LA PRESA DEL POTERE DA PARTE DI LUIGI XIV – ROBERTO ROSSELLINI (1966)

Jean Marie Patte
Luigi XIV (Jean Marie Patte)

Regno di Francia, Vincennes, 9 marzo del 1661. Luigi XIV è re dal 1643, anno della morte di suo padre; ma in realtà chi ha regnato sinora è stato il potente cardinale Mazzarino. Ora Mazzarino sta morendo

Giulio Cesare Silvagni - Mazzarino
Giulio Cesare Silvagni (Mazzarino)

I medici chiamati a consulto dichiarano che non c’è più speranza e lo affidano al confessore il quale invita il cardinale a restituire al re l’immenso patrimonio. Intanto Luigi XIV si sveglia nel suo letto accanto alla giovane moglie. Al “lever du Roi” assistono, come da protocollo, i più eminenti personaggi della corte.

Luigi XIV Rossellini

Mazzarino parla anche con il Ministro delle Finanze Colbert, al quale confida di essere preoccupato per il futuro del Regno: Luigi XIV ha 23 anni, gli sembra troppo frivolo per dirigere efficacemente il Paese contro le minacce di una nuova Fronda e gli intrighi di Fouquet, il corrotto, ricchissimo e fastoso favorito della regina madre Anna d’Austria e fa chiedere al re di parlargli prima di morire. Nonostante il protocollo vieti che un re entri nella camera di un moribondo (un re non deve avere contatti diretti con la morte) Luigi accetta egualmente di recarsi da Mazzarino, al quale è molto affezionato (“è stato il mio unico amico”, dirà alla madre).

Luigi XIV Rossellini

Mazzarino gli comunica la propria intenzione di nominarlo suo erede ma il Re rifiuta; Mazzarino allora gli raccomanda come proprio successore l’onesto e patriottico Colbert. Il Cardinale muore rassicurato: ha capito che Luigi saprà mostrarsi all’altezza del compito che lo attende.

La Regina Madre è convinta che potrà manovrare il figlio a modo suo, ma Luigi le tiene testa.

Jean Marie Patte, Katharina Renn,  Pierre Pernet
Jean Marie Patte (Luigi XIV), Katharina Renn (Anna D’Austria) e Pierre Pernet (Monsieur, fratello del Re)

Tanto per cominciare, convoca il Consiglio della corona da cui esclude madre e fratello e annunzia la sua volontà di governare, d’ora in poi, da solo. Niente, in futuro, accadrà se non dietro suo ordine.

Rossellini Luigi XIV

Colbert ha un primo colloquio con il re e lo esorta a disfarsi di Fouquet. Il re, sebbene ancora molto giovane, mostra subito di avere idee chiarissime.

Rossellini Luigi XIV

In un lungo discorso programmatico a Colbert, spiega come strapperà la nobiltà alle sue terre e la inchioderà con gli onori e con le prebende alla corte a Versailles, di modo che non si ripetano i disordini feudali della Fronda. I cortigiani, fieri delle loro prerogative, dovranno piegarsi. D’altra parte la borghesia graviterà a Parigi, intorno alle cariche dello stato; il re governerà da solo. Senza primi ministri o favoriti. Assieme a Colbert traccia le grandi linee guida del suo programma politico: alleggerimento del peso fiscale che grava sul popolo, creazione di grandi lavori, ingrandimento di Versailles. Pur non rinunciando alle avventure amorose ed ai piaceri della caccia, Luigi afferma la sua autorità. Il 5 settembre 1661, a Nantes, approfittando di un tentativo di corruzione che Fouquet effettua tramite la Du Plessis sulla sua favorita Louise de La Vallière, ordina a Colbert di farlo arrestare dal capitano dei Moschettieri, D’Artagnan.

Dominique Vincent, Pierre Barrat
Dominique Vincent (Madame du Plessis) e Pierre Barrat (Fouquet)

 

Maurice Barrier, Raymond Jourdan
Maurice Barrier (d’Artagnan) e Raymond Jourdan (Colbert)

Poi dà subito inizio ai lavori per la costruzione della reggia di Versailles, che dovrà essere il “tempio della monarchia”.

