CHE COSA VUOL DIRE ESSERE LAICO

Scriveva  Claudio Magris in un articolo  comparso sul Corriere della Sera il 20 Gennaio 2008

“Quando gli uomini parlano senza capirsi e credono di dire una cosa usando una parola che ne indica una opposta, nascono equivoci, talora drammatici sino alla violenza. Nel penoso autogol in cui si è risolta la gazzarra contro l’invito del Papa all’università di Roma l’elemento più pacchiano è stato, per l’ennesima volta, l’uso scorretto, distorto e capovolto del termine «laico», che può giustificare un ennesimo […] tentativo di chiarirne il significato.

Laico non vuol dire affatto, come ignorantemente si ripete, l’opposto di credente (o di cattolico) e non indica, di per sé, né un credente né un ateo né un agnostico. Laicità non è un contenuto filosofico, bensì una forma mentis; è essenzialmente la capacità di distinguere ciò che è dimostrabile razionalmente da ciò che è invece oggetto di fede, a prescindere dall’adesione o meno a tale fede; di distinguere le sfere e gli ambiti delle diverse competenze, in primo luogo quelle della Chiesa e quelle dello Stato.

La laicità non si identifica con alcun credo, con alcuna filosofia o ideologia, ma è l’attitudine ad articolare il proprio pensiero (ateo, religioso, idealista, marxista) secondo principi logici che non possono essere condizionati, nella coerenza del loro procedere, da nessuna fede, da nessun pathos del cuore, perché in tal caso si cade in un pasticcio, sempre oscurantista. […]
Laicità significa tolleranza, dubbio rivolto anche alle proprie certezze, capacità di credere fortemente in alcuni valori sapendo che ne esistono altri, pur essi rispettabili; di non confondere il pensiero e l’autentico sentimento con la convinzione fanatica e con le viscerali reazioni emotive; di ridere e sorridere anche di ciò che si ama e si continua ad amare; di essere liberi dall’idolatria e dalla dissacrazione, entrambe servili e coatte. Il fondamentalismo intollerante può essere clericale (come lo è stato tante volte, anche con feroce violenza, nei secoli e continua talora, anche se più blandamente, ad esserlo) o faziosamente laicista, altrettanto antilaico.

Il testo integrale dell’articolo si può leggere QUI

Autore: Gabrilu

https://nonsoloproust.wordpress.com

7 pensieri riguardo “CHE COSA VUOL DIRE ESSERE LAICO”

  1. Il punto è lo slogan di partenza, che è arcaico, falso e pericoloso: “Io sono il signore Dio tuo. Non avrai altro Dio fuori che me”, che è stato fatto proprio da religiosi e irreligiosi, compresi quelli della “Dea ragione” e via andare, fino a “La fine della storia” del signor Fukujama, che spero proprio che non lo legga più nessuno. Confido sull’incoerenza dei cristiani, mi piace molto di più San Gennaro, che non è mai esistito (però che bella chiesa che gli han fatto!) che le dichiarazioni dell’attuale pontefice, che spero siano solo imbarazzanti, ma estote parati. Qui mi dichiaro politeista selettivo, pronto a cambiare Dei (soprattutto Dee) esattamente come cambiamo i siti consigliati sui nostri blog. Ma bisogna dieglielo, a questi: “Quand’è che la smettete col sono il signore Dio tuo? Non sarebbe ora, dopo tutto quello che avete combinato? Eh?” Poi ne parliamo. Un Dio che chiede il sacrificio del figlio unico, non è credibile, mentre lo sono le opere meravigliose che Brunelleschi e Ghiberti hanno fatto sulla base di questa richiesta del piffero, chiaramente da respingere al mittente, che credo che per fortuna non ci sia, mentre noi destinatari ci siamo. Alla faccia dei monoteisti e dei monoateisti, fra loro parenti serpenti.

    saludos
    Solimano

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  2. Roberto/khayyam’s blog
    Sono sempre molto contenta quando posso segnalare o rinviare a blog e testi interessanti.
    Ciao e grazie a te 🙂
    Solimano
    Sottoscrivo contro ogni forma di monoteismo e di monoateismo.
    …Ma in genere sono contro tutti gli “ismi”. Quando sento un “ismo” entro in stato dall’erta.

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  3. Il bello è che poi, meno di 15 giorni dopo, il Papa (lo stesso Papa di 15 giorni prima) se ne esce con un discorso forte contro i falsi modelli imposti dalla pubblicità e dalla televisione, e – d’improvviso – tutti zitti.
    E, come è ovvio, questa volta i primi a censurare il Papa sono stati quelli che gridavano più forte sul fatto che il Papa non deve essere censurato…
    Mi verrebbero tante cose da dire, ma insomma.

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  4. Il tema è sempre attualissimo. Così attuale che nessuno ne parla, perché scomodo. Scavare nella religione altrui significa riflettere sulla propria. E le religioni pongono tutte un problema di fondo in quanto intervengono nella politica, la polis di antica memoria. Tutte evidenze che l’articolo di Magris mette in evidenza con chiarezza…

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