Nicholas Stargardt, La guerra tedesca. Una nazione sotto le armi 1939-1945 (tit. orig.le The German War), traduz. Filippo Verzotto, pp. 832, Neri Pozza
Nel 1939 i tedeschi, ancora traumatizzati dalla sconfitta e dal ricordo del 1918 non volevano affatto una nuova guerra. Nonostante ciò, la loro cieca determinazione fece sì che i combattimenti durassero fino al 1945.
Com’è stato possibile che il popolo tedesco, uno dei popoli più colti d’Europa abbia potuto aderire in massa — fino al disastro finale — all’impresa nazista?
Com’è stato possibile che siano caduti nella stragrande maggioranza nella trappola della propaganda orchestrata da Goebbels e dell’ideologia della razza di Rosenberg che confondessero una guerra intenzionale e brutale di conquista coloniale con una guerra alla quale erano stati costretti per difendere la patria dalle macchinazioni degli Alleati e dall’aggressione polacca? Perchè è a questo che ha creduto la maggior parte dei tedeschi. Com’era possibile che vedessero in se stessi dei patrioti provocati, attaccati, accerchiati anzichè dei guerrieri che si battevano per la “razza superiore” di Hitler?
Alla fine del 1941 i nazisti si rendevano ormai conto che non avrebbero potuto vincere la guerra. Tuttavia, la Seconda Guerra mondiale sarebbe durata ancora circa tre anni e mezzo. Com’è stato possibile che i tedeschi abbiano potuto resistere per così tanto tempo ai bombardamenti, malgrado le privazioni e le sconfitte? Si rendevano conto di stare combattendo una guerra genocida? In che misura credevano alle menzogne di un regime che li stava portando alla loro stessa rovina? Continua a leggere “LA GUERRA TEDESCA – NICHOLAS STARGARDT”