Jean Obe, Jacques Charby
Jean Obe (Le Vau), Jacques Charby (assistente di Le Vau) e Luigi XIV

A Versailles Luigi XIV instaura una nuova e rigidissima etichetta. I cortigiani devono inchinarsi ed assistono, immobili, al pasto di Sua Maestà, servito in gran pompa; lo seguono nella rituale passeggiata nei giardini.

Rossellini Luigi XIV

 

Rossellini Luigi XIV
Louis XIV  Rossellini

Nell’ultima scena del film vediamo Luigi XIV che si chiude nel suo gabinetto di lettura. Toltosi parrucca e abiti di gala prende un libro e medita su questa massima di La Rochefoucauld:

“Le soleil ni la mort ne se peuvent regarder fixement”.
Rossellini Luigi XIV

 

Il regno del Re Sole è incominciato.

 

La prise de pouvoir par Louis XIV di Roberto Rossellini è un telefilm, o meglio, uno di quei lavori che oggi si preferisce chiamare “fiction televisiva”. Non nasce per il grande ma per il piccolo schermo.

Commissionato dall’ORTF, ente televisivo francese, La prise de pouvoir par Louis XIV viene trasmesso per la prima volta in Francia, sul primo canale, l’8 ottobre del 1966, e sono circa 20 milioni i telespettatori che lo guardano. Quando poi l’ORTF passa ad una società di noleggio cinematografico, la pellicola viene proiettata a Parigi, a partire dal 9 novembre ’66, al cinema d’essai La Pagode e in altre due sale francesi dove rimane in cartellone per svariate settimane. In Italia il film viene trasmesso dalla RAI il 23 aprile 1967 (e in prima serata, si badi bene. Cosa oggi impensabile), viene poi distribuito nelle sale cinematografiche nel 1969, infine viene trasmesso in replica dalla RAI il 4 giugno 1977, giorno successivo alla morte di Roberto Rossellini.

Io l’avevo visto in televisione nel 1967 (eh, si non sono una giovinotta…), ne avevo un ottimo ma dopo tanti anni sbiadito ricordo e… per giunta in bianco e nero, perchè allora non c’era ancora la TV a colori. Da parecchio tempo avevo voglia di rivederlo. Niente da fare. Introvabile anche sui siti Internet italiani.
Ho trovato (e subito acquistato) il DVD alla boutique del castello di Versailles. Inutile, con i tempi che corrono, sperare che ritrasmettano questo film nelle nostre TV…
Anche per questo motivo sto abbondando un po’ con le immagini.

Roberto Rossellini La presa del potere da parte di Luigi XIV

Si tratta di un film storico, come è evidente, ma dopo un primo impatto che può dare l’impressione di un lavoro meramente didascalico ci si accorge che c’è dell’altro. C’è l’idea che Luigi XIV ha della storia come cerimonia e rito e che il Re Sole concretizza con la ritualizzazione della vita quotidiana. Nel film di Rossellini, l’avvento al potere di Luigi XIV è l’avvento della vita come cerimonia. Tutto è cerimonia in questo film: la morte di Mazzarino, la toilette mattutina del re, i consigli della corona, i pasti, la preparazione in cucina dei pasti, il gioco, la caccia, gli amori, perfino l’arresto di Fouquet cerimoniosamente e ritualmente spedito alla Bastiglia.

Per quanto riguarda l’interprete principale, Jean Marie Patte, Rossellini ce lo mostra all’inizio piccolo, tozzo, impacciato. Ma a poco a poco vediamo questo goffo ragazzo trasformarsi sotto i nostri occhi ed a furia di tacchi, parrucche, cerimonie e rituali diventare sempre più sicuro di sé, sempre più maestoso ed imperioso. Al termine del film, non abbiamo dubbi: quello che ci sta davanti è il Re Sole.

