GLI USI DELLA MEMORIA

Terezin

Tzvetan Todorov, nel capitolo su Gli usi della memoria del suo libro Memoria del male, tentazione del bene, parla di quelli che, secondo lui, sono le due derive da evitare: la sacralizzazione e la banalizzazione della memoria.

Voglio riportarne uno stralcio che riguarda in particolare la sacralizzazione della memoria e la specificità dello sterminio degli ebrei (o giudeocidio, come scrive Todorov) da parte dei nazisti.

“La sacralizzazione di un avvenimento passato non si confonde con l’affermazione della sua singolarità. Ritorniamo all’esempio dello sterminio degli ebrei d’Europa da parte dei nazisti. Descriverlo come un avvenimento singolare e specifico è legittimo, per poco che si precisi il livello a cui ci si situa. Non sul piano dei valori: tutti gli esseri umani sono preziosi gli uni come gli altri, e quando le vittime di un regime si contano a milioni, è vano, per non dire di più, volere stabilire gerarchie del martirio — soprattutto perchè, come dice uno dei personaggi lucidamente disperato di Woody Allen, a proposito del giudeocidio, “i record sono fatti per essere battuti”. Oltre una certa soglia, i crimini di tale natura hanno un bel restare specifici, essi si riuniscono nell’orrore senza sfumature che suscitano e nella condanna assoluta che meritano. Ciò vale egualmente, ai miei occhi, per lo sterminio degli amerindi come per la sottomissione in schiavitù degli africani, per gli orrori del gulag come per quelli dei campi nazisti. La vita e la dignità di un uomo o di una donna, di un bambino o di un vecchio sono egualmente preziose, qualunque ne sia la razza, la nazione o la cultura. La messa a morte dei popoli senza scrittura non è meno ignobile che quella di un gruppo i cui antenati hanno inventato il monoteismo e la religione del Libro.

E più avanti, a proposito della specificità dello sterminio degli ebrei, di cui si parla molto nel corso del libro:

“Ciò che è specifico e merita di essere interrogato, è il senso dell’avvenimento. Si è visto in che cosa consisteva la singolarità del giudeocidio nazista: la messa a morte sistematica come obiettivo assunto, mirato su un popolo indissociabile dall’identità europea nei secoli

(Tzvetan TODOROV, Memoria del male, tentazione del bene. Ne avevo parlato >> qui)

Terezin

Le immagini che ho inserito sono disegni fatti da bambini rinchiusi dai nazisti nel ghetto di Terezin.

Terezin è una località poco distante da Praga, ha la pianta a forma di stella racchiusa da una fortificazione.
Tra il 1941 e il 1945 servì da ghetto per circa 140.000 ebrei deportati dai nazisti dall’Europa Centrale ed Orientale.
Fra i prigionieri del ghetto di Terezin ci furono all’incirca 15.000 bambini, compresi i neonati. Erano in prevalenza bambini degli ebrei cechi, deportati a Terezin insieme ai genitori. La maggior parte di essi morì nel corso del 1944 nelle camere a gas di Auschwitz.

Ricordo ancora il nodo alla gola quando ho visto tanti di questi disegni al Museo ebraico di Praga, Pinkas Synagogue.

Terezin
Terezin