IL PIU’ LUCIDO DI TUTTI I FOLLI

Glenn Gould e la sua sediaGlenn Gould, Foto © Gordon Parks

“Era diventato il più lucido di tutti i folli […] Appena si sedeva al pianoforte, subito Glenn si raggricciava tutto, pensai, e allora sembrava una bestia, ma a guardarlo più attentamente pareva uno storpio, e se lo si guardava ancora più attentamente appariva per quell’uomo bello e intelligente che in effetti era”

” suonò […] quelle parti delle Variazioni Goldberg […] Si raggricciò tutto e cominciò a suonare. Suonava per così dire dal basso verso l’alto,  non come tutti gli altri dall’alto verso il basso. Era questo il suo segreto.”

Per quasi trent’anni, dal 1953 sino al 1982 (anno della sua morte), Glenn Gould suonò sempre e solo seduto sulla sua particolarissima, sgangherata sedia.

Gliel’aveva costruita suo padre Bert Gould, perchè Glenn la voleva più bassa del normale, con uno schienale che fosse quasi ad angolo retto rispetto al sedile e che fosse inoltre leggera, resistente e facilmente trasportabile.
Sembra che Bert Gould abbia   preso    a modello una sedia pieghevole da giocatore di carte; la rese più corta segando ogni gamba di dieci centimetri, ed aggiunse dei martinetti che permettevano di regolarne l’altezza a seconda del repertorio musicale da eseguire.

Glenn Gould e la sua sedia

Il alto, Glenn Gould per strada a New York, nel 1956, con la sedia piegata sottobraccio mentre si reca agli Studi della Columbia Records per incidere Bach e Beethoven.

Autore: Gabrilu

https://nonsoloproust.wordpress.com

3 pensieri riguardo “IL PIU’ LUCIDO DI TUTTI I FOLLI”

  1. cara Gabrilù,
    come si intuisce dal mio nickname, anche se palermitano quasi doc, sono affascinato da tutto quello che che è centro Europa, a cominciare dalla letteratura (essenza e motore della nostra vita), e quindi aspetto con viva curiosità le note che hai preannunciato sull’opera di Thomas Bernhard.

    Giovanni P. 

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  2. mitteleuropa/Giovanni P., intanto benvenuto: bello veder qui un palermitano mitteleuropeo 
    Thomas Bernhard… Il soccombente  è il suo secondo volume che leggo e  questo scrittore mi prende sempre di più…
    Tu lo conosci? Hai letto nulla, di suo?
    Ciao e a rivederti, spero

    carloesse
    Non so se lo farò, un post  su questo singolo libro.
    Ho l’impressione  che B. debba essere considerato/alutato/commentato  in  blocco.
    Mi pare l’esemplificazione perfetta di quello che dice Proust  a proposito dei grandi scrittori nella citazione da La Prigioniera che ho inserito  nel post su Proust  & Hardy… Guarda un po’ le coincidenze!
    Che connessioni…

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