Luigi XIV Jean Marie Patte

Rossellini scelse non un attore, ma un borghese qualunque, impiegato di una agenzia di viaggi, sorprendentemente somigliante al Luigi giovane che ci ha lasciato la sua iconografia, come lui piccolo e grassoccio ed è riuscito a infondere in questo giovanotto, proprio in contrasto con l’apparenza un po’ apatica e goffa, un’incredibile suggestione di distacco, di fredda decisione e di maestà.

Ho letto da qualche parte che Patte, intimidito da questa prima esperienza davanti alla macchina da presa e dal fatto che il testo della sua parte gli veniva consegnato la mattina stessa delle riprese, aveva parecchia difficoltà ad imparare le battute. Allora Rossellini fece allestire dei pannelli fuori campo sui quali erano scritti i dialoghi, obbligando così l’attore a non guardare mai in faccia i suoi interlocutori e dando l’impressione di un discorso privo di emozioni con il risultato di ottenere un grande effetto riguardo l’estraneità maestosa del personaggio.

L’etichetta di Corte, come il lever du roi quando, la mattina, si alza di letto alla presenza dei cortigiani, o pranza da solo sopra un tavolo che sembra un altare di fronte a tutta la Corte che lo contempla in silenzio (la sua idea era che la vita del re dovesse svolgersi sempre sotto gli occhi dei sudditi), danno luogo non solo a due brillanti quadri di costume ma rendono benissimo i punti essenziali su cui si basa la politica di Luigi XIV: intoccabilità, quasi sacralità, della persona del re, accentramento assoluto del potere nelle mani della corona e dei suoi ministri, disgregazione e svuotamento della aristocrazia come classe capace di opporsi all’autorità regia e di ricominciare la Fronda, elevazione e rafforzamento dei ceti mercantili del Terzo Stato per legarli alla monarchia come coefficiente di unità e prosperità nazionale. Potenza, prestigio e Grandeur.

Rossellini Luigi XIV

Tutto questo è raccontato in modo piano, persuasivo, fluente, disegnando i personaggi con un gusto e un’acutezza aneddotica che li rende vicini a noi senza togliere loro l’aureola di una storica obiettività. La lenta agonia di Mazzarino circondato dai suoi medici che gli praticano rimedi arcaici, al principio, è una pagina densa e solenne.

La Prise de pouvoir par Louis XIV è ricco di “grandi scene”. L’intenzione di Rossellini è di dimostrare come il re sia diventato il Re Sole, come sia riuscito ad instaurare ed imporre il suo potere assoluto attraverso alcuni passaggi chiave che sono la presa in mano del potere al momento opportuno (e cioè nel momento di vuoto provocato dalla morte di Mazzarino) e la vera e propria mistica del potere assoluto realizzata attraverso i rituali della ferrea etichetta alla corte di Versailles.
Ci sono molti passaggi che fanno di questo film un vero e proprio documentario: l’analisi delle feci ed il salasso di Mazzarino, la cameriera che dorme su un pagliericcio nella camera da letto del re, il rifiuto del re di usare la forchetta…

Ma l’aspetto più significativo è secondo me quello del teatro, della “rappresentazione”: la messa in scena, la sua ieraticità e la sua teatralità è in totale osmosi con il protagonista ed il soggetto e mette in evidenza la pompa e la rappresentazione del protocollo di corte.

Nella grande scena del pranzo vediamo da una parte l’economia mistica dei gesti del re e dei suoi cortigiani e dall’altra l’agitazione (peraltro molto protocollare) dei precipitosi movimenti delle decine di uomini e donne di servizio che si occupano, in cucina, della preparazione dei piatti del re.

Louis XIV  Rossellini

 

Rossellini Luigi XIV

La vita di Luigi XIV è in sé un vero e proprio spettacolo, uno spettacolo al quale assiste una folla di spettatori privilegiati. Non a caso quasi tutte le scene del film sono con inquadrature frontali. Raramente, come in questo caso, la “forma” è “il contenuto”.

