
Santiago H. Amigorena, Il ghetto interiore (tit. orig.le Le Ghetto intérieur, 2019), traduz. dal francese Margherita Botto, p.144, Neri Pozza Editore, 2020
“Il 13 settembre 1940, a Buenos Aires, il pomeriggio era piovoso e la guerra in Europa così lontana da far credere di trovarsi ancora in tempo di pace. Avenida de Mayo, la grande arteria fiancheggiata da edifici liberty che va dal palazzo presidenziale a quello del Congresso, era quasi deserta; solo pochi uomini frettolosi che uscivano dai loro uffici in centro correvano sotto la pioggia riparandosi la testa con un giornale per prendere un autobus o un taxi e tornare a casa”
Tutto comincia nel 1940. Alcuni amici ebrei, immigrati in Argentina dalla Polonia, si ritrovano quasi ogni giorno al Caffè Tortoni e si chiedono: cosa sta succedendo in quella Europa da cui sono fuggiti in nave qualche anno prima? Interpretare le rarissime notizie che arrivano in Argentina è molto difficile.
Vicente Rosenberg è uno di loro, “Forse, […] semplicemente, se n’era andato da Varsavia come si partiva allora, pensando che avrebbe fatto fortuna all’estero e poi sarebbe tornato, sarebbe tornato e avrebbe rivisto sua madre, sua sorella, suo fratello. Forse, andandosene, non aveva mai pensato che non sarebbe tornato, che non li avrebbe mai rivisti.”
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