Ebbene si, ho scelto un titolo che più banale non si può e ho scelto la foto ufficiale, proprio quella meno artistica di tutte. Quella ortodossa. Quella “approvata” ed omologata. Quella che tutti schifìano (mi raccomando l’accento sulla “i”, che sennò il siculo idioma perde e non ci fa la sua bella figura terronica se poi bontà vostra voleste sbeffeggiare 🙂 ) perchè troppo retorica, troppo troppo.
A me però questa immagine piace. Per me è quella più significativa. Perchè lì dentro c’è davvero tutto quello che cercavo, che volevo.
…Astenetevi, please, cari i miei Happy Few, dal dirmi troppe male parole. Me ne hanno già scaricate un sacco su Twitter, da quando ho osato dire che secondo me avrebbe meritato di vincere la Germania. Mi hanno inondato di… beh… lasciamo perdere.
Insomma me ne hanno dette di tutti i colori (volendo riferire in maniera signorile 🙂
(La parola “tifo” non mi appartiene, non l’ho mai adoperata e mai l’adopererò. Mi fa schifo, mi evoca l’irrazionale puro, mi fa pensare alla pancia senza cervello. No. No. No).
…Bene.
Adesso che la Germania di Löw e Merkel ha vinto, sarei anche disponibile a dire anche il perchè, sin dall’inizio sono stata dalla loro parte. Ma immagino la cosa non possa interessare alcuno.
…Lo so, lo so, siete molto delusi, cari i miei Happy Few (che sospetto saranno sempre meno Happy e sempre più inesorabilmente Few). Voi vi aspettate che qui si parli sempre di libri, ma così non è. Io non sono una persona seria. Ormai dovreste saperlo da un pezzo.
E poi: sono così presuntuosa da immaginare di poter parlare di cultura.
E questo tipo di eventi mondiali di cultura parlano, eccome.
Ma se siete in crisi di astinenza da “che cosa si legge nei salotti buoni” potrei (a gentile richiesta) fornirvi innumerevoli link di siti e blog in cui sciorinano “capolavori del secolo” a go-go per la serie “basta che per pietà me ne prendi uno che io te ne do quattro di tutti i Premi Letterari più prestigiosi del momento”.
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