Rossellini Luigi XIV

La teatralità della realizzazione è insomma perfettamente funzionale al progetto di Rossellini di evidenziare il perpetuo “stare in scena” del re, creatore ed attore del proprio personaggio.

La presa del potere da parte di Luigi XIV (La prise de pouvoir par Louis XIV – 1966) Regia: Roberto Rossellini – Aiuti-regia: Yves Kovacs, Egérie Mavraki – Soggetto e sceneggiatura: Philippe Erlanger – Adattamento e dialoghi: Jean Gruault – Effetti fotografici speciali: Marc Schmidt, Bernard Cinquin, Jean Faivre – Scenografia: Maurice Valay – Arredamento: Pierre Gerber – Fotografia: Georges Leclerc (Eastmancolor) – Costumi: Christiane Coste e collaborazione di Pierre Cadot – Illustrazioni sonore: Betty Willemetz – Suono: Jacques Gayet – Montaggio: Armand Ridel – Direttore di produzione: Pierre Gout – Consulente artistico: Jean Dominique de la Rochefoucauld –

Interpreti e personaggi: Jean-Marie Patte (Luigi XIV), Raymond Jourdan (Colbert), Katharina Renn (Anna D’Austria), Giulio Cesare Silvagni (Mazzarino), Dominique Vincent (Madame du Plessis), Pierre Barrat (Fouquet), Fernand Fabre (Le Tellier), Françoise Ponty (Louise de la Vallière), Joelle Langeois (Maria Teresa d’Austria), Maurice Barrier (d’Artagnan), André Dumas (padre Joly), Françoise Mirante (Madame de Brienne), Pierre Spadoni (Moni), Roger Guillo (farmacista), Louis Raymond (primo medico), Maurice Bourbon (secondo medico), Michel Ferre (De Gesvres), Raymond Pelissier (Pamponne), Michèle Marquais (Madame de Motteville), Georges Coubert (de Soyecourt), Guy Pintat (capocuoco), Jean-Jacques Daulin (de Vardes), Pierre Pernet (Monsieur), Ginette Barbier (Perette Dufour), Claude Rio (Vardès), Daniel Dubois (Lionne), Jean Obe (Le Vau), Jacques Charby (assistente di Le Vau), – Produzione: Radiodiffusion Francaise (O.R.T.F.), Paris – Origine: Francia – Durata: 120′.N.d.r.

Roberto Rossellini
Roberto Rossellini durante le riprese

 

Autore: Gabrilu

https://nonsoloproust.wordpress.com

20 pensieri riguardo “LA PRESA DEL POTERE DA PARTE DI LUIGI XIV – ROBERTO ROSSELLINI (1966)”

  1. Eccellente resoconto di un film, di un capolavoro che dovrebbero ri-trasmettere in tv., anche per mostrare ai giovani parte della storia francese, di quella Francia che influenzerà l’Europa intera, di quella Francia che sarà d’esempio, decenni dopo, con la sua Rivoluzione.

    Complimenti, Gabrilu.

    Rino, rileggendo.

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  2. da Giuliano:
    Questi film di Rossellini (Cartesio, sant’Agostino) sono stati ritrasmessi in tv anche di recente, ovviamente in orari da carbonari: le due e le tre di notte, le quattro del mattino, ovviamente su Raitre e ovviamente senza farlo sapere in giro. Ovviamente, da un po’ hanno smesso di trametterli del tutto: anche alle tre di notte “davano fastidio”.
    Io ho trovato molto bello il Cartesio, non ho mai visto per intero questo, ho guardato un po’ il sant’Agostino (Agostino di Ippona).

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  3. Ciao, Gabriella! Mi dai veramente voglia di vedere questo film! Quale è stata la documentazione di Rossellini per realizzare con tanta precisione “un’affresco” storico come quello?

