze e di selfie.
Ci si va “per vedere com’era”.

… E la memoria è servita. Alè.

La memoria è (anche) selettiva, e le modalità con cui si può esprimere questa selettività sono tante e ancora forse non abbastanza esplorate. L’USO SELETTIVO DELLA MEMORIA sarà per me, quest’anno, il filo conduttore della Giornata della Memoria 2017.

Abbiate pazienza. Non sarò breve.

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GRANDI SPERANZE. CON “THE VOICE”

Che vi devo dire? In questo fine 2016 e approssimarsi del 2017 mi sforzo di vedere bicchieri mezzi pieni ma continuo a vederli tutti mezzi vuoti.

Queste “Grandi Speranze” cantate da bimbetti capitanati da The Voice riescono però a mettermi allegria  🙂

Spero la mettano anche a voi.

Buon 2017.

P.S. Apprezzerete, spero, che quest’anno non vi ho ammorbato con le famigerate liste di libri (che ho letto, che mi riprometto di leggere, che mi sono piaciuti, che non mi sono piaciuti, che consiglio, che sconsiglio, che insomma così così…e tutte quelle robe lì).

Solo un coretto di bimbetti 🙂

BUON NATALE!

La calda voce di un grande crooner, uno  dei miei cantanti preferiti per il  mio augurio  a tutte e a tutti di trascorrere  in serenità le festività natalizie. Credo proprio  che di serenità ci sia gran bisogno.