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  4. Rino
    grazie. Il tuo apprezzamento mi fa particolarmente piacere perchè so quanto tu ami la storia.
    Io sono convinta che per comprendere la storia della Francia dell’età moderna e la Francia di oggi due siano i “momenti” fondamentali da approfondire: il regno di Luigi XIV e la Rivoluzione. Non che tutto il resto non sia importante, ovviamente, ma questi sono secondo me quelli che hanno provocato gli effetti più duraturi nel tempo. Nel bene e nel male. In positivo e in negativo.
    Giuliano
    Ormai con la italica TV sono entrata da tempo in un circolo vizioso: siccome so che la maggior parte di quello che mandano vale poco o comunque non mi interessa non l’accendo quasi più, e così facendo mi perdo anche quelle rarissime cose buone che ogni tanto trasmettono. Ma tanto il pericolo che mi perda chissacchè è veramente scarso, purtroppo.
    Anonimo #3
    Per quel che so Rossellini conosceva perfettamente il francese e molto bene la storia di Francia. In particolare, suoi principali consulenti storici per questo film mi risulta siano stati Philippe Erlangen che ha firmato soggetto e sceneggiatura (notizie su di lui puoi trovarle su Wikipedia http://fr.wikipedia.org/wiki/Philippe_Erlanger) e Jean Dominique de la Rochefoucauld, importante scenografo della televisione francese ma non solo. Tra i contenuti speciali del DVD c’è anche una sua intervista, molto interessante.
    Sabrina
    In che senso “com’è andata la versione francese di Rossellini?” Se ti riferisci al fatto se abbia trovato difficoltà di comprensione ti rispondo si ma anche no, perchè per mia fortuna gli attori parlano un francese lento, teatrale e molto… “molieresco”, per cui magari mi sono persa qualche parola, ma nel complesso ho capito.
    Versailles… beh, te ne ho accennato. Su Versailles potrei parlare per ore…
    Ciao bella e salutami Mademoiselle 🙂

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  5. Qui verrebbe spontaneo riaprire il capitolo trito e ritrito (ma mai risolto) di quanto la televisione abbia gettato la spugna in termini di programmazione, semplicemente cancellando tutto ciò che non (male)odora di commerciale.
    Queste “chicche” che ci proponi, arricchiscono troppo storicamente i fruitori (e parlo sia di storia dell’umanità che di storia del cinema e della televisione) e troppo poco in “argent” le emittenti e chi le manovra, e tanto purtroppo basta per renderle improponibili anche alle due di notte.
    Grazie perciò per questi assaggi sostanziosi dei quali altrimenti non potremmo nemmeno (almeno per quanto mi riguarda) sospettare l’esistenza 🙂
    Elena

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  6. Queste immagini mi hanno conquistato. Mi ricordano quelle di un film di Greenaway che vidi all’Arsenale. I misteri del giardino di Compton House. Era una vicenda privata però, non parlava di eventi storici.
    Bellissima la tua descrizione.
    A presto,

    Alessandra

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  7. da Giuliano:
    …però da quando ho visto “Le soulier de satin” e “No, o la vana gloria del comando” teorizzo la superiorità di Manoel de Oliveira su Rossellini, almeno nel campo delle ricostruzioni storiche.
    (scontro fra giganti, sia ben inteso)

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  8. Elena
    grazie. Se qualcuno si chiedesse perchè tiro fuori film di tanti anni fa e spesso oscuri e dimenticati, le tue parole costituiscono per me un’ottima risposta ed un’altrettanto ottima motivazione.
    alexandra
    Ricordo bene quel film di Greenaway che mi piace ancora molto. Non sono un’appassionata di Greenaway, lo considero un geniaccio strabordante (lo dico come complimento, eh) ma da prendere con le pinze, ma quel film è uno dei miei preferiti
    Giuliano
    Conosco pochissimo Manoel de Oliveira, forse perchè l’unico suo film che ho visto (“Film parlato”, mi pare) mi annoiò talmente che questo mi ha impedito di vederne altri. Probabilmente ho cominciato dal film sbagliato, chissà. Perciò non posso dir nulla, sul paragone che fai.

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  9. Conquistata dall’argomento, e dalla bella descrizione che fai di questo film, mi è venuta un’idea. Tu che sei esperta di filmati, e di come inserirli in YouTube, non è che potresti farcene vedere almeno un pezzettino? Neanche io sono una giovinotta, proprio per niente, ma questo sceneggiato Rai non lo ricordo assolutamente.

    Ciao e grazie
    H.

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  10. sto cercando questo film da un anno per farlo vedere a dei ragazzi di 12 anni, perché credo che valga come ottimo documento storico. Dato che è introvabile, non potresti dare una sbirciata al sito the auteurs che è diventato una valida cineteca on line? grazie

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  11. anonimo #11
    Il DVD non è affatto introvabile.

    Come avevo già scritto nel post, io personalmente ho comprato il DVD alla libreria del Castello di Versailles, ma in Francia lo si trova tranquillamente in tutte le migliori librerie e comunque lo si può acquistare comodamente anche on line, per esempio sul sito della Fnac francese qui

    http://tinyurl.com/mcwdjo

    Te lo spediscono entro 24 ore…

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  12. ciao a tutti, grazie x questa pagina online, insegno storia del cinema e sto cercando in dvd questo film, anche x farci lezione. ho la videocassetta uscita con l'Unità e il relativo file in mpeg. la durata è però di 90 minuti, su imdb ne segnalano 100, voi avete riportato 120 minuti …. posso chiedere se potete svelare l'arcano? grazie ancora soprattutto x l'ampia e bella analisi e x le tante foto ^_^

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  13. Anonimo #13
    Non conosco  la videocassetta dell'Unità.
    Imdb  indica la durata  dle film nell'edizione per  l'Argentina e per gli Usa (100 min.)
     
    Il  DVD  francese (quello che ho segnalato)  dura    134 min.  Il film 90 min.

    Il DVD dura complessivamente  134  minuti perchè  vengono considerati anche gli "extra",  e cioè una analisi del film  realizzata dal critico e storico del cinema  Jean Douchet, un incontro/intervista con Jean Dominique  de La Rochefoucauld (il consigliere artistico e storico di Rossellini) e Michèle Podroznik ed altre cose varie.

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  14. Trovo bellissimo questo post, un ottimo resoconto del film di Rossellini. Sono arrivata a questo blog proprio perchè ne cercavo notizie per segnalarle a un amico friulano, un artista che vive e lavora in Belgio. In questo suo post vi si può leggere una interessante storia (viene raccontata prima in friulano e poi italiano), dalla quale traggo: 

    "Al museo della cioccolata di Bruxelles, si voleva ricordare questo re ed é grazie ad Antoine Benoist che ci é entrato. Naturalmente, ci sono anch'io per qualche cosa. Per questo ero andato a Parigi per vedere il profilo fatto da Benoist nel 1703 dopo aver preso lo stampo del viso del re.

    In quell'anno il re aveva 65 anni e di sicuro non gli interessava più di essere più bello di quello che era. Voleva solo dare in regalo il suo ritratto di cera. Benoist peró, con lo stampo ne fece altri esemplari e quello che vedete é uno di loro. L'unico che sia veramente fedele al re Sole.

    Sono andato a Parigi per vederlo e per poi ricostruire il viso del re e questo é il risultato."http://furlanar.blogspot.com/2010/06/storie-vere-storia-vera.htmlMi sono inoltre ricordata di una puntata di Super Qurk "Una serata con il Re Sole" nella quale veniva riproposto il film di Rossellini.http://www.archivio.raiuno.rai.it/schede/0040/004030.htmGiovanna

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  15. Posso soltanto riscontrare che si stava meglio quando si stava peggio, in riferimento sia all'epoca del ren in questione, sia quando il cinema era così. E sequalcuno sapesse che brano è quello che accompagna il trapasso del cardinale Mazzarino mi farebbe un grande favore.

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